Capitolo 17

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Due settimane estenuanti costretta a stare in ospedale per accertamenti di qualunque tipo. Mi sentivo in splendida forma! Non ce la facevo più a stare in quel posto. Era deprimente. Volevo solo ritornare a casa e stare ogni attimo con Halim. Chiedevo forse troppo per caso?

John dopo che venne a sapere del mio risveglio si precipitò subito in ospedale. Si era dimostrato sempre un bravo amico. Appena varcò la porta della mia camera d'ospedale, potei subito vedere il suo enorme dolore. Era distrutto. Aveva la barba lunga ormai da giorni, era dimagrito e probabilmente non si faceva la doccia da un po'. Era stanco e le occhiaie lo dimostravano, era completamente abbattuto. Ma non poteva crollare. Doveva essere forte e riprendere in mano la sua vita. Così avrei cercato di fare anche io. Così avrebbe voluto Sarah per tutti noi.

Rimase a farmi compagnia tutto il giorno. Ridavamo e piangevamo di continuo, ricordando i momenti più belli che avevamo passato con Sarah. Lei era quel tipo di ragazza che riesce ad entrarti nel cuore e difficilmente se ne va il ricordo, l'enorme affetto che tutti provavamo nei suoi confronti. E come potevamo? Ragazze come lei c'è ne erano poche al mondo.

Halim rimase con me per tutto il periodo della convalescenza. Non mi lasciava neanche per un secondo e anche lui iniziava ad essere di aspetto un po' fiacco e spossato. Doveva prendersi cura anche di sé stesso.

Oggi mi avrebbero finalmente dimessa dall'ospedale. Gli esiti degli esami non avevano presentato nessun'anomalia, quindi ero libera di tornare a casa sebbene dovessi ancora stare a riposo, secondo le raccomandazioni della dottoressa Thompson. Sapevo che come medico voleva solo il mio bene, ma non riuscivo più a stare sdraiata sul letto. Il mio corpo si rifiutava di farlo. Mi sentivo benissimo, era quella la cosa importante.

Adesso sarei dovuta tornare a casa e mi sarei presa un po' cura di Halim, visto che lui non si era preso cura di me stesso per assistermi. Era così dolce e protettivo. Sorrisi fra me e me.

-Cosa ti fa così tanto sorridere?- mi chiese Halim, svegliandomi dai miei pensieri.

-Niente, stavo solo riflettendo sul fatto che sei un uomo straordinario-

-Si lo so- rispose pavoneggiarsi. Che stupido! Iniziai a ridere, dandogli una pacca scherzosa sul braccio muscoloso.

Dopo che mi fui vestita, uscii dalla camera d'ospedale e Halim di sorpresa mi prese in braccio.

Mi sentivo così in imbarazzo. Tutti ci guardavano sorridendo. Arrossii subito. Usciti dall'ospedale, Halim si incamminò verso il parcheggio, fermandosi davanti ad una macchina. E che macchina! Ero sbalordita.

-Chiudi la bocca principessa, sennò ti entreranno i moscerini- disse Halim ridendo. Si stava prendendo gioco di me?

Non riuscivo proprio a riprendermi dallo shock. Era un'auto davvero meravigliosa. Sembrava provenisse da un altro mondo.

Di un colore tendente al arancio, l'auto era comporta da porte ad apertura verticale. Il design era sensazionale e gli interni meravigliosi, con sedili in pelle e motivi ad esagoni e trapezi presenti anche sulla carrozzeria. Decisamente eleganti, ma sopratutto costosi. Questa macchina potrebbe valere il ricavato del mio stipendio dopo un'intera vita di lavoro. Forse.

Riuscii finalmente ad aprire bocca.

-E' davvero meravigliosa, Halim-

-Grazie, piace molto anche a me- disse con entusiasmo.

-Ma forse non è proprio adatta ad una donna incinta-

Ci pensò un secondo.

-Vuoi compare un'altra auto?- domandai. In effetti questa macchina non era né adatta al mio stato attuale, né adatta alle famiglie in generale, anche perché i posti a sedere erano soltanto due.

La regina di Thaüret || #Wattys2017Where stories live. Discover now