Nebbia

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Eccomi. Sulla collina bianca di neve. In lontananza si scorge il paesello, accoccolato sull'altura come un drago che protegge i suoi piccoli tra le sue spire. Quest'oggi le nuvole hanno deciso di annusare l'erba, toccare le mura di mattoni delle antiche case, viaggiare tra le strade acciottolate del borgo. Il vapore aleggia sugli edifici, avvolgendoli in candide coperte umide. Dalla coltre, sono pochi gli edifici che fuoriescono... Il campanile della chiesetta, con le sue arzille campane, svetta al di sopra del mare di bruma, indifferente alla magia che accade al di sotto della sua altezza. Turbini di nuvole si levano dal terreno, creando sottili filamenti che, lentamente, si recano verso l'alto. Il sole del tardo mattino comincia a farsi più intenso e la nube scesa in terra comincia a ritirarsi. Le strade si scoprono, le case riemergono, gli alberi riacquisiscono il loro tronco. Della coltre di nebbia, ormai, quasi niente è rimasto. Il paese si è liberato della gabbia di vapore in cui era racchiuso, riappropriandosi del proprio splendore. Sembra una guerra vinta, ma la realtà è ben diversa. Nebbia tornerà il mattino seguente, e quello dopo ancora, e ancora, e ancora... Riappropriandosi della terra, che, in questo modo, diventerà un tutt'uno col cielo.

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