Prologo

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Il rumore di una porta sbattuta con violenza giunse alle orecchie capofamiglia, nitido come lo scoppio di un petardo magico, mentre con lo sguardo fisso sulle sette lancette dell'orologio da polso aspettava i figli nel piccolo ingresso.

«Troll che non sei altro, il bagno è mio ora!»

«Tanto resti sempre una megera, sorellina. Inutile perdere tempo con il trucco!»

Harry Potter lanciò un'occhiata sconfitta al maggiore dei suoi figli, che immobile accanto a lui tratteneva a stento una risata.

«Mi chiedo come siamo riusciti a non farvi mai perdere il treno» mormorò, scuotendo sconsolato la testa.

«C'ero io a metterli in riga, mi sembra ovvio!» rispose soddisfatto James, sorridendo smagliante.

«E da quando incitare i tuoi fratelli all'omicidio sarebbe mettere in riga

Il ragazzo si voltò con espressione angelica verso sua madre, scoccandole un bacio a distanza.

«Inutile che cerchi di darti un tono e trattenere le lacrime, ma'! Sappiamo tutti che appena saremo fuori di qui ti mancheremo da morire. Soprattutto il tuo adorabile primogenito!»

«Al, se non esci giuro che ti crucio

Ginny sospirò all'ennesimo urlo battagliero della figlia, pregando con gli occhi il marito di intervenire.

«Nessuno crucia nessuno, signorina - urlò esasperato Harry all'indirizzo del piano superiore - E cercate di darvi una mossa, il treno parte tra dieci minuti!»

Per quanto ogni anno si sforzassero di essere pronti ad un orario decente, era tradizione per i Potter arrivare al binario nove e tre quarti esattamente all'ultimo fischio del treno. Era successo al primo anno di James, quando Lily aveva vomitato sulle scarpe del fratello dopo aver dato la mano a suo padre ed aver avuto una visione particolarmente vivida di suo zio Ron spaccato, e da allora qualsiasi piano di previdenza era andato in fumo.

«Papà, Lily è ammattita! - borbottò serafico Albus, scendendo di corsa le scale e battendo la mano sulla fronte, per enfatizzare il concetto - Credo che le T che ha previsto di prendere nella prima settimana richiedano il suo ricovero al San Mungo!»

«Albus non prendere in giro tua sorella! - lo ammonì Ginny, frenando con un'occhiataccia le proteste del figlio sul nascere - Questo è l'anno dei tuoi M.A.G.O., io e tuo padre ci aspettiamo un po' più di maturità, soprattutto da parte tua!»

Albus guardò inorridito suo fratello maggiore, che in piedi in mezzo ai genitori annuiva così vigorosamente da far sembrare il suo collo una molla gigante. Proprio lui, che si era fatto mettere in punizione persino durante il suo viaggio di rientro dal settimo anno.

«Ma Lily-»

«Lily si difende benissimo da sola, Serpe. - urlò la diretta interessata, scendendo le scale così in fretta da incespicare nei suoi stessi piedi - Papà, ricordi a tuo figlio che lui e i suoi amici velenosi non mi devono chiedere inutili favori?»

«Brutta strega-» cominciò Albus, indignato dal viso d'angelo con cui quel demonio dai capelli rossi stava ora circuendo il padre.

«Albus, per favore. Almeno per le prime settimane, cerca di tenere a freno Scorpius - lo rimproverò subito Harry, intenerito dagli occhi da cerbiatta della figlia - Ho capito che è un bravo ragazzo, ma so che ci sono dei tratti della vostra casata particolarmente marcati in lui, che gli rendono alle volte un po' difficile capire il confine tra affetto e opportunismo!»

Albus squadrò corrucciato il viso preoccupato di suo padre, per poi spostare lo sguardo al sorriso dolce di sua madre e a quello serafico di James.

«Tutti cavalieri a Grifondoro, eh?» commentò infine, facendo la linguaccia a Lily, prima di tendere la mano verso suo padre e smaterializzarsi direttamente alla stazione di King's Cross.

Riuscirono incredibilmente ad atterrare in piedi, evitando per un pelo di puffola il consueto guazzabuglio di bauli aperti e divise spiegazzate.

«Allora ciao.» salutò velocemente James, prima di correre verso il treno.

«Tsé, per fortuna siamo i suoi fratelli!» mugugnò Lily, guardandolo abbracciare una figura ben nota.

«Potere dell'amore.» sibilò sarcastico Albus, inarcando un sopracciglio alla vista della scenetta strappalacrime che si stava consumando a pochi passi da loro.

«Non cominciate, voi due. - li riprese subito Ginny - Piuttosto vedete di scrivere spesso e di fare i bravi.»

Albus e Lily annuirono meccanicamente, per una volta perfettamente d'accordo.

«Lily... Mi raccomando!» aggiunse Harry, con espressione insolitamente grave.

«State tranquilli! - sbottò lei, vivace - Sono sei anni che prendo questo treno, sono sempre tornata sana e salva!»

«Non prendere questa situazione alla leggera.» continuò suo padre, come se lei nemmeno avesse parlato.

«Davvero, state tranquilli! Preoccupatevi piuttosto che James non si faccia staccare la testa al primo allenamento dei Cannoni!»

Harry stava per ribattere, il viso sempre contratto in un'espressione grave, ma Albus parlò prima di lui.

«Stai tranquillo pa', ci sono io a prendermi cura di Lily, davvero!»

E per una volta, Harry e Ginny erano certi che Albus fosse mortalmente serio.

Dopotutto, non c'era una persona dell'immensa famiglia Potter-Weasley che non fosse a conoscenza del terribile fardello di Lily, che le aveva sì garantito voti strabilianti in Divinazione, ma aveva anche dato adito a ben più di una leggenda sui suoi cosiddetti poteri da veggente.

Tutti sapevano che Lily era diversa dalle altre streghe, ma coloro che le stavano vicino avrebbero fatto di tutto per proteggerla dalle malelingue.

O per lo meno, tutti tranne gli amici di Albus, ovviamente.

PreveggenzaWhere stories live. Discover now