Capitolo 1

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Le punte delle scarpette da ballo della giovane ragazza battevano insistentemente sul legno della sala da ballo. Lo specchio rifletteva la figura leggiadra. Le gocce di sudore finivano sul pavimento lucido,mentre la ragazza provava e riprovava la stessa parte del balletto. Si sentiva così dannatamente frustata per la non riuscita di quell'unica parte in tutto il ballo. L'ennesima volta che sbagliò si lasciò cadere per terra per riprendere riprendere fiato. In quel medesimo istante la porta si aprì e un ragazzo dalla carnagione scura fece il suo ingresso.
-Ehi,Clarke! Tutto bene?- disse porgendole una bottiglia d'acqua e sedendosi di fronte a lei.
-Certo,Wells. Benissimo!- rispose sarcastica all'amico. Wells Jaha era il migliore amico di Clarke Griffin,nonostante per lei provasse qualcosa che andava oltre la profonda amicizia. Era il figlio del proprietario dell'Accademia di ballo frequentata da Clarke. Erano amici fin dalla più tenera età.
-Sono sicuro che ce la farai con quel passo.- le disse rassicurante.
La loro conversazione fu interrotta da della musica chiassosa proveniente dalla strada. Si lanciarono uno sguardo e si alzarono per andare ad affacciarsi alla finestra. In strada era pieno di ragazzi e ragazze che ballavano la forma più comune di ballo da strada. Clarke li osservò incuriosita mentre Wells sembrava veramente furioso.
-Li avevo avvertiti di non farsi più vedere.- sibillò a denti stretti.
-Wells,non stanno facendo niente di male...- ma il ragazzo sembrava non ascoltarla. Si diresse immediatamente verso la porta per scendere le scale e raggiungere l'ingresso dell'edificio. Clarke lo seguì immediatamente. Quei ragazzi la incuriosivano più di quanto volesse ammettere.
-Ehi! Vi avevo detto di girare alla larga da questo edificio!- urlò ai ragazzi. La ragazza che si trovava vicino allo stereo lo spense subito. Un ragazzo pressoché della loro età si avvicinò minaccioso.
-Ehi amico,non stiamo facendo niente di male. Facciamo solo quello che fate voi nella vostra 'prestigiosa' Accademia. Solo che lo facciamo meglio.- disse il ragazzo per poi girarsi verso la folla visibilmente in delirio per la sua battuta. Wells strinse i pugni fino a rendere le nocche bianche. In un attimo fu addosso al ragazzo,con un pugno alzato,quando un ragazzo più grande di loro di qualche anno si avvicinò tranquillamente con la visiera del cappello abbassata. Clarke lo guardò curiosa. Dal cappello poteva intravedere qualche ricciolo scuro. Il ragazzo posò una mano sulla spalla dell'altro e lo fece spostare mettendosi lui stesso davanti a Wells.
-C'è qualche problema con Murphy?- chiese alzando la visiera del cappello. Aveva uno sguardo profondo.
-Ho un problema con tutti voi! Vi avevo avvertito che se avesse di nuovo provato a fare quella cosa che voi chiamate 'ballo', avrei...-
-Fatto cosa? Chiamato il paparino?-
-No,avrei chiamato la polizia.- disse freddo. Al ragazzo sembrò che questa affermazione non facesse né caldo né freddo. Esibì un sorrisetto sarcastico e dopo si girò verso il resto del gruppo.
-Ragazzi,direi che per oggi abbiamo fatto abbastanza. E direi anche di evitare questo posto per gli allenamenti dal momento che non siamo bene accetti.- i ragazzi annuirono. Dovevano avere gran rispetto per quel ragazzo.
-Bellamy,spero per te di non vederti più da queste parti.- sibilò Wells.
-Così ferisci i miei sentimenti!- disse portandosi una mano al petto. -Io spero di non vederti mai più in tutta la mia vita.- aggiunse poi guardandolo dritto negli occhi.
Dopo fece cenno ad una ragazza di avvicinarsi e se ne andò seguito da tutto il gruppo.
-Wells non stavano facendo niente di male...-
-Clarke,lascia perdere,davvero.- disse retorico per poi rientrare nell'edificio. La ragazza,però, non riusciva a dimenticare quegli occhi profondi,nonostante il carattere scontroso di quel ragazzo, quel Bellamy.

Bellamy rientrò nella lussuosa casa insieme a sua sorella Octavia. Una volta entrati il ragazzo si tolse il cappello e si diresse al tavolo della sala da pranzo seguito dalla sorella. Si sedette osservando il padre che leggeva il giornale.
-Vince.- disse a mò di saluto. L'uomo abbassò il giornale osservandolo. Octavia sentiva la tensione tra i due.
-Bellamy,gradirei mi chiamassi papà come ti faccio notare ogni giorno.- il ragazzo aggrottò le sopracciglia. Certo era da sempre grato a Vince e Lily Smith per averlo adottato quando era solo un bambino di cinque anni. Lo avevano salvato dall'orfanotrofio e avevano accettato anche la sorella. Ricordava come la teneva per mano,allora solo una bambina di tre anni, e ricordava come avessero accettato di prenderla con loro nonostante cercassero solo un bambino. Allora il piccolo Bellamy si era battuto orgogliosamente una mano sul petto e aveva detto:'Mia sorella,mia responsabilità.' La stessa promessa che aveva fatto alla madre quando l'anno prima li aveva lasciati davanti all'orfanotrofio con le lacrime agli occhi. Aurora Blake era morta due mesi dopo averli lasciati davanti il portone dell'edificio per una malattia, mentre il loro padre era morto un anno dopo la nascita della piccola Blake. E Bellamy non aveva abbandonato il cognome con cui era nato, perché quello era il vero lui, nonostante facesse parte di un'altra famiglia. Aveva sempre detto il suo vero cognome con orgoglio, nonostante il disappunto di Vince, che alla fine dovette arrendersi alla realtà. Solo nelle cerimonie importanti doveva esibire il suo cognome adottivo. Inoltre da piccolo aveva provato molte volte a chiamarli 'mamma' e 'papà' ma era stata molto dura,perché quei due nomi gli riportavano alla mente troppi dolori,mentre per la minore dei due fu tutto più facile. Perciò ogni qualvolta quell'uomo gli faceva una richiesta del genere si sentiva furioso.
Il ragazzo batté un pugno sul tavolo.
-Vado a lavoro.- disse per poi alzarsi e dirigersi all'ingresso. Bellamy non si era mai sentito parte di quella famiglia nonostante la gratitudine che provava nei loro confronti e non si era mai sentito al suo agio in tutta quella ricchezza. Lui amava essere libero e indipendente,perciò aveva sempre lavorato.
Vince lo guardò uscire dalla porta, scuotendo la testa.


Angolo Autrice:
NUOVA STORIA! PENSAVATE DI ESSERVI LIBERATI DI ME? E INVECE SONO TORNATA (non è una minaccia.)
VI AMO CIAO.
*Mi si era cancellato il capitolo e l'ho dovuto riscrivere, amatemi comunque❤️*

PER IL MERAVIGLIOSO BOOKTRAILER RINGRAZIO BeautyArmyITA Jadescute

The Last Dance Where stories live. Discover now