Capitolo 43

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Danielle non tornò nella sua stanza dopo la scenata di Alexia. Uscendo da una porta secondaria dell'albergo, era arrivata fino in spiaggia in modo da rimanere un po' da sola. Aveva bisogno di pensare. Quel mese le aveva cambiato la vita ed ora doveva prendere la decisione più importante. 

Non era arrabbiata con Gabriel. 

Forse solo un poco, in fondo lui non aveva fatto nulla di così male. Se fosse andato oltre sicuramente Alexia lo avrebbe detto. Danielle si sentì leggermente in colpa. Era partita per San Diego lasciandolo improvvisamente solo, quindi non avrebbe  potuto pretendere che smettesse di vivere la sua vacanza. Quella ragazzina, ad ogni modo, non le era piaciuta fin da subito e sicuramente aveva approfittato della sua assenza per mettere le sue grinfie su Gabriel. Ma non ci era riuscita fino in fondo. 

Il loro legame era stato più forte di qualsiasi altra tentazione e quel pensiero tranquillizzò Danielle. Sicuramente avrebbe preferito saperlo da lui, invece che in quel modo così teatrale.

Tra un pensiero e l'altro, Danielle camminò a lungo con i piedi nell'acqua, finendo poi per addormentarsi su uno dei tanti sdraio presenti sulla spiaggia. La stanchezza non le aveva dato il tempo di ritornare fino alla sua camera.

La mattina dopo aprì gli occhi che albeggiava, ed il sole regalava al cielo un meraviglioso color arancione. Danielle rimase per qualche istante incantata da quella visione. 

Guardò al suo fianco e per un attimo desiderò con tutto il cuore di avere Gabriel vicino. Ma lui non c'era. In quel momento gli avrebbe detto quanto anche lei lo amava. Rimpianse profondamente di non avergli risposto in tempo.

Non aveva ancora il coraggio di affrontarlo dopo gli eventi del giorno prima, ma presto o tardi avrebbe dovuto. Si girò dall'altra parte e richiuse gli occhi e quando li riaprì per la seconda volta era giunta l'ora di andare a lavoro.

Quando Gabriel si svegliò, si vergognò di se stesso. Aveva dormito tutta la notte appoggiato con la schiena alla porta della stanza di Danielle. A quanto pare nessuno lo aveva visto. Per fortuna o sarebbe morto di vergogna. 

Danielle non era mai tornata in camera e questo lo mise in allerta. Dov'era stata tutta la notte? 

Si stropicciò gli occhi, si alzò e si avviò velocemente verso la hall. 

Erano le 9 del mattino e c'era davvero poca gente. 

Prese un caffè al bar nella speranza di svegliarsi ma il suo unico pensiero correva alla sua Danielle. Doveva trovarla. Doveva rimediare al disastro del giorno prima e convincerla prima che fosse troppo tardi.

Corse verso la spiaggia. E la vide in lontananza. Tirò un sospiro di sollievo.

Ma il sollievo durò ben poco perché la ragazza stava per partire con la barca.

Gabriel mise le mani intorno alla bocca in modo da farsi sentire bene.

- Danielle! - 

Lei si girò. 

Gabriel corse verso di lei. 

Danielle rimase un attimo immobile poi, con grande sorpresa di Gabriel, fece cenno al ragazzo al timone di partire. 

Fu il colpo di grazia per Gabriel. Le braccia gli ricaddero lungo i fianchi. 

Possibile che l'aveva persa perché, da stupido, era uscito con quella ragazzina? 

Rassegnato tornò indietro perché non c'era nulla che ora potesse fare. Non poteva raggiungerla a nuoto quindi avrebbe trovato un altro modo.

Stava per raggiungere la sua stanza, nell'intento di rimettersi a letto, quando incrociò il padre.

- Gabriel, stavo venendo proprio da te. - 

- Ah sì? Perché? -

- Sto andando ad annunciare la partenza anticipata alla reception. -

- Va bene. Spero che la mamma si riprenda una volta a casa. Comunque se proprio vuoi saperlo, siamo arrivati in tre e ripartiremo in tre. Ora se posso, tornerei a dormire. -

- E' andata male con quella ragazza? - 

- Papà, non ho voglia di parlarne. Scusa. -

A quel punto il padre si avvicinò ed abbracciò il figlio. Lui rimase sorpreso poi rispose all'abbraccio.

- Se hai bisogno di me, sai dove trovarmi. Ora devo andare. -

- Quando si riparte? - 

- Dopodomani. -

Gabriel annuì e si chiuse in camera. Dov'era finito il ragazzo che teneva testa al dolore? Quello che per un anno e mezzo gli aveva fatto vivere senza pensieri tante relazioni? 

Era sparito nel nulla perché ora si ritrovava a soffrire, di nuovo come un dannato, per una ragazza. Ma Danielle non era una ragazza qualsiasi e da quel dolore non si sarebbe ripreso. 

Lei non era Lydia, lei era stata divina con lui. E lui aveva rovinato tutto per una ragazzina di diciotto anni. 

Tirò un pugno forte alla porta del bagno poi se ne pentì subito per il dolore. 

Doveva fare qualcosa.

Danielle chiuse gli occhi mentre il vento le accarezzava i capelli neri. Aver visto il volto disperato di Gabriel le aveva fatto male da morire ma non si era sentita pronta ad affrontarlo. 

Eppure aveva un pensiero fisso nella testa.

Si stava immaginando il vento di Los Angeles e l'aria salmastra dell'oceano. Stava immaginando di tornare a casa dopo il lavoro e trovare Gabriel che l'aspettava insieme ai suoi dolcissimi genitori. Avrebbe avuto la possibilità di andare a trovare la madre anche due o tre volte al mese essendo più vicino. 

Le prospettive della nuova vita erano più che positive eppur qualcosa la bloccava. Poteva fidarsi di Gabriel oppure quella piccola bugia era solo la prima di tante altre? 

Era vicinissima alla decisione finale ma l'unica cosa che ora doveva fare era mettere le cose in chiaro. 

- Mark, per favore puoi tornare indietro? - 

- Ma Danielle i turisti dell'altro resort ci stanno aspettando. - 

- Non c'è qualcuno che può sostituirmi? - 

Mark, il ragazzo che guidava la barca, ci pensò su un attimo.

- E' così urgente? Okay, dai. Facciamo che ti sostituisco io. Ormai so a memoria cosa devo fare. Ti riporto indietro. -

- Grazie, ti devo un favore. -

In men che non si dica, Mark fece inversione con la barca e riportò Danielle a terra. 

Era giunto il momento di agire prima che fosse stato troppo tardi.

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L'estate aveva il suo profumo Where stories live. Discover now