Capitolo 10

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Luisa, Gabriel, Chiara

Luisa

"Non so come mi sia uscita". Dissi a Gabriel mentre chiudeva la porta di camera.
"Sei gelosa ecco perché". Disse lui sorridendo.
"Gelosa? Di lui?".
Gabriel mi guardò, sapevamo entrambi che avrei voluto spaccargli quel visino dolce.

"Sei una puttana". Dissi girandomi.

"Lo so, e tu sei il mio protettore". Disse abbracciandomi.

Le sua braccia cingevano il mio corpo, il suo petto era poggiato sulla mia schiena, sentivo il suo respiro sul collo.

"Andiamo via". Gli dissi voltandomi e ricambiando l'abbraccio.

"Non possiamo". Disse lui poggiando la testa contro la mia.

"Dai si occuperà qualcun altro di loro". Dissi guardando il mare.

"Hanno minacciato di ucciderci tutti, non credo che ci voglia molto a quelle cose a farci impazzire e farci suicidare".

Mi staccai dall'abbraccio e mi buttai sul letto.

"Che situazione del cazzo".

"Già, forse era meglio andare ai Caraibi come diceva mia sorella". Disse mettendosi a sedere vicino a me.

"Forse avremmo dovuto lasciare a casa tutti loro". Dissi con acidità.

Mi voltai subito a guardare Gabriel.

"Non volevo dirlo..".

"Credo che tu sia quella che riescono a controllare meglio". Disse baciandomi la fronte.

"Anche con te non scherzano". Dissi mettendomi seduta.

"Tu non sai quanto mi stia trattenendo". Disse alzandosi.

"Ogni cosa mi ricorda il sesso, perfino queste tende bianche". Disse toccandone una.

"E cosa ti ricordano?".

"Purezza". Disse.

"La purezza non è sesso".

"Ma è una porta su esso". Disse voltandosi.

Non aveva torto.

Aprì la finestra e andò sul balcone.

Mi sdraiai e rivolsi il mio sguardo al soffitto.

"Dobbiamo farlo sta sera". Dissi.

"Cosa?". Chiese Gabriel rientrando.

"Ucciderle".

Gabriel non rispose, si avvicinò al letto e si mise a sedere.

"Stai scherzando? Non abbiamo un piano, non abbiamo niente".
"Santo Dio!". Esclamai alzandomi di scatto.

"Già mi sembra una grande ed enorme cazzata questa cosa delle sirene, ora tu mi dici che non siamo preparati, giuro ti prenderei a mazzate".

"Chi non lo farebbe". Rispose lui sorridendo, poi cambiò sguardo e divenne cupo.

"Cos'hai?". Chiesi.

"Togliti da quel letto". E si diresse in bagno.

"Questa cosa mi porterà all'essere single!". Gridai.

Dopo due secondi la porta del bagno di spalanco e Gabriel corse verso di me.

Si buttò sul letto, e mi avvolse in una presa che mai pensavo di sentire sulla mia pelle.

Nelle Acque Del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora