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Mi svegliai abbracciata a Grace, la osservai dormire era così dolce e tranquilla, ma in un secondo mi tornarono in mente le parole di Riccardo-"è il 20 dicembre" non poteva essere, non potevo essere stata così sbadata da non ricordarmelo. Avevo avuto un ritardo nel ciclo ma i primi giorni di ritardo davo la colpa alle medicine che mi avevano dato all'ospedale quindi non mi ero preoccupata più di tanto, ma adesso nella mia testa balenava l'ipotesi che potesse essere ciò che pensavo.
Così decisi di alzarmi da letto senza svegliare la piccola che ancora riposava e andare a farmi una doccia per poi andare in farmacia.
Scese le scale andai in cucina per vedere se Riccardo fosse lì, ma non c'era, trovai però un bigliettino -"sono uscito torno presto ti amo"
Così tornai di sopra e presi la bimba tentando di metterle la giacca poi la caricai in macchina e partimmo per il centro città.
Entrai nella farmacia e presi ciò che dovevo prendere poi decisi di andare a fare la spesa.


Tornata a casa ero terrorizzata all'idea di ciò che sarebbe potuto succedere, lo avremmo amato senza limiti come era successo per quella bambina che ci girava per casa da un paio d'anni. Io e Riccardo una sera ne avevamo parlato dell'eventualità futura di avere un altro bambino ma non pensavamo che quel futuro in realtà non fosse così lontano. Presi la scatoletta in mano e con tutto il coraggio che avevo in corpo andai in bagno.....

 Presi la scatoletta in mano e con tutto il coraggio che avevo in corpo andai in bagno

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Cominciai a piangere di gioia, ero felicissima ma al tempo stesso ero terrorizzata. Terrorizzata che Grace non potesse accettare un fratellino o una sorellina, terrorizzata da Riccardo che potesse restarci male o comunque potesse pensare che sia troppo presto per un altro bambino.


LUI ERA IL MIO SOLDATOWhere stories live. Discover now