La tempesta sembrava diminuita, a sostituirla era un sole dai raggi flebili che timorosi entravano dalla finestra, oltrepassando la piccola tendina blu, per piazzarsi sul mio viso.
Mi stavo svegliando e potevo giurare che quello era il miglior buongiorno che avevo avuto nei miei diciassette anni di vita. O almeno era quello che pensavo in quel momento.
Schiusi lentamente gli occhi con un sorriso soddisfatto, avevo pur sempre Newt al mio fianco.
Pensai di alzarmi stando attento a non svegliarlo, non potevo permettere che mi vedesse stile zombie, necessitavo una sistematina.
Allungai il braccio tastando il letto e quasi mi venne un colpo constatando che ero da solo. Non potevo averlo sognato. Newt aveva dormito a casa mia. Nel mio letto.
Sbarrai gli occhi scattando in piedi, il mio sguardo viaggiò per tutta la stanza e quando scorsi i vestiti che gli avevo prestato, piegati e appoggiati sulla sedia, mi venne l'ennesimo colpo.
Se n'era andato senza avermi detto nulla.
Ispezionai tutte le stanze e quando vidi che i suoi vestiti non erano più in lavanderia, mi sentii ancora peggio.
Non mi aveva lasciato un messaggio, non mi aveva svegliato. Niente.
E quello era il miglior buongiorno della mia vita?
La delusione era troppo forte per fingere che non avessi un buco senza fondo che mi divorasse l'anima. La testa mi girava come se fossi stato su un'altalena più del tempo dovuto e un groviglio di emozioni simili alla paura mi stringevano la bocca dello stomaco.
Stavo per sentirmi male.
Provavo a capire cosa avessi sbagliato, se durante la notte avevo fatto qualcosa di azzardato ma per quanto ricordavo, anche se la vicinanza del biondo mi facesse perdere colpi, il mio autocontrollo aveva gestito tutto. Sforzandomi pesantemente ma c'ero riuscito.
Mi affacciai al lato del balcone che dava sulla strada, era ancora troppo presto per vedere persone quindi se fossi scoppiato a piangere, non mi sarei sentito ridicolo. Continuai a camminare per trovarmi sul balcone che affacciava sul retro del giardino, quello dove andavo ogni volta che mi sentivo triste. Mi strinsi le braccia attorno al busto, il vento pizzicava fastidioso sulla pelle e la miseria t-shirt che indossavo non mi copriva affatto; a prima mattina le temperature erano basse soprattutto dopo il temporale del giorno precedente.
Speravo che il sole fosse sorto quanto prima, guardare l'alba mi faceva pensare che nonostante ci fossero momenti negativi come il temporale quasi distruttivo di poche ore prima, il sole non aveva paura di sorgere nuovamente. Non temeva che le nuvole lo avessero coperto. E a quanto sembrava, non ero l'unico a cui piaceva guardare il cielo.
Alzai lo sguardo e tutto ritornò al suo posto. Il mio cuore cominciò a battere più forte, la paura mi stava abbandonando e Newt era lì.
Se ne stava a guardare l'alba, con i gomiti poggiati sul cornicione della ringhiera, una sigaretta nella mano destra e una carta stropicciata in quella sinistra. Il suo sguardo anche quella volta sembrava perso nel vuoto, assente. Indosso aveva i vestiti ormai asciutti e, di tanto in tanto aspirava la nicotina, come potevo provare invidia per una stupida sigaretta?
Lo guardavo con occhi sognanti, mi bastava contemplare la bellezza del suo viso per smettere di provare quel pizzico di rabbia che avevo avuto pochi attimi prima.
Non riuscii a pensare la reazione che avessi avuto se fosse davvero andato via.
Scrollai la testa, sperando che quei cattivi pensieri mi abbandonassero. Non dovevo pensare al peggio, Newt era lì, con me. Non mi aveva lasciato.

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Indelible||Newtmas||[In revisione]
Fanfiction*NEWTMAS RATING ROSSO. Può essere letta anche da chi non conosce l'opera originale. No spoiler* •Eh sì, perché io soffrivo di Newtonite. Una malattia che non avrei mai curato.•