My hero

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-In che senso non era più lui?- mi domanda il mio amico, che ho deciso di chiamare per raccontargli ciò che è successo a Stiles.

-E' stato diverso dalle altre volte Scott. Non ha avuto una crisi o perso conoscenza. Era semplicemente un'altra persona. Sembrava avere una sorta di malvagità nello sguardo-

Ricordo i suoi occhi freddi e assenti, e rabbrividisco al pensiero che in quel momento mi stesse guardando in quella maniera. Non c'era più il suo solito sguardo dolce e intenso che mi riserva ogni volta che posa gli occhi su di me, c'era invece tanta rabbia in lui.

-Io credo che il suo lato oscuro si stia manifestando sempre di più, Lydia- dice infine, provocandomi uno strano senso di angoscia. Non voglio che cambi, voglio che rimanga sempre il mio sarcastico, dolce e ingenuo Stiles.

-Cosa possiamo fare?- chiedo con un groppo in gola e la voce strozzata dalle lacrime che minacciano di uscire.

-Non lo so, troveremo una soluzione. Tu però calmati ok? Vedrai che andrà tutto bene- cerca di consolarmi sentendomi provata, ma il suo tentativo fallisce miseramente, visto che una volta attaccata la chiamata mi sento ancora peggio di prima.

Ho provato a chiamare e mandare messaggi a Stiles per due giorni, dato che è praticamente scomparso nel nulla. Ma lui non mi ha degnato mai di una risposta. Comincio a credere che si sia accorto che qualcosa in lui sta cambiando. Ho paura che si sia reso conto che gli stiamo nascondendo un segreto troppo grande. Come reagirebbe se scoprisse tutta la verità? Io non voglio perdere la sua amicizia, è diventata fondamentale per me. Non posso nemmeno immaginare di tornare ad ignorarci. E so che ora lui ha bisogno di me, ha bisogno che io lo riporti alla realtà.

Mi hai salvato tante volte Stiles, ora tocca a me fare la mia parte.

Ho deciso, andrò da lui e gli spiegherò tutta la situazione, sono sicura che insieme riusciremo a venirne fuori.

Apro la porta, intenta ad incamminarmi verso casa di Stiles, quando me lo ritrovo davanti con la mano chiusa a pugno pronto a bussare alla mia porta.

-Lydia..-

Prima che possa continuare, gli getto le braccia al collo stringendomi a lui. Il silenzio che si è creato viene spezzato solo dai miei brevi singhiozzi. Sento le sue magre ma forti braccia stringermi con quella delicatezza disarmante tipica di Stiles.

Non potrei sentirmi più a casa di cosi, questo è per me il posto più accogliente del mondo. Nonostante queste stesse braccia, che ora mi sfiorano amorevolmente, da un momento all'altro potrebbero stringermi fino a soffocarmi, io non ho paura.

-Sei uno stupido. Credevo ti fosse accaduto qualcosa- dico con voce rotta dal pianto, alzando il capo verso il suo volto.

Noto solo ora di quanto abbia davvero una brutta cera. Il suo aspetto sembra peggiorare di giorno in giorno. Ha gli occhi sempre più incavati, il colorito sempre più pallido.

-Mi dispiace- afferma abbassando lo sguardo.

Con due dita gli alzo il mento per riportare i suoi occhi nei miei.

-Sei sicuro di stare bene?-

Annuisce senza troppa convinzione.

-Lydia cosa non va in me?- le sue parole sussurrate con un tono cosi sofferente mi fanno sentire tremendamente in colpa. Ma non è ancora il momento di svelare la verità. O almeno non fin quando non troviamo una soluzione al problema.

Gli afferro il volto tra le mani, portandolo all'altezza del mio, qualche centimetro più in basso.

-Non hai nulla che non va Stiles, ok? Ora ci sono io con te- appoggio la mia fronte sulla sua mentre lo sento rilassarsi e socchiudere gli occhi.

An emotional tetherWhere stories live. Discover now