Capitolo 1

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Andare a letto senza cena non riempie pienamente né la mia concezione di riposo né il mio stomaco, che comincia a brontolare esigentemente, inducendomi a combattere con il lenzuolo per districarmi dalla sua morsa soffice e mettermi a sedere. Mamma diceva sempre che è come se facessi la lotta con le coperte, di notte. È perché non riesco a stare ferma, immagino. O perché ho un'indole irrequieta.

Mi stiro in avanti e inarco la schiena, appoggiando la testa sull'armadio di fronte ai piedi del letto per rilassare i muscoli qualche secondo di più. Con le braccia ancora unite sul mobile e la folta massa aggrovigliata di capelli scuri a ostacolare la vista - sono persino chiamati capelli questi? -, lancio un'occhiata bieca alla sveglia sulla mia sinistra, sforzandomi di leggere i numeri. 12:29 p.m.

"Hah!" Mugugno rocamente, come si addice alla mia consueta voce mattutina. Mi do stancamente lo slancio per alzarmi e con le gambe addormentate, barcollo fino in bagno per darmi una sciacquata. L'acqua fredda mi dà sicurezza. Esco dalla doccia e per un po' strofino vigorosamente le spesse ciocche boccolute, esaurendo in fretta lo scazzo e decidendo che si asciugheranno al sole. Le raccolgo in due semplici trecce, che sciolgo in una morbida cascata arricciata non appena mi accorgo - con il dovuto disappunto - di non avere dei codini a disposizione, e poi scivolo comodamente in una t-shirt bianca dei Roxy Music completa di un paio di pantaloni a palazzo blu. Avevo tirato fuori con una certa soddisfazione la mia maglietta rossa degli Iron Maiden, ma decido di conservarla per un'occasione migliore. La zia potrebbe venire a farmi visita, oggi, perciò non voglio rischiare di indurla a credere che mi sia data alle pratiche sataniste.

Afferro il telefono e dopo aver controllato automaticamente le notifiche, scendo al piano di sotto. Sto scrollando svogliatamente i social quando sento una voce femminile esultare "Ecco qua! Te l'ho fatta, Mike", seguita dalla musichetta fastidiosamente raccapricciante di un telecomando wii e dal tonfo di quello che suppongo essere un salto olimpionico sul divano. Quelli che fanno tanto piacere ad Ash, per intenderci.

I miei sensi intorpiditi si risvegliano bruscamente al nome pronunciato dalla ragazza. Saltello precipitosamente per i gradini restanti e con un sorriso schifosamente largo comincio a correre fino in salotto come se ne valesse della mia vita, gettandomi svergognatamente a peso morto tra le braccia di Michael, che quasi viene travolto dalla violenza dell'impatto. Allaccio goffamente le gambe attorno al suo busto, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo mentre una sua mano mi tiene stretta a sé e l'altra si insinua protettivamente tra i miei capelli, schiacciandomi contro il suo petto come se fossi la sua bambina. Miagolo un po', perché mi sta davvero fracassando la testa contro la sua spalla, ma è così bello averlo di nuovo vicino che anche io sento il bisogno di stringere ancora un po' la presa sul suo collo bianco, per fargli capire che gli sono accanto, che lo sento. "Mory" mi culla dolcemente, accarezzandomi mentre sono avvinghiata a lui, il sorriso sempre stampato sulle labbra. "Mi sei mancato, Mike" mormoro con il capo sepolto da qualche parte addosso a lui e la voce impastata contro il tessuto della sua maglia. Rimaniamo per qualche altro secondo così, ognuno a godersi semplicemente il contatto che gli offre l'altro.

"La tua corsetta così dolorosamente sgraziata più urletto privo di ritegno è ancora la cosa più tenera e carina che io abbia mai visto, tipo nella mia intera vita" mi sfotte lui dopo avermi messa giù, prendendomi il volto tra le mani e strizzandomi le guance, un gesto che detesto.
"Fai choppie-choppie."
"Direi piuttosto spigliata e disinvolta e no, Mich, dannazione!" squillo seccata, liberandomi scioltamente e spingendolo via. Sa che odio tutta la faccenda delle guanciotte choppie-choppie.
"Hey, non essere rude, hai delle belle guance", ridacchia Mike e io ruoto gli occhi accartocciando le labbra, a metà tra l'infastidito e il compiaciuto. "Sei un emoticon vivente, cavolo, ancora meglio delle faccine di Whatsapp. Ma come fai?" ride il mio amico.
"Deliziosa", afferma allegramente una voce alle sue spalle. Solo ora mi accorgo della presenza di una ragazza dai capelli di un ramato intenso, intenta ad osservarci curiosamente con i suoi vispi occhi azzurri come il ghiaccio, accesi da un istantaneo moto di simpatia quando incontra i miei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2016 ⏰

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