Heath × Duske (Nosaka × Nishikage)

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Duske aprì timidamente la porta della stanza, dopo aver ricevuto da Heath il permesso di entrare.

Come ogni sera, si era fatto trovare nella propria stanza durante il controllo all'orario del coprifuoco, aveva aspettato qualche minuto e poi era sgattaiolato in corridoio, diretto alla camera dell'amico.

<<Hey>> lo salutò Heath, mentre si frizionava i capelli con un asciugamano. Indossava solamente i boxer, ma la cosa non metteva a disagio nessuno dei due ragazzi; erano amici intimi, abituati non solo a condividere segreti e a dormire insieme, ma anche a cambiarsi l'uno davanti all'altro senza vergogna.

<<Ho appena finito di fare la doccia, dovrei ancora asciugarmi i capelli>> continuò il ragazzo dagli occhi grigi, tamponando con lo stesso asciugamano la pelle ancora umida delle spalle e posandolo poi sulla sedia di fronte alla scrivania.

<<Figurati, fai pure>> rispose Duske chiudendo la porta.

Heath gli sorrise.

<<Mettiti a letto se vuoi, a me ci vogliono cinque minuti>> disse al biondo, per poi dirigersi verso il bagno.

Duske lo guardò allontanarsi, per poi avvicinarsi al letto e infilarsi sotto le coperte. Poggiò la testa sul cuscino e socchiuse gli occhi.

Heath

Il profumo di Heath lo avvolgeva; era sulla federa, sulle lenzuola, impregnava l'aria e si attaccava ai suoi vestiti. Respirava piano per gustarsi quella fragranza divina, mentre in sottofondo sentiva il ronzio dell'asciugacapelli.

Dopo poco il ragazzo uscì dal bagno.

<<Ci hai messo poco>> commentò Duske, ammirando alla luce fioca dell'abat-jour i suoi capelli vaporosi che sembravano terribilmente morbidi.

Heath alzò le spalle, sorridendo. Prese dal fondo del letto la maglia del pigiama e la indossò, per poi sedersi accanto all'amico.

Il biondo si perse in quel sorriso spontaneo che era comparso sulle labbra dell'altro.

<<Su, fammi un po' di spazio>> ridacchiò il più basso, e Duske si riscosse, arrossendo appena per il timore che Heath avesse notato il suo sguardo incantato. Si spostò verso il bordo del letto, per permettergli di coricarsi accanto a lui.

Heath si sdraiò supino, per poi picchiettarsi la mano sul petto.
<<Vieni>> si limitò a sussurrare, e a Duske non serviva altro incoraggiamento per accoccolarsi su di lui, poggiando la testa e la mano destra sul suo petto e lasciando il braccio sinistro steso lungo il fianco.

Il torace di Heath si alzava e si abbassava lentamente al ritmo del suo respiro; Duske poteva sentire il battito delicato del suo cuore nell'orecchio mentre la sua testa andava dolcemente su e giù. Il suo fiato caldo gli solleticava la fronte, e quel suo odore ammaliante, ora più intenso rispetto a prima, gli si infilava con prepotenza nelle narici.
Chiuse gli occhi e sospirò.
Era sufficiente quello per lui. Gli bastava poterlo abbracciare ogni sera, addormentarsi circondato dal suo profumo e risvegliarsi al suo fianco. Gli bastava ascoltare il suo cuore e il suo respiro, gli bastava poterlo stringere anche senza che l'altro ricambiasse; gli bastavano quei pochi attimi di intimità condivisa.

Quando era fortunato, nelle serate in cui Heath era di buonumore, il ragazzo dagli occhi grigi si metteva ad accarezzargli i capelli, intanto che gli confidava qualche sua preoccupazione, chiacchieravano, si scambiavano impressioni e perplessità o rimanevano anche semplicemente in silenzio.

𝐈𝐧𝐚𝐳𝐮𝐦𝐚 𝐄𝐥𝐞𝐯𝐞𝐧 || 𝐨𝐧𝐞-𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬Kde žijí příběhy. Začni objevovat