Capitolo 4.

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Quella mattina mi svegliai e la prima cosa che feci fu guardare fuori dalla finestra : il sole giocava a nascondino con le nuvole e sembrava la giornata perfetta per uscire a fare una passeggiata.

Decisi di vestirmi velocemente, di prendere un libro in mano , una brioche in bocca e di uscire di casa. Avevo voglia di esplorare la città che sarebbe stata la mia casa per molto.
"Io esco, ciao" dissi a voce alta per farmi sentire da qualche anima viva prima di uscire.
Era presto e tutti in casa stavano ancora dormendo ; io ero sempre stata una ragazza piuttosto mattutina.

Mi stavo dirigendo verso la spiaggia, era un posto stupendo. Avevo intenzione di passare la mattinata a leggere in tranquillità con la dolce melodia delle onde del mare che si infrangevano sul litorale come colonna sonora . Era una delle cose che preferivo fare.

I miei piani si realizzarono, passai infatti la mattinata in spiaggia, immersa in quelle pagine che prendevano forma nella mia testa. Mi ricordai improvvisamente del parco che frequentavo a Los Angeles e mi venne in mente di cercare un parco adatto che sostituisse quello precedente. Non ci misi molto a trovarne uno, Miami era piena di parchi ; uno in particolare attirò la mia attenzione: era pieno di cespugli dai fiori variopinti e una fontana al centro dominava il tutto. Trovai una panchina vicino a quest'ultima e decisi di prendere il cellulare per fare una videochiamata con Nicole. 

Non appena rispose iniziai a sentirmi già meglio. 

"Sei praticamente appena arrivata e senti già la mia mancanza?" rispose sorridendo. Sapeva che non potevo trascorrere molto tempo senza sentirla. 

"Non darti troppa importanza Miss Simpatia" le risposi. 

" Spero tu non sia già entrata in un qualche circolo di drogati o alcolizzati " disse ironicamente. 

"No tranquilla, inizio scuola domani. Per quello ho tempo tutto l'anno scolastico. " risposi divertita. "Devi venire qui il prima possibile. Sto iniziando a conoscere Miami e mi sembra un posto carino, anche se ..." 

"Non sarà mai all'altezza di Los Angeles" mi tolse le parole di bocca. Sorrisi. Mi conosceva troppo bene. Ormai la pensavamo allo stesso modo praticamente su tutto. Capitava raramente che fossimo in contrapposizione su qualcosa. Mi ricordo un singolo episodio che suscitò una discussione  abbastanza animata : eravamo in quarta elementare e stavamo discutendo sulla maestra che ci insegnava scienze ; era una donna che non si curava per niente, si vestiva in modo indecente , probabilmente faceva la doccia una volta al mese e in più era sempre raffreddata. Io ero convinta non fosse sposata , mentre Nicole sosteneva il contrario . Passammo una giornata intera a discutere di tale argomento e alla fine decidemmo di fare una scommessa; inutile dire che la scommessa la vinsi io e alla fine ricevetti come premio un bel gelato al cioccolato , che condivisi comunque con lei. Insomma, raramente avevamo idee diverse. 

"Cercherò di venire il prima possibile. A scuola ci stanno riempendo di cose da studiare e il tempo libero è veramente poco. Ti prometto che farò il possibile per venire. " continuò. 

"Capisco. Ti aspetto. " risposi. 

"Tu intanto stai tranquilla, goditi l'inizio della nuova scuola ,goditi la bellezza di Miami, non pensare a Los Angeles, cerca di fare nuove amicizie e di essere felice. Ma non dimenticarti di me, mi raccomando. Ora vado, la biblioteca mi aspetta. " disse salutandomi con un bacio virtuale. 

Le sue parole mi avevano in un qualche modo incoraggiata. Aveva ragione, per me era un nuovo inizio, per cui non dovevo pensare troppo alla mia vecchia vita. Dovevo rimboccarmi le maniche e cercare di rendere la mia nuova vita il più felice possibile. Ero convinta che ce l'avrei fatta ,o almeno ,speravo di farcela. 

Tornai a casa e mi fiondai in camera . Mi sedetti sul letto e fissai intensamente quella pianola. Era una sensazione orribile vederla e non poterla suonare . Non sapevo da dove iniziare. Mi dovevo sbrigare a trovare un insegnante. 

MI venne in mente il ragazzo per il quale avevo una cotta a Los Angeles. Frequentava la maggior parte dei miei corsi e in più faceva delle lezioni di pianoforte e chitarra. Ogni tanto quando passavo per il corridoio lo sentivo suonare il piano ; a volte passavo molto tempo ad ascoltarlo ed ero veramente innamorata del suono delicato che faceva uscire da quello strumento. 

La mia attenzione fu attirata da luci blu e rosse che lampeggiavano ; provenivano da fuori: mi affacciai alla finestra e vidi l'auto della polizia parcheggiata sul nostro vialetto . Da quell'auto uscì mia sorella, con un sorriso stampato in faccia. Mi chiesi che cos'altro avesse combinato e preoccupata scesi le scale e mi fiondai all'ingresso. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 23, 2016 ⏰

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