Tragitto

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Giulia era seduta, aveva il cellulare in mano e sovrappensiero continuava a bloccare e sbloccare lo schermo, nessuno sembrava interessato a lei e da qualche tempo si sentiva abbandonata. Poi passò un ragazzo, non uno qualunque, ma quello che le piaceva da secoli: occhi verdi, capelli neri e sorriso infinito. Avevano iniziato a scriversi in chat, ma non si erano ancora incontrati dal vivo. Ora, in attesa del pullman, lui e lei erano lì, assieme e senza nessuno che li disturbasse. Lui si fermò a pochi passi da lei, dondolava un poco in avanti e indietro e ascoltava la musica. Giulia aveva il cuore in gola, lo sentiva battere, forte e prepotente, tanto che le toglieva il respiro. Quasi temeva di parlargli. Si lanciavano occhiate di sottecchi, reciprocamente. Fecero finta di non vedersi, ma arrivato il pullman si trovarono l'uno di fronte all'altro e i loro sguardi si incrociarono. Lui vide in lei tristezza, lei scoprì in lui tenerezza. Giulia accennò un saluto e lui ricambiò. Allora lei era confusa: non sapeva se parlargli o meno, si sentiva impotente di fronte al proprio inconscio, che la faceva balbettare. Poi le venne in mente il famoso Carpe Diem. Era finito il tempo di rimanere sola, adesso avrebbe dovuto farsi coraggio: così aveva iniziato a parlare di musica, il discorso divenne poi lungo e vario, ma non smisero mai di guardarsi negli occhi. Quando il bus giunse a capolinea, si congedarono, si riproposero di uscire un pomeriggio prossimo. Ora Giulia tornava a casa piangendo, si sentiva felice, amata, desiderata, perlomeno accettata. Prima di entrare nel palazzo asciugò le lacrime con la sciarpa, nascose il volto nel cappotto e iniziò a sorridere.

Giulia.Место, где живут истории. Откройте их для себя