Prenditi cura di me

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Allyson lo abbracciava, e baciava...
Entrambi sentirono una puzza di bruciato e del fumo provenire dai fornelli, era il caramello bruciato.
-Cazzo! Il caramello Allyson! Hai lasciato il caramello sul fuoco, come hai fatto a dimenticartene urlò lui a squarciagola poi spense il fuoco.
-Mi dispiace, perdonami ti prego, non l'ho fatto apposta
-Ma fammi il piacere!
Lei iniziò a piangere come una bambina, raccolse la gonna da terra e se la indossò. Prese le sue cose e andò verso la porta, lui gridò:-Dove vai?
La prese per un braccio per non farla scappare via, le asciugò le lacrime e le diede un piccolo bacio sulla fronte.
-Scusami piccola, giuro non volevo, è colpa mia sono io che ti ho distratta, ti prego non piangere,non voglio vederti piangere... Stai con me. Ti prego.
Lei lo guarda con profondo odio, si stacca da lui violentemente e se ne va via.
Corre via come un fulmine e va nella sua stanza d'albergo.
Non ebbe neanche la forza di cambiarsi, e si buttò sul letto.. E li si addormentò, con le lacrime ormai asciutte sul suo viso e il cuore a pezzi.

Era ormai mattina, Allyson dormì praticamente tutta la notte, senza mai svegliarsi...
Fuori il sole splendeva sulla sua finestra, che la fece svegliare dolcemente.
Aveva una fame tremenda, con aria stanca si alzò dal letto e fece colazione come suo solito: Uova, bacon,6 fette biscottate con marmellata di ciliege, spremuta d'arancia e croissant alla frutta e caffè.
Mangiò come se non avesse mai mangiato in vita sua.

Gli scese un sonno che la fece tornare a dormire.
Era debole, non se la sentiva di uscire e vedere tutta quella gente, spensierata, mentre lei moriva dentro.
Non voleva saperne di lui, era stato cosi cattivo con lei, e lei fin troppo buona e sensibile per reggere quella sfuriata.
Finita la colazione ritornò a letto e si mise a dormire da capo... Fino al pomeriggio..

Qualcuno bussò alla sua porta, ben 5 volte era pure chiusa a chiave.
Lei non aprì, anche perche dormiva e sopratutto non sentiva, era tipo collassata, nel paese delle meraviglie.
Bussarono di nuovo ma con tocco violento sulla porta da farla svegliare di scatto.
Corse a vedere chi era, girò la chiave e vide lui Jared, gli stava per sbattere la porta in faccia ma lui con la mano frenò il colpo.
Lei si girò e si sedette sulla sedia senza neanche parlare, col volto colmo di lacrime.
Lui ebbe finalmente il coraggio e iniziò a dirle:- Non ti ho vista più dalla notte scorsa, non ho avuto notizie di te, stamattina non ti ho vista nella sala da pranzo, non ho sentito la tua voce, mi mancava il tuo respiro, mi mancava la tua voce, la tua dolcezza, la tua innocenza, il tuo modo di fare da bambina, mi mancavi tu.
Avevo una rabbia in corpo, perché ho sbagliato a reagire con te in quel modo quando la colpa era soltanto mia, te ne sei andata, lasciandomi solo e io ho avuto un nodo allo stomaco.
Mi mancavi, cazzo.
Mi sei mancata, non ti voglio perdere.
Lei rimase elettrizzata da quelle parole, le piacevano, le piacevano le sue attenzioni, stava male si, ma stava più male non averlo visto per un intera giornata.
Continuò a stare in silenzio, fino a quando non prese coraggio e disse:
-Prenditi cura di me, non farmi sentire inutile, non farmi sentire male, prenditi cura di me, io sono un disastro, ma tu prenditi cura di me.
Lui le accarezzò dolcemente il viso, iniziò a giocare con i suoi capelli, poi la baciò, un bacio di quelli dolci, le accarezzò le mani e si misero entrambi sul letto, lui era più dolce del solito, sapeva che se non avesse tirato fuori le palle, l'avrebbe persa per sempre.
Mi prenderò cura di te, promesso piccola mia, rispose lui con tono affettuoso continuando ad accarezzarle il viso e asciugando le lacrime che lei aveva versato.

Si addormentarono l'uno accanto all'altro.
E li passarono la notte.
Insieme.

Amore improvvisoWhere stories live. Discover now