𝐢𝐢. 𝐚 𝐭𝐫𝐢𝐩 𝐭𝐨 𝐃𝐢𝐚𝐠𝐨𝐧 𝐀𝐥𝐥𝐞𝐲.

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alexandra

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alexandra. »

la serata dopo il mio arrivo alla tana trascorse fortunatamente in maniera più che tranquilla. era tutto così come lo ricordavo, specialmente il calore delle persone che vi abitavano che con gli anni era rimasto, nei miei confronti, lo stesso.

dal momento in cui avevo messo piede lì la prima volta tutto mi era divenuto più chiaro.

qualche anno prima:

« forza Alex svegliati! mamma e papà ci stanno aspettando. » uno scossone mi costrinse ad aprire gli occhi. avevo passato buona parte del viaggio a dormire ed ovviamente eravamo già arrivati.

mugugnai infastidita mentre mi stiracchiavo.

Ginny rise di gusto mentre mi tirava per un braccio costringendomi ad alzarmi.

sbuffai rumorosamente, odiavo essere svegliata in quel modo, ma evitai di fare questioni con la rossa appena prima di Natale, in un certo senso mi sentivo buona anche io.

scendemmo dal treno e ci dirigemmo dal resto del gruppo che era già raccolto intorno ai signori Weasley.

appena si posizionarono nel suo campo visivo, Ginny gli corse incontro abbracciandoli.

a quel punto mi guardai istintivamente intorno alla ricerca di un paio di teste bionde, che ovviamente non riuscii minimamente a scorgere. rimasi in disparte da quel felice e perfetto quadretto di famiglia mentre mordevo nervosamente un labbro.

ero in pieno imbarazzo e non avevo idea di come muovermi per approcciare.

sospirai in cerca di una soluzione.

a riportarmi poi con i piedi per terra fu la voce della signora Weasley.

« ciao cara, tu devi essere Alexandra. » deglutii a fatica annuendo lievemente per poi porgerle una mano tremante.

« lei deve essere la signora Weasley suppongo. » mi sforzai di sorriderle, ma potei giurare che sulle mie labbra si dipinse tutt'altro che un qualcosa di anche lontanamente simile ad un sorriso.

lei, per tutta risposta, ignorò completamente la mia mano attirandomi a sé in un abbraccio.

rimasi inizialmente rigida ed immobile a quel contatto tutt'altro che familiare, in casa mia non era mai esistito nulla del genere.

eppure il calore che quella donna era riuscita ad infondermi in quei pochi secondi mi era bastato per capire che potevo riporre in lei la mia fiducia e che mi avrebbe accolta in casa come fossi stata figlia sua.

𝐂𝐚𝐧 𝐖𝐞 𝐊𝐢𝐬𝐬 𝐅𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora