Risveglio nella nuova vita

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Il passo di N°1 era ciondolante e perniente spedito, quasi fiacco.
Era tornato di fretta e furia dallaluna per adempiere al suo dovere. Essendo uno stregone potente ormaifaceva il lavoro sporco del consiglio.
Doveva rubare la magia e iricordi a qualcuno che aveva fatto qualcosa a loro, non gli avevanocomunicato il nome, avevano detto che non era importante, ma a luinon andava lo stesso.
Espellere un membro del popolo dalsottosuolo era già di per sé terribile se poi si aggiungeva ilfurto dei ricordi e della magia. Anche se N°1 si era istruito neglianni non riusciva a trovare una parola decente a quel trattamentospeciale che lui stesso doveva eseguire.
Cattivo? Sicuramente. Malvagio? Con ogni probabilità. Ma le parole non sempre sapevanoesprimere il disprezzo che provava per loro.
Già da tempo il loroobbiettivo era punire Spinella Tappo, la sua amica. A ogni mossa orespira che lei faceva c'era sempre una punizione pronta che laaspettava a ogni angolo.
Arrivò alla postazione di controllo,passò e venne scortato da una truppa verso la cella delcarcerato.
Affiancato a lui c'era Grana Algonzo, il voltoimpassibile e lo sguardo fisso. Non gli aveva rivolto la parola daquando l'aveva incontrato. Solo uno sguardo fugace.
Arrivaronodavanti alla cella e il comandante fece segnale alla truppa difermarsi. Aprì la cella e scomparve dentro. N°1 notò che avevacercato in tutti i modi di non fargli vedere l'interno.
Non cifece molto caso. Voleva solo chiudere questa faccenda e ritornare dadove era venuto.
La porta si aprì di poco e Grana che vi siaffacciava gli faceva segno di entrare.
Prese un respirò ed entròchiudendosi la porta alle spalle.

All'inizio non riusciva acapire dove era la persona del Popolo a cui levare tutto ma il suosguardo fu catturato da qualcosa rannicchiato in un angolo. Era moltosporco e a primo sguardo non ci fece caso, ma poi si accorse di unastrana somiglianza con una persona di sua conoscenza.
Grana siavvicinò a quel corpo e prendendolo in braccio lo stese sul letto.
AN°1 venne un colpo.
– La devi aiutare. E non nel modo in cui tihanno detto. – Le parole di Grana erano sussurrate, ma nel silenzioquasi eterno della cella riuscì a sentirle molto bene.

I suoiocchi si aprirono piano piano. Il dolore era l'ultima cosa chericordava. Il dolore ai piedi era quasi del tutto insopportabile. Maadesso non c'era più. Anche il dolore agli altri arti erasparito.
In più era in un letto comodo e il soffitto non era lostesso che aveva osservato per quasi un mese. Era diverso. C'era unapiccola crepa su di esso e anche una chiazza di muffa. Era morta? Eraquello il suo paradiso?
Debolmente si alzò. Aveva una fame dalupi e la debolezza che sentiva non la aiutava per niente.
Eratutto molto diverso. C'era una luce che filtrava dalla finestra dellacamera. Ma non era la sua stanza quella e sicuramente non era la suacasa. Tutto era estraneo.
Ma allora, dove era finita?
Sitrascinò fuori dalla camera da letto e si ritrovò in un salone. Eratutto piccolo. C'era solo un divano, un tavolo, due sedie e unapiccola cucina.
Andò verso una porta e quando la aprì vide chequella stanza era il bagno. Un bagno in casa.
No, non potevaessere. Ritornò nel salone/cucina e senza curarsi di niente sifiondò verso l'altra porta chiusa.
Si ritrovò in un corridoiopiccolo e stretto. Oltre alla porta da cui era uscita c'è ne era unaltro paio, ma erano chiuse.
Scese le scale che trovò alla suadestra, lo fece molto velocemente. Volava scappare da quel posto oalmeno sapere dove si trovava. Conosceva un unico posto umano masapeva che non era lì.
Come c'era finita in quel posto? Chi erastato? E perché non si era sentita male?

Di solito quando un membro del popoloentra in uno casa senza il permesso, dopo pochi secondi comincia asentirsi male. Ma a lei non era successo.
Troppe domande leaffollavano la mente e sapeva che altre sarebbero spuntate.
Sitrovò in un pianerottolo e uscì subito all'esterno.
Aria caldala investì ma lei non seppe dire dove si trovava. Era troppo buio, ilampioni non funzionavano tranne per qualcuno acceso ma la cui luceera poca.
Di sicuro era in un quartiere povero o forse anchemalfamato.
Decise di tornare dentro, anche se era spaventata nondoveva comportarsi da stupida e avventurarsi nel cuore dellanotte.

Chiuse la porta di casa. Fece un giro completo. Oltrealle stanze che aveva già visto non c'è n'erano altre. Mentreesaminava ogni angolo della "casa" trovò un lettera sul tavoloche prima non aveva visto.
La prese tra le mani indecisa diaprirla. Si sentiva come in – Saw, l'enigmista. –
Aprì pianola lettera. Era scritta in gnomico e la scrittura era quella diGrana.

"Cara Spinella,
so che in questo momento ti senti confusa e tiposso capire. In seguito a questa lettera troverai tutte leistruzioni per la tua nuova identità. Ti prego di leggereattentamente le istruzioni che troverai a seguire. Non fare di testatua.
Ora ti scrivo tutto quello che è successo da quando tihanno rinchiuso in quella cella.
Per prima cosa ti aggiorno sullecondizione di Artemis Fowl II. Il fangosetto è vivo e in salute manon si ricorda di nessuno di noi e neanche di te.
Non andare acercarlo, per ora rimani nell'ombra. Fai solo quello che ti scriveròpiù avanti. E' un ordine soldato e non discutibile.

E'passato un mese da quando ti hanno imprigionato e costretto allasolitudine in quella cella. Esattamente trenta giorni dopo la tua"cattura" il consiglio si è riunito e anche se mi sono oppostoespressamente, hanno deciso di cancellarti dal sottosuolo. Ovvero perte era destinata l'espulsione e la cancellazione della memoria.
Hannochiamato N°1 per questo dalla luna. Per fortuna mi hanno affidato ilcompito di scortarlo e di controllarlo mentre eseguiva il suodovere.
Ma mentre Polledro manometteva le telecamere per farglivedere quello che volevano vedere, io e lui ti stavamo aiutando ascappare. Abbiamo finto la tua morte per la prigionia e la privazionedella magia a cui ti stavano sottoponendo. Non ti spiegherò i dettagli ma sappi solo che stavamo rischiando tutto moltogrosso.
Abbiamo trovato quest'appartamento, affascinato la personain modo che te lo avrebbe dato gratis per almeno qualche tempo, cosìche tu possa ristabilirti. Polledro ha modificato i tuoi dati, ti haregistrato al comune di Dublino sotto il nome di Holly Short. Hafatto anche in modo di trovarti un lavoro. E' molto umile e troveraiil nome, la professione che rivesti e l'indirizzo sempre all'internodella busta.
N°1 ti ha anche aiutato con la magia. Ha cambiato iltuo corpo. Adesso sei una donna umana a tutti gli effetti, ma tieniancora la tua magia. Non la perderai o almeno così mi haassicurato.
Si sono accorciati i tuoi anni, adesso sei unasedicenne, e non hai più l'età che da elfa ti portavi addosso. Quindi cerca di goderti la tua vita breve...

Mi dispiaceadesso lasciarti, sto scrivendo queste parole mentre N°1 stacontrollando il tuo corpo. Sei molto bella Spinella, e spero per tein un bel futuro. Ricorda, per i primi tempi non avvicinarti alFangosetto o alla sua casa. Evitiamo di insospettire qualcuno. Quandoil consiglio sarà sicuro che Artemis Fowl non ricordi niente delnostro mondo allora libererà la casa dalle microspie.
Proverò aentrare in contatto con te ogni tanto, non so il mezzo ma spero dipoterti vedere di presenza.
Ti auguro una buona vita SpinellaTappo. Questo è il mio ultimo ordine.

Grana Algonzo."

Spinella abbandonò la lettera sultavolo mentre le lacrime scivolavano fuori dai suoi occhi. Non erapossibile, era un incubo. Non c'era altra spiegazione, era un incuboe presto si sarebbe svegliata, si sarebbe vestita e sarebbe andata afare il suo dovere come capitano della LEP...
Si portò davantiallo specchio che c'era in camera da letto, dagli occhi le lacrimecontinuavano a cadere e non riusciva a fermarle.
Aveva lasciatotutto, anzi era stata costretta, obbligata. Qualcuno aveva deciso ilsuo destino e anche se Grana Algonzo e N°1 avevano cercato dimigliorarlo le faceva sempre schifo.
Da sola costretta a viveretra i Fangosi, diventare una di loro, mimetizzarsi.
Si sedette aterra presa da un capogiro. Per l'ennesima volta si guardo allaspecchio. Aveva i capelli lunghi e rosso scuro quasi marroni, unocchi marrone e uno azzurro. Il suo aspetto era diverso ma conservavasempre qualcosa di quella che era stata. Ad esempio le labbra. Loroerano sempre a cherubino. Se le sfiorò. Erano sempre morbide ecarnose.
Si alzò da terra e andò a controllare la busta.
Dentroc'erano dei documenti:
- Una carta di identità.
- Un foglio diemancipazione
- Soldi
- Un foglio con le informazioni di dovelavorava e per finire un foglio che conteneva tutte le informazionivarie sulla sua nuova vita.
Controllò la sua carta d'identità.C'era una sua foto e lo sguardo le cadde alla sua età.
Sedicianni. Aveva già affrontato l'adolescenza ed era ritornata a farneparte.
Anche se ancora la voglia di vivere rimaneva in lei, tuttoquello che voleva fare per ora era sopravvivere.
Si stese nelletto stanca e provata e si addormentò all'istante senza sognare,accompagnata solo dalla sensazione di essere fuori posto.

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⏰ Last updated: Aug 05, 2016 ⏰

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