Capitolo sei.

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Jared

"Com'è lì? Ti stai ambientando?" Vedevo la faccia del mio amico che avevo lasciato ad Houston attraverso il monitor del pc.

"Non puoi immaginare quanto, Tom!"

"E daai! Immagino che ci siano parecchie ragazze carine da quelle parti." Aveva ammiccato, alzando ripetutamente un sopracciglio.

"Come in ogni altra parte del mondo. Questa è una città come un'altra."

"Non me la bevo. Hai conosciuto qualcuna di interessante?"

"Nah!"

"Farò finta di non aver sentito."

"E lì piuttosto? Camille come sta?"
Odiavo ammetterlo, ma la mancanza della mia ex la stavo sentendo più di quanto avrei dovuto.

"Bene, amico. Gli manchi, come manchi ad ognuno di noi ovviamente..." Tom non digeriva molto Camille, colpa della sua eterna indecisione. Un giorno era innamorata pazza di me e quello dopo non sapeva più se provava lo stesso.

"Anche voi mi mancate. Potresti dirle da parte mia che..." La voce di mia madre che continuava a chiamarmi dalla rampa di scale era difficile da ignorare. "Scusami, Tom. Ti chiamo dopo okay?"

"D'accordo, amico. E non dimenticare di iniziare a divertirti!"

Sbuffai rumorosamente. "Ci proverò." Chiusi il portatile e scesi le scale. "Che c'è?"

Alla porta c'era Ryan con un sorriso a trentadue denti. "Non sapevo ti fossi già fatto un nuovo amico, tesoro. E tu che dicevi che ti faceva schifo questo posto!" Ryan ridacchiò e mia madre ci lasciò soli.

"Come hai scoperto dove abito?"

"Ho i miei informatori." Aveva cercato di fare il misterioso, ma non era riuscito nel suo intento. "Non prendermi per stalker. Ho chiesto in segreteria e siccome mia madre conosce il preside non mi è stato molto difficile trovarti."

"Sei peggio di una fidanzata gelosa."

"Vatti a cambiare. Andiamo ad una festa!"

Lo guardai male. "Ad una festa? No, grazie...io passo."

"Non hai voglia di bere qualche birretta? Su, dai."
Quello che avevo capito di Ryan è che difficilmente accettava un no come risposta.

"Troverai ogni modo possibile per convincermi a venire, non è vero?"

"Sei perspicace, am... Jared." Risi per quella correzione. "Quindi non perdiamo altro tempo. Andiamo."

"Non vengo in nessun posto con te."

Avrei dovuto migliorare la mia capacità di dire no. Ero appena arrivato alla festa di una delle ragazze più popolari della scuola, a quanto avevo capito da tutta la gente che sommergeva la sua villa ultra lussuosa.

"Brianna è una figa. Non lo credi anche tu?"

"Non so neanche chi sia."

Ryan guardò verso un divano e me la indicò con un gesto della testa. "È quella lì, è difficile che passi inosservata. E le sue amiche..." fece un fischio di apprezzamento. "Belle anche loro."

"Sembrano tutte delle bambole gonfiabili."

"Sono d'accordo con te, ma... non c'è maschio sulla terra che non vorrebbe scoparsele!"

Scossi la testa sorridendo. "Mi avevi promesso una birra, se non ricordo male."

Ryan mi diede una pacca sulla spalla. "Ma certo! Arrivo subito, amico!" E in un'attimo era già scappato via.

"Ti ho detto che non siamo amici!" Gli urlai, anche se servì a ben poco.

Mi guardai intorno, erano tutti ubriachi e quelli che ancora non lo erano stavamo per esserlo. Girava droga in ogni stanza della casa, e non mi riferivo solo all'erba. La mia attenzione fu catturata da una coppia di adolescenti che si dimenava sulle note di una canzone che non ricordavo.

"A volte fanno di peggio."

Mi girai e vidi una ragazza mezza bionda con alcune ciocche rossicce. Stava guardando nella mia stessa direzione.

"Quello non dovrebbe chiamarsi ballare. Si addice più il termine 'scopare'.

La sconosciuta sorrise e si girò verso di me. "Sei quello nuovo?"

"Così dicono."

Mi porse una mano. Le unghie perfettamente smaltate di rosso. "Marissa."

Gliela strinsi. "Jared."

Proprio in quel momento arrivò Ryan. "Mantengo sempre le promes..." Appena vide Marissa si bloccò con la mia birra a mezz'aria.

La presi. "Grazie."

Marissa si girò verso di lui. "Ciao, sei nuovo anche tu?"

"No, in realtà frequentiamo lo stesso corso di letteratura."

Lei fece una smorfia. "Devi scusarmi, ho una memoria che non invidierebbe nessuno."

"Non importa." Le sorrise. "Birra?"

Marissa alzò il suo cocktail. "Preferisco questo, ma grazie." Poi il suo sguardo si posò nuovamente su di me. "Raccontami un po' di cosa ti è successo per aver deciso di cambiare un po' tutta la tua vita."

"Sciocchezze." Le feci l'occhiolino. Deciso più che mai a non rivelare nulla di me. Ryan per poco non si affogò con la birra. "Tutto bene?"

"Uhm..sì, sì."

"Beh, io vado a fare un giro." Marissa ci sorrise e poi mi diede una lunga occhiata. "Ciao, sconosciuto."

Ryan rimase per un attimo zitto, ma come prevedevo sarebbe stato solo un attimo. "Merda, incredibile!" Lo guardai male. "Non fare il finto tonto. Sei nuovo e già hai parlato con una delle cheerleader più influenti della scuola."

"Un'amica di Brianna?"

"Bingo! Per non parlare di come ti ha salutato... dovresti dirmi qualche trucchetto."

Alzai gli occhi al cielo. "Ma di che parli?"

Si mise a ridere. "Marissa è una di quelle che non parla con nessuno. A meno ché tu non sia uno sportivo, uno popolare o ricco sfondato."

"Wow, proprio una ragazza con enormi valori."

"Almeno lei lo ammette! Tutte le ragazze vogliono quel tipo di uomo, solo che c'è chi lo dice e chi no."

"Io non rientro in nessuna di quelle categorie."

"Ed eccoci arrivati al punto, amico..." fece finta di non notare quanto fossi contrariato. "Credo che tu debba chiederle di uscire, o per lo meno offrirle qualcosa da bere. Scommetto che se fossi stato tu a proporle della birra avrebbe accettato in un batter d'occhio."

"Non solo stalkeri come una femmina, ma parli tanto esattamente quanto loro! Non ho intenzione di chiederle un bel niente."

Mi prese per il braccio. "Dimmi che stai solo scherzando, ti prego."

Sorrisi per l'ilarità della situazione. "Affatto. Sto bene così, grazie."

"La maggior parte dei ragazzi di questa città ucciderebbe per avere attenzioni da lei o Brianna, o..." lo guardai incuriosito, ma lui fece un gesto con la mano come a farmi capire che non fosse importante. "Quello che voglio dire è che un'adolescente normale, in preda agli ormoni impazziti e il testosterone a mille, andrebbe subito da lei, a cercare di portarsela a letto."

"Non è che io sia uno che ci sta molto con la testa, non dirmi che non l'hai capito."

"Ti considero il mio migliore amico, certo che l'ho capito!" Sbarrai gli occhi. Ryan sorrise. "Scherzo, non farti venire un'infarto qui... per favore! Vedo il tuo occhio rischiare di uscire fuori dall'orbita per quanto trema."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31 ⏰

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