Dopo il diploma

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Stavo avendo un attacco di panico. Ci avevano trovato.

- Andrea alzati maledizione. Dobbiamo scappare ora che abbiamo il tempo di farlo-

- Devi rilassarti piccola. Ci sono io-

- Non basta esserci. Tu non li conosci-

- Ok, entriamo-

Lo prendo per mano e lo trascino dentro casa. Corro lungo le scale che sembrano infinite e scappo in bagno per farmi una doccia.

- Asy cosa stai facendo?-

- Mi faccio una doccia e partiamo immediatamente-

- Asy- apre la tenda della doccia e mi prende da un braccio per guardarlo. - Intanto rilassati. Respira e datti una calmata. Tu fai la doccia ed io prendo qualcosa da mangiare. Farò la doccia anche io e andremo via ma tu devi stare tranquilla- mi accarezza e mi bacia.

In 15 minuti eravamo profumati e pronti. Mano nella mano varchiamo la soglia di casa e raggiungiamo la macchina.

- Buongiorno signorina- ed ecco il mio incubo.

Mi rifugio dietro Andrea usandolo come scudo ma lui continua a parlare senza fare caso a me.

- Io sono Nill. La ragazza deve venire con me- con il suo vestito elegante e gli occhiali scuri cerca di imporre la sua autorità con il tono della voce.

- Non vengo con te Nill- mi affaccio e lo guardo. Non ride, probabilmente non respira neanche. Molte volte ho pensato fosse un robot.

- Ashley devi venire con me senza fare storie. Devi dimenticare questo ragazzo ed iniziare ad amarne un'altro. Lo sai tu come lo so io. Finiscila con questi atteggiamenti da bambina-

- Ah! Atteggiamenti da bambina? Io? Imporre un matrimonio è una cosa da persone mature?-

-Non giudico le decisioni dei tuoi genitori. Quello che so è che potrai fare qualsiasi cosa ma il tuo destino è già deciso. Non ci sono soluzioni. Devi solo cedere e comportarti bene- 

- Mi conosci da quando sono piccola Nill. Perché non mi aiuti a fuggire da questa situazione?- mi ero avvicinata sotto gli occhi increduli di Andrea. Era la mia ultima occasione.

- Perché perderei il lavoro e non me lo posso permettere. Ho un figlio da crescere e non posso mantenerlo se aiuto te-

Giusto. Lui ha un figlio che sta crescendo con una baby sitter. La moglie è morta qualche hanno fa e in quei giorni non riusciva a nascondere la tristezza nel suo volto. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto in quel periodo.

- E allora fai finta di non avermi trovato. Per favore- stringo il braccio di Nill e lo sento rigido come un palo della luce.

- Mi dispiace Ashley- apre la portiera dell'auto con i vetri oscurati e mi invita ad entrare.

- Non vengo con te- tiro Andrea  e raggiungiamo l'auto.

In un secondo me lo ritrovo accanto. - Mi dispiace- mi prende a peso morto sulla spalla mentre io mi agito.

- La lasci immediatamente- Andrea si avvicina ma Nill preme due dita alla fine del collo. E lui sviene.

- Merda Nill. Andreaaaa- mi trascina in macchina e cerca di farmi entrare ma mi ribello.

- Smettila o uso lo stesso trattamento con te. Non mi costringere Ashley-

- Lasciami. Lasciami maledizione- mi dimeno e poi non vedo nulla.

Qualche ora dopo...

- Buona sera - mio padre è ai piedi del letto con le braccia conserte. - Ti sei divertita a fuggire? Ti diplomerai qui-

- Cosa?- indietreggio appoggiando la schiena alla testata del letto. Stringo le braccia intorno alle gambe e gli occhi si inumidiscono. Sono dentro la tana del lupo.

- Hai capito bene. Ero stato chiaro ma hai voluto fare di testa tua. Il diploma sarà a breve e poi...-

- No no- mi copro le orecchie. - Non ti ascolto. Quello che dici non mi interessa. Ti odio. Vi odio tutti- inizio a piangere e quando finisco ogni lacrima presente nel mio corpo, apro gli occhi e sono sola. Sola nella mia vecchia stanza.

È rimasto tutto come tanti anni fa. La casetta delle bambole è sempre allo stesso posto. Le lenzuola sono morbide e il profumo di vaniglia è così forte da farmi girare la testa. Questo posto non mi appartiene più. Non ci sono ricordi della mia adolescenza,solo della mia infanzia. Niente poster, niente foto, niente di niente.

Mi alzo e raggiungo il piano inferiore della mia villa incontrando lo sguardo di mio padre e mia madre seduti sul divano.

- Hai deciso di scendere?-

- Voglio sapere quando tornerò nella mia casa-

- Mai è sufficiente come risposta?-

Di andare a quel paese invece è sufficiente?

- Devo prendere la mia roba e poi vorrei diplomarmi lì-

- Impossibile- risponde freddo mio padre senza degnarmi di uno sguardo.

- Me lo devi. Mi imponi di sposare un uomo che neanche conosco-

- Lo conosci. Siete cresciuti insieme e vi volevate bene. Amarvi sarà un gioco da ragazzi-

Per lui è tutto semplice come comprare la spesa al supermercato.

- L'amore non è un gioco. Devi capire che non sono una ragazzina ed amo un'altro più della mia stessa vita-

- Cara non sai cosa voglia dire amare qualcuno più della tua stessa vita- risponde mia madre.

- Ahah... Lo sapete voi?-

- Il destino vi ha fatto incontrare quando eravate piccoli ed il destino dice che dovete stare insieme per sempre e darci decine di nipotini-

Rido ancora nervosamente - Il destino sareste voi? Perché VOI state decidendo tutto. Avete deciso di farmi giocare con lui da piccola e state decidendo VOI di farmi sposare con lui-

- Ti garantisco che è diventato un ragazzo bellissimo. Ne vale la pena tesoro-

Tesoro un corno.

- Verrà a trovarti dopo il diploma. Andrai con tua madre a comprarti abiti nuovi e a metterti in tiro per lui-

- Potrai fare di tutto ma non otterrai mai un consenso per il matrimonio. Non sposerò lui ne ora né mai-

- Lo sposerai eccome- urla mio padre mentre mi allontano sbattendo i piedi.

Devo trovare una soluzione. Prima che sia troppo tardi.

Lo sbaglio più bello sei stato tuWhere stories live. Discover now