Capitolo 12

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•Dal capitolo precedente•

«Piccola, vorrei farti una domanda, ma non spaventarti, okay?» la sua voce mi giunse da dietro come un suono angelico.

«Dimmi.» dissi voltandomi.
Eravamo a due centimetri di distanza e, dato che non resistetti, lo baciai.

Quando ci staccammo mi sorrise e mi fece una domanda che mai mi sarei immaginata.
«Vorresti avere dei figli con me? Ti sei mai immaginata come potrebbero essere? Ti sei mai chiesta che carattere avranno? E gli occhi? Li avranno preso da me o da te? I capelli? La corporatura? La testardaggine?»

Guardai Christopher con occhi sbarrati e per un attimo pensai a quanto bello sarebbe stato aver dei figli con lui; mi ero affezionata a Christopher, forse anche troppo, ormai non sapevo più ciò che stavo provando, sapevo solo che quando ero con lui mi sentivo al sicuro, ogni volta che mi baciava il mio stomaco si aggrovigliava e ogni volta che facevamo l'amore mi sentivo al settimo cielo. Esatto, facevamo l'amore, almeno per me era così.

Mi vennero gli occhi lucidi a pensare ad un mini Christopher: i capelli del mio colore, gli occhi verde militare come quelli del padre, il sorriso mozzafiato, il carattere dolce e stronzo. Al solo pensiero di essere incinta da parte di Christopher mi emozionava; ma non era ancora il momento. Lui non mi amava e in più eravamo troppo giovani.

«Piccola, ti ho sconvolta? Scusami, non volevo.» disse asciugandosi le lacrime che non mi era accorta mi fossero cadute.

«No no Christopher, non mi hai sconvolta, certo, era una domanda che non mi sarei mai aspettata, ma a pensare come potrebbe uscire nostro figlio mi sono emozionata! Immaginati un bimbo con il mio colore di capelli, i tuoi occhi verde militare, il tuo sorriso, il mio carattere misto al tuo... Insomma, a pensarci mi sono emozionata.» sorrisi con ancora le lacrime agli occhi.

Poi ripensai al fatto che tutto ciò non sarebbe mai accaduto dato che Christopher non mi amava.

«Hey, questo muso lungo?» disse spegnendo il sorriso che gli si era formato pochi secondi dopo le mie parole.

«No, non è niente.»

«Abigail, so che devi dirmi qualcosa, avanti, non mordo.»

«Lo so, solo che tu ti arrabbierai e non mi vorrai più.»

«Cazzo Abigail no! Non potrei mai arrabbiarmi con te, tanto meno non volerti più!»

«È che... Insomma, in questo periodo ti sei comportato divinamente con me, non so per quale strana ragione, forse perché lo volevi tu o forse è una farsa, fatto sta che questo cambiamento... Ecco... Mi ha fatto sentire... O meglio, provare emozioni nuove, diverse verso di te.»

«Pensi seriamente che questo cambiamento sia una farsa? Abigail, lo pensi seriamente?» mi chiese con occhi delusi.

«Christopher ormai non lo so più, sei cambiato da un giorno all'altro. Ti faccio una domanda ma tu dovrai rispondere seriamente - annuì - Cosa provi per me, Chris?» chiesi avvicinandomi a lui.

«Dimmelo Chris, non tenerlo nascosto, fa male tener nascosti i propri sentimenti, dimmi cosa provi, che sia disgusto, attrazione, rabbia, gioia, tristezza, paura... Amore...» dissi mormorando l'ultima parola.

Mi avvicinai ancora di più fino a far sfiorare i nostri nasi.
«Dimmelo Chris.»
Gli lascia mi un bacio a fior di labbra, come se avessi avuto paura di fargli del male, ma con quel semplicissimo bacio gli trasmisi tutto il mio amore, perché si, mi ero innamorata di Christopher Turner, il mio Padrone.

Submissive slave Where stories live. Discover now