Capitolo 1 - 1/2

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Chiara

Roma, Febbraio 2016.

A tutti è capitato nella vita di avere problemi ad alzarsi presto al mattino, anche alle persone che come me, in genere, non hanno difficoltà a svegliarsi al primo trillo della sveglia. Di solito, non appena le prime luci dell'alba entrano attraverso le fessure della persiana, della mia finestra, mi sveglio automaticamente. Questa mattina però, infastidita dai raggi di luce, metto la testa sotto il cuscino, ma poco dopo la sveglia comincia a suonare.

«Uffa, ho sonno!» borbotto tra me e me. La spengo e resto ancora un po' nel letto a farmi coccolare dal calore delle coperte.

Quando finalmente mi decido a dare un senso alla giornata, butto giù i piedi dal letto e percorro il corridoio, oltrepassando il bagno che divide la mia stanza da quella della mia amica ed entro senza bussare.

«Claudia, svegliati, è ora di alzarsi» le dico senza ricevere una risposta, così insisto. «Dai, su, alzati, se no facciamo tardi», lei mi risponde a versi, girandosi dall'altro lato. La scuoto un po' finché mi manda a quel paese, come al solito. Ormai ci sono abituata, fa sempre così al mattino.

La mia amica non sente mai la sveglia, che potrebbe suonare ore sul suo comodino, se non ci fossi io a spegnerla. Penso che nessuna delle due riuscirebbe a passare la propria vita senza l'altra accanto. Siamo inseparabili da quando, all'età di dodici anni, la nostra professoressa ci mise vicine di banco. Tant'è che abbiamo frequentato persino lo stesso liceo, per poi decidere di vivere insieme una volta iniziata l'università.

Dopo essermi assicurata che si sia svegliata, vedendola camminare come uno zombie per raggiungere il piano di sotto, finalmente posso andare a prepararmi. Una volta pronta, raggiungo Claudia in cucina, dove la trovo che sta finendo di fare colazione con una bella dose di caffeina.

«Scusami per prima e grazie di avermi svegliata. Ti ho lasciato un po' di caffè, ora corro a prepararmi» mi sorride e si alza dalla sedia per mettere nel lavello la tazzina.

«Figurati, grazie per il caffè» rispondo con un sorriso, prima che esca dalla stanza. «Non metterci tanto!» le urlo mentre si allontana.

Prendo la mia tazzina personale, quella che ho comprato un paio di anni fa durante lo shopping terapia post-delusione d'amore. Accarezzo il cuore disegnato in rilievo, ripensando a quel periodo ormai lontano, dopodiché verso il caffè all'interno e mangio qualche fetta biscottata con la Nutella.

Guardo l'orologio sulla parete: sono le sette e un quarto, è ora di uscire, altrimenti faremo tardi per colpa del traffico mattutino. Mi alzo e sparecchio velocemente, mi reco in soggiorno e mi avvicino alle scale per chiamare Claudia.

«Arrivo, sono pronta!» risponde scendendo di corsa.

Indossiamo i nostri cappotti, la sciarpa e il cappello, visto le temperature gelide di questi giorni, e ci avviciniamo alla porta pronte per uscire, quando squilla il mio cellulare... È Alice, leggo sul display.

Rimango un po' sorpresa, non mi aspettavo una sua chiamata a quest'ora dato che è in vacanza. Appena le rispondo, con voce squillante, mi comunica che ha una notizia importante da dare a me e Claudia, così metto in viva voce per ascoltarla insieme.

«Stefano mi ha chiesto di sposarlo!» urla di gioia.

«Cosa?!» rispondiamo insieme, incredule.

«Sì!»

«Quando? Come e dove? Ma soprattutto, cosa gli hai risposto?» le chiedo euforica.

«Ho detto sì! Me lo ha chiesto ieri sera a cena, in un ristorante stupendo. È stato davvero molto dolce, si è messo anche in ginocchio» spiega. Dalla sua voce posso capire che è molto emozionata.

«Com'è l'anello?» domanda Claudia.

«Stupendo! Dopo vi mando una fotografia, anche se sicuramente non gli renderà giustizia.» Probabilmente ha ragione, penso. «Come va a casa?» chiede.

«Tutto bene, ora stiamo uscendo per andare a lavoro» risponde Claudia.

«Allora vi lascio andare, se no farete tardi. Ci tenevo a darvi la notizia il prima possibile, non potevo aspettare.»

«Hai fatto bene. Ci vediamo tra due giorni, salutaci tanto Stefano e divertitevi» le dico.

«Grazie mille, un bacio» conclude. Usciamo di corsa per andare a lavoro.

«Sono davvero contenta per Alice» dico a Claudia che siede accanto a me.

«Sì anche io, ma sai come la penso sui matrimoni» risponde.

Io e Claudia la pensiamo in maniera completamente diversa su questo argomento: io sono innamorata dell'amore, adoro i matrimoni e vedere due persone che formano una famiglia... Insomma, è qualcosa di magico per me. Mentre Claudia è molto cinica, non crede né nel vero amore né nel matrimonio.

«Sì lo so. Comunque sono contenta che abbia trovato qualcuno che la ami e la rispetti come ha sempre desiderato. Se lo merita, no?» rispondo.

«Sì, è vero» concorda con me.

Accompagno Claudia in uno studio legale, dove da qualche mese ha accettato il posto di assistente per un avvocato sulla cinquantina: pignolo, determinato e con molta esperienza, quella che serve a lei per poter proseguire da sola.

Dopo aver lasciato Claudia a lavoro, mi dirigo all'asilo dove faccio la maestra da circa un anno. Ho desiderato fin da piccola di poter insegnare e ce l'ho fatta, laureandomi a pieni voti alla facoltà di scienze dell'educazione e della formazione.

Durante il tragitto, ripenso alla chiamata di Alice di questa mattina: non posso credere che si sposi! Sono felice per lei e molto, ma qualcosa mi turba e so benissimo cos'è...

Scaccio via il pensiero, obbligandomi a non pensarci e convincendomi che andrà tutto bene.

FINE PRIMA PARTE

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Come Calamite - La Trilogia Dei RicordiWhere stories live. Discover now