Primo capitolo

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Svegliarsi così, con una pioggia incessante non è una delle migliori cose che uno si aspetta per iniziare una giornata, ma trascino lo stesso il mio peso fino al bagno. Una delle cose più odiate da me negli anni passati qui in orfanotrofio è proprio l'attesa al bagno, ma ormai so farmi rispettare. Oggi è il "gran" giorno, la mia nuova famiglia verrà a prendermi e "ciao ciao orfanotrofio". Non so chi abbia potuto scegliere una futura diciassettenne come figlia, ma così è successo. Non so molto della mia nuova famiglia, solo che i soldi per loro non sono un problema, che hanno due figli e nient'altro.

Infilo velocemente una felpa bianca con una scritta nera in cui ci entrerebbero due me e dei leggins neri. Lego le miei converse bianche e mi avvio al piano inferiore.
-Allora Beatrice sei pronta?- mi domanda Sarah una delle assistenti sociali, credo proprio che sarà lei ad accompagnarmi nella mia nuova casa, dalla mia nuova famiglia.
-Bea per favore. E si mi sembra di essere pronta-
-Non vai a fare colazione?- mi chiede con insistenza.
-Se avessi voluto farla sarei già andata-
-Questo atteggiamento con la tua famiglia non dovrà esistere-
-Ovviamente- esclamo con un sorriso finto. Mi volto verso quelle persone che mi hanno sostenuta in sedici lunghi anni. È brutto doverli lasciare, ma lí fuori c'è qualcuno che mi aspetta.
-Vienici a trovare- inizia Amy, quella che ho sempre considerato una sorella.
-Scrivici- continua Lucas, quello che ho sempre considerato un fratello.
-Hai il mio numero vero?-
-Bea non dimenticarti di noi-
-Dimmi se ci sono ragazzi carini- ed ecco ci risiamo.
-No no dimmi se ci sono ragazze carine-
-Stai dicendo che io non sono carina-
-Volete continuare a litigare o pensate di salutarmi- alzo il tono di voce per sovrastare il loro. Si zittiscono all'istante e corrono ad abbracciarmi.
-Mi mancherai- sussurra Amy.
-Mancherai più a me- controbatte Lucas infastidito.
-No a me-
-No a me- sbuffo alzando gli occhi al cielo e raggiungo la macchina che mi aspetta fuori. Mi mancherà questo posto. Mi mancheranno loro. Mi mancherà questo mio piccolo mondo. Ma è arrivato il momento. Nuova famiglia. Nuova vita.

Matt Pov's
Un altro sbuffo uscì dalle mie labbra.
-Mamma calmati è solo una ragazzina- dico non spostando gli occhi dalla TV.
-Non è solo una ragazzina e alzati dal divano Matt, l'avevo sistemato- sbuffo nuovamente.
-Dove vai?- mi riprende.
-In camera mia-
-Torna qui sta arrivando-
-E allora? Devo stare qui ad attendere. Papà falla ragionare tu-
-Non parlare così a tua madre. E resta qui- sbuffo e mi avvio per le scale con sottofondo le loro lamentele.
Già immagino l'arrivo di una ragazza vestita tutta per bene, la tipica bambolona perfettina. Non pensò di poterlo sopportare. Così come questa pioggia che mi ha tenuto inchiodato in casa già per due giorni. A distrarmi dai miei pensieri è una macchina nera. Ed ecco scendere la perfettin... Oh cazzo! Ecco non è il massimo della delicatezza, ma ciò che mi ritrovo davanti è fantastico. Una piccola ragazza dai lunghi capelli castani, è impossibile vedere i suoi occhi, ma è il volto è magnifico, delicato, forte, ma così fragile. La guardo mentre si scansa da quell'assistente sociale, andando sotto la pioggia. Riesco a sentire delle voci sommerse dalla pioggia e poi il suono del campanello. La curiosità è tanta, fin troppa, ma lo stesso mi limito a stendermi sul mio letto. E poi la voce di mia madre e poi una ancora più bella.

Bea Pov's
-Preferisco stare sotto la pioggia- dico allontanandomi da lei.
-Farai brutta figura tutta bagnata-
-Perché che hanno contro un po' d'acqua-
-Beatrice-
-Bea grazie-
-Smettila-
-Sennò?-
-Comportati bene-
-Questa sarebbe la minaccia?-
-Beatrice- sbuffo spazientita sussurrando un "Bea" a denti stretti.
Aspettiamo che aprano questo portone in legno battuto, devo dire che l'esterno della casa è davvero molto bello ed è anche il doppio dell'orfanotrofio e, contando che lì ci sono una cinquantina di ragazzi e qui solo quattro persone, devo dire che ci sarà molto spazio.
Vengo distratta dall'apparizione di una giovane signora avrà si e no una quarantina d'anni. Capelli biondi perfettamente raccolti, occhi tra l'azzurro e il grigio e un corpo magro fasciato in un vestito elegante così come le scarpe a mio parere fin troppo alte entrambe in un rosa acceso ma allo stesso tempo molto delicato.
Mi abbraccia senza darmi il tempo di salutare e la cosa mi dà abbastanza fastidio e questo mi porta ad indietreggiare leggermente.
-Oh scusami cara, forse è troppo presto-
-Tu dic...- sto per finire, ma le occhiatacce fulminanti da parte di Sarah mi fanno cambiare idea. Sbuffo mentalmente e continuo.
-Non si preoccupi, non fa niente-
-Dammi del tu cara-
-Certamente-
-Chiamo i miei figli-
-Matt, Marghe- adesso voi vi aspetterete le solite urla da madre spazientita, ma non è fatto così. Le sue parole sono calme, ma decise il che mi stupisce molto. Vedo un bambina scendere velocemente le scale e sorridermi mentre si nasconde dietro la sua mamma sorrido di ramando e poi... Wow. Cioè non che dico?
Quello che hai detto.
Non eri scomparsa?
Ma ti pare... Io sono la tua coscienza tesoro.
Coscienza o non coscienza scompari.
Ma non ci penso nemmeno.
Io non ne sarei così sicura.
Io si. Comunque smettila di fissare il superfigo.
Non è superfigo.
Se non fosse così perché continui a fissarlo?
Ignoro la mia "coscienza" e ritorno alla realtà.
-Allora Beatrice-
-Bea- sussurro nuovamente a denti stretti. Mi guarda spazientita.
-Allora Bea questa sarà la tua famiglia. Tua madre Anna e tuo padre Josh Caludy, loro invece saranno i tuo fratelli Matt e Margherita-
-Fin qui c'ero arrivata da sola- cerco di non farmi sentire, ma avvertendo dei risolini sospetto che qualcuno mi abbia sentito.
-Io per un mese vedrò come ti trovi e come ti comporti, spero che tutto vada per il meglio e che ti troverai bene con i signori Claudy e poi vorrei parlarti in privato- sobbalzo.
-Non ho fatto nulla adesso- sbottò fin troppo in fretta.
-Ti devo parlare lo stesso Beatri... Bea- le sorrido trionfante. Dopo le innumerevoli raccomandazione compie il suo vero lavoro parlando con quelli che ormai sono i miei genitori.
-Ragazzi perché non le fate vedere un po' la casa?- dice Anna.
-Dobbiamo proprio?- una voce che mi provoca brividi, mi volto verso Matt ed era meglio che non lo avessi fatto. Ciuffo perfettamente spettinato di una castano biondo e due occhi verdi.
-Matt- lo riprende sua madre.
-Okay, okay ho capito. Vieni- dice rivolgendosi a me.
-Mai sentito parlare di delicatezza?- esclamo io.
-Beatrice- questa volta è Sarah ad assestare il suo rimprovero.
-So che è il mio nome- mi fulmina con lo sguardo.
-Stavo scherzando- mi difendo alzando le mani.
Si sì stavi proprio scherzando.
Scompari.
Come sei noiosa.
Io sarei la noiosa?
-Non vieni?- mi chiama Matt.
-Si sì sto camminando- saliamo le scalinate in marmo bianco perfettamente lucide. È possibile che tutto sia perfetto in questa casa. A mio parere non è tanto normale.
Tu non sei normale.
Sparisci.
-Qui ci sono le camere da letto. Quella infondo è di mamma e papà. Quello affianco è il bagno- dice aprendo le due porte. Davanti ai miei occhi si trovano due stanze enormi e bellissime. Proseguiamo nel lungo corridoio.
-Questa è la stanza di Margherita- vedo la sua aria seccata e alzo gli occhi al cielo.
-Vuoi vederla?- dice la piccola entusiasta.
-Facciamo dopo?- dico sorridendo. Lei sorride contenta, un sorriso che mi riempie di gioia.
-Di fronte c'è una delle camere degli ospiti con bagno interno e quella affianco è la mia, dalla quale ti devi tenere lontana- dice bloccandomi mentre appoggio la mano sulla maniglia.

Innamorata di mio fratelloWhere stories live. Discover now