Capitolo 11

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Lui scioglie l'abbraccio ed io rimango spiazzata.
Ho seriamente creduto al bacio tanto atteso.
Sono pazza.
Non c'è altra spiegazione.
I miei occhi si riempiono di lacrime.
Non devo piangere,non devo piangere.
Non devo piangere.
Lui mi prende per mano e mi porta fuori dalla scuola.
Le sue mani sono fredde,proprio come il resto di lui.
<<Andiamo fuori a mangiare.>>.
<<Ok.>>.
Mi porta alla macchina.
La sua macchina è una Porsche nera metallizzata.
È bassa ed il sole riflette sul suo tettuccio.
Lui mi apre la portiera ed aspetta che salga.
<<Grazie.>>.
Entro e lui richiude la portiera.
Tutti stanno andando via,ma nessuno sembra accorgersi dei gesti che compie Jack.
Appena lui entra,mi sento subito mancare l'aria.
I nostri corpi sono a pochi centimetri di distanza,nell'abitacolo stretto.
Non so se ce la faró a rimanere lucida di mente.
Spero di non sclerare prima di arrivare a destinazione.
Mi accorgo solo ora che la sua maglia è firmata,come anche i jeans,le scarpe e tutto il resto che appartiene a lui.
Dev'essere ricco....
Ed i miei sospetti somo confermati,quando parcheggia nel ristorante piú lussuoso della città.
Mi vergogno per ció che ho addosso,ma,al contempo,non mi interessa di ció che pensano gli altri.
<<Vado a parlare con mia madre.
Tu resta qui.>>.
Sembra un ordine piú che un consiglio.
Ma dev'essere per il tono della voce.
Non l'avrà fatto apposta.
Lui esce dalla macchina ed entra.
Dopo pochi minuti,esce e rientra in auto,con un mazzo di chiavi in mano.
Come al solito,scopro di essermi solo illusa:non potevo pensare seriamente che lui mi avrebbe portata in un posto del genere.
Non so se sia un bene o un male.
Sarebbe un bene perchè mi vergogno per i vestiti che ho addosso.
Ma sarebbe anche un male perchè significa che lui non ci tiene cosí tanto a me.
Parte in retromarcia nel parcheggio ed esce,prendendo la strada che porta fuori città.
Sento delle occhiate di lui su di me,ma decido di non ricambiare.
Sono stanca.
Appoggio la testa al finestrino.
Pochi minuti dopo,ci troviamo,davanti,un ristorante che non conosco.
L'insegna dice:"Ristorante italiano".
<<Ti piace la cucina italiana?>>gli chiedo.
Non vorrei sembrare troppo brusca,ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.
<<Sí,a te,piace?
Se vuoi,possiamo cambiare o possiamo andare a casa.>>mi guarda.
<<No,va bene,qui.>>.
Lui scende:<<Resta qui.>>.
Fa il giro della macchina e viene ad aprirmi la portiera.
Ricordo questa scena,in Twilight e mi viene quasi da sorridere.
Abbiamo gli stessi capelli dei personaggi,la stessa statura....
Ci mancano solo gli occhi e l'abbigliamento.
Scendo e lui mi prende per mano.
Mi porta nel ristorante e capisco,da ció che dice al cameriere,che aveva già ordinato.
Aveva previsto che sarei venuta.
Strano.
Ero cosí prevedibile ieri?
Ci sediamo ad un tavolo con una tovaglia bianca,in un posto appartato,vicino alle vetrate,e lui comincia a parlare:<<Allora...raccontami un po' di te.>>.

Fredda dentroWhere stories live. Discover now