"Lo sento"

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So che vuoi andare da lui. Sussurrava a una voce nella mia testa.
Anche se cerchi di non darlo a vedere lui ti manca.
E sappiamo benissimo come fanno i deboli...cercano di non cedere, ma alla fine non c'è la fanno mai.
Ormai mi ero abituata a sentirmi dire di essere debole.
Me lo avevano detto quando mi ero innamorata di Lucifero, me lo avevano detto quando mi avevano cacciata dal paradiso, me lo avevano detto quando avevo pianto chiedendo perdono...
Non rispondevo neanche più a quella vocina che a volta mi ronzava nella testa sostenendo che avrei dovuto tornare da lui...
Ma tornare da chi? Chiedevo sempre io.
Se con "lui" intendeva quel "lui" allora non c'era proprio nessuno da cui tornare.
Afferrai il cellulare dal comodino per controllare l'ora: 2.45
Non riuscivo a togliermi dalla testa la frase sul muro...
Quei simboli volevano dire qualcosa, Alexander sosteneva che fosse come una poesia, o comunque una filastrocca, tradotta in una linguaggio demoniaco.
-vogliono farci perdere tempo a tradurre questa roba!- mi aveva detto.
Effettivamente poteva essere così, ma io volevo scoprire cosa volessero dire, potevano essere importanti e soprattutto il messaggio di Asmodeo non me la raccontava giusta...
Non potevo credere che Lucifero volesse impossessarsi della terra...
Sentii le tende della finestra scostarsi e mi tirai su mettendomi a sedere.
Sul balcone c'era Alexander che mi fissava con sguardo perso.
-deduco che non porti buone notizie.-
-già... Non è riuscito a tradurlo.-
-se neanche uno dei vampiri più vecchi di questo mondo sa tradurre questa roba....allora chi può riuscirci?-
-tu potresti...- disse lui entrando e posizionandosi davanti a me.
-ti ho già detto che non conosco quei segni... Non li ho mai visti prima d'ora.-
-non ci credo...-
-cosa?-
-tu sei Lilith! Non puoi non aver mai visto quel linguaggio!-
-ero molto giovane quando sono caduta okay? E soprattutto in questi secoli non mi sono preoccupata di studiare linguaggi demoniaci... Ero troppo occupata a capire come vivere in questo dannato posto.-
-potresti conoscerli invece...-
-penso che me ne ricorderei.-
-no... Ragiona un'attimo, so che gli angeli hanno una memori sensibile, ma non credi che Lucifero abbia fatto in modo che tu non potessi leggerli?-
-perché avrebbe dovuto?- chiesi io scostandomi un ciuffo nero dal viso.
-per farci perdere tempo!-
-non è uno che si preoccupa di queste cose... È un messaggio, ma non sappiamo come decifrarlo... Dobbiamo solo cercare di tradurlo.-
-lui sbuffò esasperato.-
La sua teoria non aveva alcun senso...
Lucifero non avrebbe mai perso tempo ad offuscare una parte della mia memoria semplicemente per farmi perdere tempo a cercare di tradurre quelle scritte demoniache.
Non aveva alcun senso.
O si?
No. Basta.
Abbassai la testa cercando di nascondere la confusione e il dolore che si celavano nei miei occhi.
Quella situazione mi faceva affiorare troppi ricordi dolorosi che non volevo ricordare.
Afferrai l'elastico appoggiato al comodino e mi legai i capelli in uno chignon disordinato.
Mi alzai dal letto sistemando la mia piccola camicia da notte e mi diressi verso il balcone.
La luna stava tramontando, nonostante fosse ancora presto, e il cielo rimaneva nero illuminato solo da qualche stella poco visibile a causa delle luci della città.
Non riuscivo a capire gli intenti di Lucifero...
Non aveva alcun senso cancellarmi la memoria, come poteva sapere che mi sarei preoccupata di tutto ciò?
Però in un certo senso aveva una sua logica.
Poi c'era anche la questione dell'angelo traditore che aveva offerto il sangue per scrivere la scritta.
La ragazza trovata morta era sicuramente solo una copertura per sviare i terresti.
Però ancora non riuscivo a capire i suoi intenti... Perché fare tutto questo?
Infondo agli angeli non frega nulla degli umani, li proteggono solamente perché sono gelosi delle cose che gli appartengono e, in un certo senso, credono che questo mondo sia di loro proprietà.
-devo andare da Lucifero.- dissi ad una certo punto.
-cosa?!- esclamò Alexander.
Mi girai verso di lui e lo guardai dritto negli occhi, rosso in viola e viola in rosso.
-si... Hai capito.-
-ti farai solo ammazzare così!-
-non mi farà niente...- dissi io sicura.
-non hai imparato nulla l'ultima volta?- disse lui.
In un attimo una scintilla lasciò le mie mani e lo scaraventò contro il muro.
Mi posizionai difronte a lui e lo guardai con occhi duri.
-non devi neanche ripeterlo.... Non voglio rigettarmi tra le sue braccia, voglio parlargli!-
-già... E pensi che lui sarà della stessa idea?-
-non è quello che credi!-
-senti... Mi dispiace per te se ne sei ancora innamorata.- a quelle parole mi allontanai un po'-ma non puoi andare da lui... È pericoloso.-
Un ciuffo sfuggì dall'elastico e lui me lo sistemò dietro l'orecchio come se fosse la cosa più normale del mondo.
-facciamo così... Proviamo a decifrare quei segni e se non ci riusciamo andrai da lui.-
-facciamo che le regole le decido io.- ribattei fredda. -noi decifriamo quella "filastrocca" e poi vado da lui e cerco di capire cosa ha intenzione di fare quell'idiota.-
Alexander inclinò la testa di lato e mi sorrise. -ti manca da morire non è così?-
-cosa? Non è vero!-
-ti brillano gli occhi quando ne parli...-
-è per la magia...- dissi, ma lui non sembrò molto convinto.
Mi girai tornando al mio posto vicino alla finestra.
-dobbiamo muoverci... Non ci rimane molto tempo.-
-che intendi?-
-è vicino...- sospirai -lo sento-

Scusatemiiiiiii.
So che non aggiorno da molto, però davvero... Sono appena tornata a scuola e ho già fatto 2 verifiche di matematica (non prove d'ingresso).
Cercherò di aggiornare ancora al più presto! <3

THE DARK ANGELWhere stories live. Discover now