VALERIO
Il giorno che scappai dal processo, questi venne sospeso e ripreso la mattina successiva. Venni sgridato da più persone in quel contesto che in tutta la mia vita. La sera, mia mamma mi raccontò del loro divorzio e che probabilmente era stato proprio quello il motivo scatenate dell'ira di mio padre.
" Lo ammetto: ho picchiato mia moglie e mio figlio e mi faccio schifo per questo. Non era mai successo prima, e loro potranno confermare. Certo, ho dato qualche sculaccione a Valerio quando era piccolo e combinava qualche marachella, ma chi non l'ha fatto con i propri figli?
Comunque sia, quando ho fatto quella cosa orrenda, non ero in me. Era come se mi fossi trasformato in un animale. Dicendo ciò non sto chiedendo di essere rilasciato, devo marcire in galera per ciò che ho fatto, e non sto chiedendo nemmeno il perdono dei miei familiari, sto solo spiegando cosa mi è successo in quel momento. Io amo mia moglie e mio figlio", aveva detto mio padre. E lì avevo capito che quella di mio padre era tutta una messa in scena. Lui non era mai stato un uomo affettuoso, non mi ricordavo più l'ultima volta in cui mi aveva detto che mi voleva bene, e lo stava facendo proprio davanti al giudice?
< Ridicolo>, borbottai.
< È tutta una messa in scena>, confermò mia mamma.
Alla fine del lungo processo il giudice annunciò che mio padre sarebbe stato sottoposto a 10 mesi di reclusione.
< 10 mesi? Ma è matto?>, urlai alzandomi dalla sedia. Veramente gli aveva dato solo 10 mesi di reclusione? Mi aveva spedito all'ospedale con un trauma cranico e lividi in tutto il corpo per poi ricevere come pena solo 10 schifosissimi mesi?
Venni intimato di calmarmi dicendo che altrimenti sarei stato denunciato io stesso. Da quel giorno, il mio odio verso polizia, carabinieri e magistratura varia aumentò. Non erano capaci nemmeno di svolgere il loro lavoro, quegli incompetenti. Quei cazzo di sbirri si preoccupavano di più per me che per mio padre. Odiavo quest'ultimo, perché si era dimostrato un falso. Lo odiavo davvero, e speravo vivamente che sarebbe marcito in prigione.Passò velocemente una settimana ed arrivò il giorno del compleanno di Abel. L'organizzazione della sua festa era stata un'ottima fonte di distrazione dalla merda che avevo in testa, tutta per colpa di quello che per 17 anni ho chiamato "padre".
I genitori di Abel ci avevano dato uno margine di spesa molto alto, almeno per gli standard cui ero abituato, perciò avevamo potuto organizzare la festa nei minimi dettagli. Nonostante Abel si fosse dimostrata inizialmente restia, avevo fatto comprare una miriade di alcolici, per di più birre. Ero andato con Giorgio, visto che era maggiorenne e che era invitato al compleanno.
< Mi sta simpatico, e poi così tu e mio fratello avrete compagnia maschile>, aveva spiegato Abel.
Non mi aveva accompagnato Derek a comprare gli alcolici, nonostante fosse maggiorenne- aveva la stessa età di Giorgio-, perché ancora non voleva parlarmi. Aveva veramente preso a male quella storia, ma a me non importava, non era la prima persona che mi odiava, c'ero abituato. A me importava solo di sua sorella, e se a lui non andava giù la nostra amicizia se ne sarebbe dovuto fare una ragione, in un modo o nell'altro.
I ragazzi invitati erano alcuni amici di Abel della sua età, suo cugino, io, Giorgio, Giulio e Derek. Aveva invitato anche molte ragazze, per di più sue compagne di classe. Inizialmente voleva invitare solo 6 persone, ma alla fine ero riuscito a convincerla a fare una festa più grande. Doveva uscire un po' dai suoi schemi, e l'avrei aiutata a farlo.
Non avevo una gran disponibilità di denaro, anzi, da quando mio padre era in carcere la nostra situazione economica era precipitata, perciò potei fare ad Abel solo un piccolo regalo, ma era fatto con il cuore.
La mattina, come regalo extra, non appena tornata da scuola, le feci trovare una rosa all'entrata di casa sua.
" Auguri, Abelina ❤", avevo scritto sul bigliettino. Abel era importante per me e mi aiutava sempre nei momenti più difficili.
Per me, i compleanni erano una giornata veramente importante e volevo renderlo speciale per le persone cui tenevo di più.
Mi squillò il telefono, pochi minuti dopo che fui tornato a casa da scuola. Era Abel.
< Auguri, festeggiata!>, urlai accettando la chiamata.
< Vale, grazie mille! Sei stato dolcissimo!>, esclamò riferendosi alla rosa. Era emozionata e ciò mi rese fiero di me. Sì può rendere felice una ragazza anche spendendo 6 miseri euro.
< Figurati, un pensierino>.

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Unhappy ~ Sercho
Fanfiction, chiesi sorridendo a mia volta. Era strana quella ragazza, la conoscevo da circa un'ora e non aveva fatto altro che sorridere. , confermò allargando il suo sorriso e poggiando la schiena sui cuscini. Notai subito le fossette proprio nel mezzo delle...