Capitolo 1

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James' POV

Faccio un nodo alla mia cravatta nera e mi aggiusto bene la giacca nera.
Oggi è quello che dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita: mi sposo.
Non vedo l'ora di levare il velo dal viso della mia amata per giurarle il mio vero amore e vivere con lei un matrimonio calmo e sereno.
Non sono più una spia; in questi ultimi tre anni ho avuto dei precedenti penali legati allo spionaggio, anche se non capisco il perché della denuncia visto che è stata proprio la S.S.C. a organizzare la missione.
Ma ora non importa(anche se devo dirla tutta, era l'unico lavoro che avevo), l'importante è che ora sono lontano dai guai.
Dei colpetti sulla porta disturbano il mio pensiero, ma con calma apro la porta.

"Oggi qualcuno si sposa eh?" dice Carlos dandomi un caloroso abbraccio.

"Carlos, da quanto tempo!" ricambio l'abbraccio e lo faccio accomodare sul letto.

"Allora, emozionato?"

"Più che altro nervoso." dico allargandomi il collo della camicia.

"E di cosa? Lei è la donna giusta per te."

"Lo so, ma questo è un giorno importante sia per me e sia per lei. E se qualcosa va storto? E se dall'emozione dico di no?"

"James, mio Dio, non ti ho mai visto così agitato e paranoico!" esclama Carlos ridacchiando. "Rilassati. L'emozione cacciala dai tuoi pensieri. E' il vostro matrimonio, lo volete entrambi, nulla potrà impedirvelo. Non succederà niente di male, fidati."

Mi da una pacca sulla spalla mentre io verso due gocce di vino nel mio bicchiere.

"Comunque lei ti ha cambiato, non ti ho mai visto così preoccupato." Aggiunge.

Lei è la sola persona che è riuscita a farmi mostrare dei sentimenti che non sapevo di avere.
Da quando ho aperto gli occhi, vedo la realtà in un altro punto di vista.
Mentre prima il mondo lo vedevo solo come una sfera che gira intorno al Sole di cui non succedeva mai niente di entusiasmante, ora è come se avessi appena imparato a guardare un lato molto oscuro, ma bello, del mondo.
Quando ero in missione per uccidere Trinket, non mi importava delle condizioni di New York che potevano accadere se non l'avessi ucciso, volevo solo avere il merito per passare di grado superiore.
Ed ora sono cambiato: ho tolto l'orgoglio dalla testa e ho iniziato ad amare solo le persone che mi stanno a cuore e che mi sono sempre state vicino.
Ho capito l'importanza dell'amore e anche della famiglia, se mai dovessi avere un figlio.
Beh, una cosa è certa, il coraggio di fare cose pericolose e cacciarmi nei guai ancora le ho!

"Voglio solo che sia un giorno perfetto."

"Ti capisco. Bene sposino, io e Kendall siamo i tuoi testimoni e dobbiamo portarti all'altare, quindi è meglio se ci diamo una mossa!"

Prima di lasciare la stanza, do un'altra occhiata allo specchio per guardare il mio aspetto e alla fine mi dirigo in salotto.
Ho voluto che il matrimonio si svolgesse in casa, primo per essere più romantico e secondo perché la casa per me è una dimora per conservare i migliori ricordi.
Sul camino vi è una collana di fiori rosa che ricopre tutto il bordo di esso, mentre davanti vi è il sacerdote che scruta il salotto.
Che dire del salotto? Beh, diciamo che ornata da fiori sparsi qua e là per tutto il perimetro della stanza e all'interno ci sono le sedie dove le persone possono sedersi per guardare uno degli spettacoli più belli della loro vita(più mia).

"E' davvero una bella casa, complimenti!" dice il sacerdote rivolgendosi verso di me.

"Grazie mille." Lo ringrazio freddamente perché l'ansia mi sta letteralmente uccidendo.

"L'avete scelta insieme?"

"No, veramente è mia da quando avevo diciotto anni, poi io e lei ci siamo fidanzati ed ha cominciato a vivere qui."

LIES 2 - Il Ritorno // James MaslowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora