Prologo

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La vita di un adolescente può essere piuttosto noiosa a volte.
La monotonia è la cosa più fastidiosa del mondo.
Andare a scuola, mangiare solo una mela a pranzo, andare in bagno a vomitare per non ingrassare, tornare a casa e poi studiare tutta la notte per non deludere i tuoi genitori.
La mia vita è una monotonia continua, che non si ferma mai.
Oramai le trasferte per le cheerleader si fanno sempre più continue e sempre più stancanti.
Il giorno stesso dovevamo andare a fare una gara contro un'altra squadra, che si trovava dall'altra parte di gotham.
"Il viaggio sarebbe durato minimo un'ora."
Pensai, mentre mi vestivo con l'uniforme della mia squadra e mi mettevo le scarpe da ginnastica.
Scesi le scale con lo zaino in spalla e le cuffie nella mano destra.
Salutai mia madre, presi le chiavi e uscì di casa.
Mia madre era il capo della polizia di gotham, un lavoro molto duro e pieno di pericoli, perciò mi preoccupo sempre per lei quando non torna casa.
Controllai l'orario, per poi cominciare a correre subito dopo verso scuola, dato che avevo fatto tardi.
Io non volevo manco farla la cheerleader, ma mia madre mi aveva obbligato a iniziare questo sport  solo perché lei era il capitano della sua squadra quando andava al liceo.
Consideravo il cheerleading solo una cosa per mettersi in mostra, nient'altro.
Quando arrivai a scuola, vidi subito il pullman parcheggiato davanti scuola.
Accelerai il passo e arrivai in pochi secondi davanti all'entrata del pullman, e salì sul pullman.
Erano tutte presenti e mi guardavano tutte male, compresa l'allenatrice.
"Se non fossi così importante per formare la piramide, ti avrei lasciato a piedi."
Le lanciai un occhiata sprezzante e senza dire niente, mi incamminai verso il fondo del pullman.
Qualcuno cercò di farmi lo sgambetto, da persone molto mature, ma li schivai tutti.
Non ero molto amata nella mia squadra e lo sapevo, ma non me ne fregava niente.
Mi sedetti sul sedile messo in fondo al pullman e mi misi le cuffie nelle orecchie, facendo partire la musica.
Misi i the 1975 a palla e andai subito dopo su Facebook, anche se non avevo molto amici anche lì.
Mi comparve una notizia sulla home che mi interessò subito.
NOTIZIA DELL'ULTIMA ORA
Si sono scoperti i nomi del  gruppo di criminali psicopatici fuggiti da Arkham e che hanno rapito e ucciso degli operai facendoli cadere da un grattacielo.

Barbara Kean ha ucciso i suoi genitori.

Robert Greenwood ha ucciso e poi mangiato 12 donne.

Arnold Dobkins schizofrenico, avvelenatore e stupratore.

Aaron Helzinger ha sterminato la famiglia con le sue mani.

E per finire, il capo di questo gruppo di criminali chiamato Maniax, Jerome Valeska, 18 anni e matricida.

Alzai il sopracciglio, e sulle note di love me cercai la foto del capo dei Maniax.
Ero scettica nel sapere che un ragazzo di due anni più grande di me fosse capace di organizzare tutto questo.
Scrissi il suo nome nella barra di ricerca e aspettai che caricasse.
E lo vidi.
Aveva i capelli rossicci e un sorriso da psicopatico.
Arrossì involontariamente.
Era attraente.
Mi diedi uno schiaffo in fronte.
Non potevo pensare questo su uno psicopatico.
Lo guardai ancora e poi chiusi il telefono.
Non potevo.

BloodshedWhere stories live. Discover now