Capitolo 2

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Ero in trappola.

Continuavo a fissarlo negli occhi mentre lui si avvicinava sempre di più. A un certo punto, sentii qualcosa di freddo, gelido e liscio alle spalle: ero finita.

M: ''Vedi Ashley Wilson... non bisogna fare tanto i furbi con me, non si sa mai cosa potrei fare..."

-Come fa a sapere il mio cognome??- pensai..

Qualcosa di freddo si appoggio alle mie tempie, quando realizzai vidi Manuel puntarmi una pistola adosso, chiusi gli occhi di colpo e cercai di gridare ma nessun suono uscì fuori dalle mie labbra, le mie gambe iniziarono a cedere: non sapevo che fare.

-Perché nessuno interviene? Perché non mi salvano nonostante le telecamere che si trovano a ogni angolo della cella? È il carcere più sicuro d' America! AIUTO!!-

Urlavo nella mia testa sapendo per certo che nessuno mi sentiva. Ero sola.

Ferma tra il suo corpo e il muro stavo per cadere. Ma ha un certo punto non sentii più il freddo della pistola sulle tempie, aprii gli occhi lentamenti lo osservai: stava sparando alle telecamere.

Tutto finì in una frazione di secondo, mi prese per il braccio e mi tirò con sé. Uscimmo dalla cella e iniziammo a correre fino a quando non si fermò in un angolo:

M:'' Ok. Ashley non urlare e fai come ti dico e tutto andrà bene."

Mi disse quella frase con freddezza e autorità come se fossimo su un campo in Afghanistan. Io annui perché avevo troppa paura per ribattere.

-Perché avevo scelto questo caso? Perché?!?
Sapevo i rischi a cui andavo in contro, eppure lo scelsi lo stesso. Stupida. Stupida cogliona.-

Mentre mi perdevo tra i miei pensieri Manuel era andato da un poliziotto, gli aveva rotto il collo e gli aveva rubato i vestiti. Quando tornò da me disse:

M: ''Ora, bambolina, devi fare una cosetta per me: fingi di parlarmi come se fossi un poliziotto. Lo farai vero?"

Lo guardai attentamente e risposi:

A: ''S.. sì"

M: ''Brava"

Mi accarezzo il viso e dei brividi mi pervasero, quando si stacco tutto svanì.

****


M: ''Dov'è l'uscita?"

Imprecò per una terza volta perché non la trovavamo.

A: ''Manuel lascia fare a me."

Dissi, ma come sempre non mi diede ascolto.
Con tutta la forza e il coraggio possibile lo presi per un braccio e lo girai:

A: ''Ora basta!"

Mi guardo scettico poi si riprese:

M: ''Che cosa fai??"

A: ''Vuoi uscire?"

Annui.

A: ''Allora seguimi."

Iniziai a tirarlo e in venti minuti fummo fuori di lì.

Si coprì gli occhi con il braccio perché dopo aver passato 3 anni rinchiuso in una cella blindata era quasi ceco. Quando si riprese iniziò a girare su se stesso ridendo come un bambino. Subito dopo andammo dalle auto della polizia e ne rubammo una.

Quando fummo abbastanza distanti dal carcere, e dopo un silenzio imbarazzante se ne uscì con una affermazione strana:

M: '' Dov'è casa tua?"

Sgranai gli occhi:

A: ''Cosa?!?!?!"

Fece un'espressione dubbiosa e divertita allo stesso tempo:

M: '' Eccerto! Dove pensavi che andassi?"

Ero disperata. E ora come facevo???
Ho fatto evadere un carcerato malato di testa, ho rubato un'auto della polizia, e in più stava per andare a casa mia se continuo così perdo il lavoro. Nono devo darci un taglio a tutto ciò:

A: ''Ma che sei fuori?? Tu a casa mia non ci vieni."

Fermò l'auto di colpo in un angolo della strada. Iniziai ad avere paura.

M: ''Allora. Qua le regole posso dettarle solo io e se dico che verrò a casa con te sarà così capito?"

A: ''No."

Si avventò con le sue mani possenti sul mio collo: iniziai a non respirare, i suoi occhi iniettati di sangue erano fissi su di me, riuscivo a leggere la rabbia sul suo volto. Sembrava un libro aperto.

M: '' Sì fa come dico io ok?!"

Strinse la presa e io non potei che annuire e subito dopo mollo il mio collo riprendendo la guida.

ECCOMI DI NUOVO QUAAA. OK SPERO VI PIACCIA ANCHE SE, COME SEMPRE È CORTO E SCADENTE MA NON HO AVUTO ABBASTANZA ISPIRAZIONE PERÒ CI TENEVO TANTO A SCRIVERLO. COMUNQUE SE C'È QUALCOSA CHE NON VI PIACE, O NON VI CONVINCE DITEMELO. ACCETTO VOLENTIERI CRITICHE E CONSIGLI GRAZIE.

BACI😘😘

~May

Psychopathic MilitaryWhere stories live. Discover now