One Shot n. 4

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Siamo nell'Olimpo, ai tempi degli dei,
Eros, dio d'amore, s'innamorò di lei.
Il nome suo era Psiche ed era una mortale,
di eccezional bellezza, che al dio gli fu fatale.
Bella come una dea, diceva di lei la gente,
Cosa che a madre, Venere, donava ira furente.

Io sono Venere.
Sono la bellezza, la grazia, l'eleganza, la perfezione. Tutto quello a cui quei comuni mortali ambiscono, sia in veste di uomini che in veste di donne.
Ma adesso nessuna più di me è indignata. Per tutto l'olimpo! Per me si sono combattute guerre ed è stato scatenato il caos.
Chiunque ucciderebbe per un mio sguardo e rinnegherebbe se stesso per un mio bacio. Tutti, Dei e uomini, da sempre assoggettati e intimoriti dalla mia avvenenza, disorientati dalla mia magnificenza, oggi osano, paragonarla a me. Sono furiosa.
Primo fra tutti il mio amato figlio. Sono angustiata da ciò.
Io che posseggo l'equilibrio perfetto tra armonia dei colori e piacevolezza delle forme, paragonata ad un'insulsa mortale di cui mio figlio Eros si è invaghito. Un Dio avvenente è splendido, devoto all'amore di chi a sua volta è devoto a lui, innamorato di un volgare essere terreno.
La bellezza di lui non appassirà mai e per tutta l'eternità' lui potrà farne sfoggio.
Ma lei, lei che si imbruttirà in poco tempo come un fiore avvizzito dall'inesorabile avvicendarsi del giorno e della notte, sarà solo un'offesa al fianco di mio figlio.
Hanno detto che è bella, bella quanto me.
Ma il suo essere piacente, per quanti eccelso, è destinato a svanire.
Degli Dei e degli uomini non devi fidarti mai, a loro oggi è rivolta tutta la mia ira che convergerà sull'ignara mortale che nascendo piacente ha scritto il suo destino funesto.
Lei ha conquistato mio figlio con un errore da mortale, io distruggerlo lei con la mia astuzia divina.

La storia che racconto, è il fatto di un errore,
Che Cupido commise, e da lì nacque l'amore.
Venere lo mandò per punire la bella
Lui il colpo sbagliò, legandosi alla fanciulla.
Il dio colpi se stesso, puntando il suo tallone
Per Venere fu inizio di dolori e frustrazione.

E pensare che sono stata io a gettare Cupido tra le sue braccia. Sono stata io la mandante del dardo che avrebbe dovuto trafiggerle il petto e invece il fato vuoi per vendetta, vuoi per diletto, ha deciso che a trafiggersi fosse mio figlio stesso, per errore.
Da quel momento lui per lei perse la testa e diventò la sua unica ragione. Rinnegò persino la sua condizione divina quando io gli dissi che sapere mio figlio tra quelle braccia mortali mi umiliava e mi avvelenava nell'animo da Dea.
Mi maledico ogni giorno per quel mio capriccio. Mi maledico ogni luna per avergli chiesto di togliermela di torno.
Se solo potessi mandare indietro il tempo. L'avrei uccisa con le mie mani quella piccola sgualdrina.

Perché non regalarle l'immortalità ?
Così Psiche, Cupido, al più presto sposerà!
Osarono alcuni chiedere, alla dea della bellezza.
Lei di tutta risposta, di vendetta sentì l'ebrezza.
Non poteva permetterle di rubale il primato,
Lei è solo lei voleva decidere sul fato.

Dicerie girano che lei aspiri alla condizione immortale e che mio figlio l'appoggi perché con se la vuole per l'eternità.
È un'offesa per il mio celestiale udito essere testimone di una richiesta che mai fu più irragionevole.
Ebbene, se lei crede che essere una Dea immortale sia così una cosa da tutte, si sbaglia.
Dovrà superare delle prove che io ho scelto e che anche Zeus in persona ha approvato.
Chi si arroga il diritto di aspirare a sedere all'olimpo, deve almeno esserne all'altezza.

Decise che per avere Cupido per marito,
Avrebbe dovuto patire un calvario infinito.
Quattro furon le prove che le diede da superare.
Quattro prove impossibili, anche solo da immaginare...

E' il giorno della lettura delle prove. Lei è lì, mano nella mano con mio figlio. Lui mi guarda e sorride con sguardo di sfida, mente lei tiene la testa bassa, forse per rispetto o forse per timore. Cupido è convinto che lei per lui supererà tutto. Ma io la vedo dura dal momento che io quel "tutto" l'ho reso impossibile.
Che stupido! Ma non capisce che se l'avesse amato davvero non avrebbe osato disobbedirgli? No, non può capire, è troppo innamorato. Nemmeno un Dio può sfuggire alla potenza di quelle frecce.
Mi alzo in piedi e leggo solennemente quello che lei dovrà compiere.
La pergamena dice che Psiche dovrà recarsi a Creta ed addentrarsi nel labirinto di Knosso per recuperare il un pezzo di crine del Minotauro. So che che si perderà nel dedalo intricato o quanto meno sarà sbranata dalla bestia.
La seconda prova prevede il raggiungimento dell'isola dei ciclopi per portarmi la benda che tiene sull'occhio il vecchio è cieco Polifemo. Non potrà vedere quanto è bella e lei non avrà neppure una sola possibilità di salvarsi usando astuzia alcuna.
Come terza prova dovrà palesarsi a medusa e rubarne il riflesso. Diventerà di pietra questa sciagurata mortale!
Infine se sarà ancora viva andrà alla baia delle sirene e raccoglierà le loro bellissime squame cangianti per portarle in dono a me che solo allora benedirò l'unione con mio figlio è la renderò immortale.
Cosa che alla luce di quanto ho deciso, credo che non avverrà mai.

Alla fine la giovane si preparò e partì,
aiutata dal suo amato, ogni impresa riuscì.
Le rese le cose semplici, scoccando i suoi dardi,
Tutti si innamorarono all'istante dei suoi sguardi.
Le diedero tutto quello che alla bella serviva
Per superare le prove e per restare viva.
Ma alla sua partenza, non ressero l'addio,
Tutti si suicidarono finendo nell'oblio.
Che siano esistiti qualcuno lo sostiene
ma oggi non ci sono né mostri ne sirene.
Per colpa di un capriccio e il piglio di una dea.
Miti e storie restano solo il frutto di un' idea.

#picartcontest di @ollysette e @ilaria_mossaWhere stories live. Discover now