Scusami

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Dean fissava intensamente la parete color avorio della stanza. Era riuscito a dormire per un paio d'ore, prima di svegliarsi di soprassalto. Il volto di Castiel continuava ad apparire nella sua mente. Gli pareva sofferente e debole, mentre cercava di scappare dai demoni. Inutile dire che aveva scalfito il mobilio tentando di scacciare quell'immagine.

Stava bevendo il terzo bicchiere di un qualche superalcolico, che Bobby aveva loro regalato. Non si era nemmeno preso il disturbo di leggere cosa fosse quel delizioso liquido che scivolava velocemente nella sua gola. Lo faceva stare meglio: questo bastava.

Nel letto di destra, Sam dormiva beatamente con la bocca leggermente aperta. Dean giurò di aver visto fuoriuscire una piccola scia di bava. Sghignazzò osservando il suo fratellino: ormai era diventato un uomo. Ed ancora quel senso di colpa tornò a tormentarlo. Se non fosse stato per lui, Sam avrebbe potuto vivere una vita normale. Ma no! Lui si era introdotto nella sua vita con prepotenza, l'aveva trascinato nella sua fossa e lo aveva allontanato dai suoi obiettivi. Un fallimento. Ecco come si considerava Dean.

Preso da un impeto di rabbia, afferrò le chiavi dell'Impala, talmente forte che le nocche sbiancarono. Il metallo freddo stava penetrando nella sua carne, ma il biondo si fermò prima che gli potesse ferire il palmo. Uscì di soppiatto e salì in macchina.

Fuori, una leggera pioggia bagnava l'asfalto sotto le ruote dell'Impala. La testa di Dean era sgombra, forse per via dell'alcol. Il ticchettio della pioggia lo rilassava, così come il movimento regolare dei tergicristalli.

<<Ciao, Dean>>

Il cacciatore non dovette nemmeno voltarsi per capire di chi si trattasse. Avrebbe riconosciuto quella voce calda e profonda ovunque.

<<Allora stai bene>> disse il biondo, accennando un sorriso. Dio solo sapeva quanto si sentisse sollevato in quel momento!

<<Non posso dire lo stesso di te>> ribattè l'angelo, mantenendo un tono piatto e distaccato. Dentro, però, moriva dalla curiosità: perché Dean era uscito a quell'ora? E perché avvertiva una sofferenza maggiore, diversa dal solito?

<<Hai bevuto>>

Al cacciatore non parve una domanda, ma piuttosto un'affermazione. Sorrise affranto e scosse la testa.

<<Caspita, Sherlock! Deduzione da centodieci e lode!>>

<<Non sei divertente>> sibilò Castiel, guardandolo. Usava il sarcasmo come arma di difesa. O almeno, era quello che aveva capito dai suoi comportamenti da umano.

<<Davvero? Da che pulpito viene la predica...>> mormorò. Aveva perso quella vena comica ed in quel momento voleva solo crogiolarsi nel suo dolore.

<<Ferma la macchina, Dean. Hai bisogno di parlare>> consigliò l'angelo con dolcezza. Come risposta, Dean accelerò.

<<Non costringermi ad usare i miei poteri, Dean>> lo minacciò. Ma il cacciatore non sentiva più. Voleva solo liberarsi di quella sensazione che gli attanagliava il petto e si sarebbe ucciso, se ciò fosse stato necessario. Ormai, in prossimità di un burrone, Castiel schioccò le dita. L'Impala si bloccò di colpo, facendo sobbalzare Dean. Il biondo era rimasto immobile ma gli arti gli tremavano terribilmente. Cosa stava per fare? Stava per gettarsi in un dirupo. E avrebbe trascinato Castiel con sé.

<<Scusami>> sussurrò con gli occhi verdi velati dalle lacrime.

<<Non devi scusarti con me, Dean. Devi smetterla di tenerti tutto dentro. Io ci sono sempre per te, vengo sempre quando mi chiami. Tu devi solo fidarti>> disse l'angelo, fissandolo con intensità. Una sensazione di calore gli pervase il petto mentre lo diceva. Era piacevole, ma anche abbastanza dolorosa.

Dean si girò verso Castiel, in silenzio. I loro occhi si incontrarono, si incatenarono e si infiammarono a vicenda. Il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di pensare alla sua prossima mossa: con uno scatto, fece congiungere le sue labbra con quelle del moro, che rimase fermo, con gli occhi sbarrati. Che stava combinando Dean? Era impazzito? Ma quel contatto! Ah, se lo mandava in crisi!

Quasi automaticamente, dischiuse le labbra per sentire il sapore del biondo, per scambiare quel bacio così passionale con colui che l'aveva fatto sentire... umano.

Dean fece scivolare la mano sulla guancia e poi sulla nuca di Castiel per tenerlo stretto al suo corpo. Le loro labbra si muovevano in sincronia e combaciavano perfettamente, tanto che l'angelo mugugnò il suo dissenso quando l'altro si staccò. A quel punto, Dean si aprì in un sorrisetto malizioso, che fece arrossire Castiel.

<<Tranquillo, abbiamo appena iniziato>> soffiò sulle sue labbra, prima di tornare a baciarlo con avidità.

My guardian angel ~DestielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora