Capitolo 1: Ciao sorellina

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Caro diario {12 marzo 2016}
Sono sul taxi che mi sta riportando a casa, la mia vera casa, Mystic Falls. Mi guardo attorno ed è tutto così diverso, da come l'avevo lasciato circa cento cinquant'anni fa. Non vedo i miei fratelli da più di un secolo, da quando quel litigio ci ha separati. Ma in fondo è stato meglio così, non mi pento di essere scappata da loro, e dalle loro inutili faide, per contestarsi Katherine Pierce. Nonostante sia passato un secolo, non nego che quando ho ricevuto la loro chiamata, ne sono stata lieta. Ho davvero voglia di rivederli, riabbracciarli e porre fine a qualsiasi tipo di rancore ormai logoro, e vecchio.

Chiudo il mio diario, lo stesso che ben centosessanta anni fa, mi ha regalato mio fratello maggiore Damon. Quando sono nata io, loro erano già dei vampiri, ma questo non ha impedito loro di starmi vicino nella mia vita da mortale. Anzi, forse erano fin troppo presenti. Sopratutto Damon, con lui avevo un legame forte e particolare, ma la sua gelosia nei miei confronti era sempre ogni giorno più soffocante. Quando sono andata via da Mystic Falls, per raggiungere il vecchio continente, ero ancora umana. Ma quando sono arrivata in Francia ho conosciuto Rebekah Mikaelson, uno dei vampiri originali, anche lei scappava da dei fratelli alquanto possessivi. Siamo subito diventate amiche, e dopo qualche mese, ho deciso di trasformarmi come lei ed i miei fratelli. Io e Rebekah abbiamo trascorso circa trentanni insieme, poi Elijha uno dei suoi fratelli l'ha trovata, ed è stata costretta a ritornare dalla sua famiglia. Guardo fuori dal finestrino, sono arrivata a casa. Noto con stupore che qui nulla è cambiato, l'enorme porticato in legno è sempre dello stesso colore di quando sono andata via, i fiori sono sempre gli stessi, le famose e amate rose di mia madre, questo significa che i miei fratelli hanno continuato a curare la nostra casa. "Può anche andare"; consiglio al tassista, prendendo le valige; "deve pagarmi"; mi ricorda l'uomo dai capelli grigi davanti a me. Lo fisso negli occhi; "non credo"; lui annuisce e se ne va. Ho sempre adorato soggiogare le persone. Porto le mie valige fino davanti la porta di casa, le poggio per terra e busso. Eccolo dopo tutti questi anni è di nuovo davanti a me, e sul suo volto, non può non mancare il suo sorrisino compiaciuto; "ciao sorellina"; mi accoglie abbracciandomi, facendomi roteare in aria, Damon; "lasciala un po' anche a me"; gli suggerisce Stefan sorridendo. Corro anche verso di lui, e lo abbraccio piena di gioia ed entusiasmo; "sono felice di rivederti, mi sei mancata sorellina"; mi sussurra all'orecchio con dolcezza; "anche voi"; replico, scostandomi da lui, aggiustando i miei vestiti. "Ora basta smancerie, raccontaci di te"; dice Damon porgendomi una sacca di sangue, mi ha letto nel pensiero, ne avevo proprio bisogno, sono dodici ore che non bevo sangue. "Vivo a Londra da un paio di anni, prima ho abitato in Italia, poi sono stata in Cina, e per un bel po' anche in Brasile, insomma ho girato il mondo"; gli racconto sedendomi sul divano accavallando una gamba sull'altra; "e voi?"; Chiedo curiosa; "tuo fratello Stefan negli anni venti ha terrorizzato Chicago insieme a Klaus e Rebekah Mikaelson"; precisa Damon, facendomi strabuzzare gli occhi; "perchè devi sempre raccontare a tutti questa cosa?"; Si lamenta Stefan infastidito; "perchè ti da fastidio forse?"; lo guarda con aria ovvia Damon. Sorrido divertita, mi mancavano i loro banali ed insulsi battibecchi; "hai conosciuto Rebekah?"; Chiedo, ricordando quell'amicizia spezzata bruscamente; ""; Damon come sempre lo interrompe; "in realtà noi abbiamo avuto il dispiacere di conoscere tutti i Mikaelson"; li guardo alzando un sopracciglio; "e siete vivi per raccontarlo?"; Chiedo davvero con sorpresa ed una punta velata di sarcasmo. "Damon hai lasciato di nuovo la tua biancheria per terra"; Urla accigliata una ragazza dai capelli ed occhi castani, alta quasi quanto me, solo più bassina. Le osservo con aria insistente il seno, è davvero prosperoso, io neanche durante l'epoca del corsetto riuscivo ad avere un seno così abbondante; "lei chi è?"; Mi indica guardandomi dalla testa ai piedi; "tesoro lei è mia sorella Charlotte"; mi presenta Damon. Io mi alzo in piedi e le porgo la mano, ma non appena l'afferra mi coglie di sorpresa, tirandomi a sé abbracciandomi forte; "non sapevo che aveste una sorella"; Damon la guarda ghignando; "di solito parliamo molto poco noi due"; all'affermazione di Damon, mi volto con aria disgustata dall'altra parte della stanza; "comunque io mi chiamo Faith"; sembra una ragazza davvero carina ed educata, non posso credere che sia la ragazza di mio fratello. "Quanti anni hai?"; Damon mi fa cenno col capo di inventarmi qualcosa. Evidentemente la sua ragazza è umana, e non ha la minima idea di essere dentro una villa di soli vampiri più che centenari."Diciotto"; rispondo quasi sincera, in fin dei conti sono morta tecnicamente a diciotto anni. "Io ne ho ventitré"; annuisco con poco interesse e mi risiedo nuovamente; "piccola perchè non vai a casa?"; La soggioga Damon, per liberasi di lei, che ubbidisce senza ribattere, a causa del soggiogamento. Damon si volta verso di me e nota il mio disappunto; "che vuoi?, L'adoro ma non è pronta per sapere che sono morto"; alzo gli occhi al cielo, e continuo a bere il sangue. Stefan e Damon si siedono, e mi guardano con aria seria; "allora Lottie"; inizia Stefan chiamandomi con il mio soprannome, nessuno mi ha più chiamata così dopo che sono andata via. Non è cambiato nulla, quando usano quel tono è perchè devono dirmi qualcosa che non mi piacerà; "avrai sentito da altri vampiri, che il vincolo di asservimento con Klaus è stato spezzato"; annuisco e gli faccio cenno di andare avanti; "perfetto noi vorremmo, che tu insomma"; tergiversa Stefan; "seduci l'ibrido, fallo innamorare e uccidilo con il paletto di quercia bianca"; sintetizza Damon, che come sempre non ha molto tatto. Li guardo spalancando gli occhi; "voi due siete pazzi"; dico indicandoli entrambi; "ci liberiamo di quel pazzo che continua a perseguitare Elena, la mia ragazza"; scuoto il capo e mi alzo dal divano; "no, mi ucciderà se dovesse scoprire il vostro piano"; Damon sbuffa roteando gli occhi; "te l'avevo detto che non avrebbe accettato"; dice a Stefan; "certo che no, è una cosa folle"; gli faccio notare agitata; "nessun fratello sano di mente chiederebbe una cosa del genere alla propria sorellina". Entrambi mi guardano con aria supplichevole, e per completare il quadro, Damon unisce le sue mani in segno di supplica; "ti prego sorellina"; dice modificando la sua voce; "va bene"; sospiro esasperata; "ma non andrò mai a letto con quel sociopatico di un ibrido"; preciso con decisione; "farò in modo che lui si fidi di me"; continuo sicura di me; "deve innamorarsi di te"; mi intima serio Damon; "Klaus Mikaelson non ha un cuore"; gli ricordo duramente. Ma è la verità, ha richiuso per novantanni la sorella Rebekah in una bara, non ha pietà per la sua famiglia, perchè mai si dovrebbe innamorare di me?. "Speriamo nella tua dote da seduttrice"; spalanco gli occhi difronte l'affermazione di Stefan. Sono più di cento anni che non ci vediamo, non possono sapere di tutti i miei intrighi amorosi; "come sapete delle mie doti?"; Domando accigliata; "le voci girano velocemente"; continua Damon. Gli sorrido roteando gli occhi, per tutti questi anni, non hanno fatto altro che spiarmi, non mi hanno mai davvero ignorata. Questo dovevo prevederlo, e se devo dirla tutta, non mi dispiace, perchè significa che non hanno mai smesso di preoccuparsi per me. "Allora dove posso trovare Klaus?"; Domando alzandomi in piedi; "a New Orleans"; risponde Damon; "non sono mai stata lì"; ammetto incuriosita, ho sempre amato viaggiare, ma in cento anni sono stata perlopiù nel vecchio continente, per non rischiare di incontrare i miei litigiosi fratelli. "Partirò domani, adesso ho proprio voglia di una doccia, e di un pasto fresco"; replico prendendo le mie valige, per portarle al piano di sopra. Tolgo i miei vestiti e li poggio sul letto, apro la porta del bagno, e non appena scorgo una ragazza nuda, che si copre con aria imbarazzata, richiudo immediatamente la porta, tenendo i miei occhi chiusi. "Scusa"; le urlo da dietro la porta, mordendomi il labbro; "che è successo?"; Mi chiede Stefan che stava passando di qui per caso; "credo che ci fosse la tua ragazza in bagno"; ammetto con aria perplessa. Stefan si mette a ridere; "sì, Elena usa il bagno della tua camera"; annuisco comprensiva; "va bene, ma la prossima volta avvisatemi"; preciso, entrando nuovamente in camera mia. E' proprio come l'ho lasciata, non hanno modificato nulla. Il letto è sempre quello in puro legno di quercia, dove Damon mi raccontava le fiabe della buonanotte. E la scrivania è la stessa, fatta a mano da mio padre, dove passavo i miei pomeriggi a scrivere sul mio diario e a studiare la lingua francese. Questa casa profuma di ricordi, dei nostri ricordi, ormai lontani. Mentre rispolvero tutti questi momenti passati inizio a provare dei sensi di colpa, forse sarei dovuta tornare prima, invece di aspettare più di un secolo per ritornare dei miei fratelli. "Sono Elena Gilbert"; dice gentilmente la voce alle mie spalle; "ciao El...Katherine?"; La ragazza davanti ai miei occhi non può essere altri che lei. Ma come è possibile che sia lei, tormenta ancora la vita dei miei fratelli?. "No"; replica seccata; "faccio lo stesso effetto, a tutti coloro che la conoscevano"; la studio attentamente; "le somigli parecchio"; esclamo incredula; "sì sono la sua doppelganger"; apro la bocca e sospiro rumorosamente, adesso capisco tutto; "capisco, anche tu hai avuto un triangolo amoroso con loro?"; Chiedo per mettermi al riparo, prima di un'altra possibile faida. Noto che le sue guance si colorano velatamente, l'ho messa in imbarazzo; "sei diretta come Damon"; commenta sorridendo debolmente. "Comunque, si c'è stato un momento in cui dovevo scegliere, ma ho scelto Stefan"; rido divertita, il tempo continua a trascorrere, ma quei due si contengono sempre qualcuna, di secolo in secolo. E scommetto che ancora niente si è placato del tutto. "Somigli molto a Damon"; dice guardando i miei occhi, le sorrido compiaciuta; "essere belli è un dono di famiglia"; le schiaccio l'occhio ed esco dalla stanza, sotto il suo sguardo un po' perplesso. Corro in camera di Damon, e mi siedo sul bordo del suo letto, lui è disteso ed osserva il soffitto; "allora?"; Gli chiedo distendendomi di fianco a lui; "Allora cosa?"; Chiede guardandomi con la coda dell'occhio. Non ci parliamo da anni, non eravamo così vicini, da quando io ero ancora umana, eppure è come se questo secolo, non fosse mai trascorso, guardo mio fratello, ed è sempre lo stesso tormentato ed innamorato Damon. "Elena"; sottolineo, lui sorride divertito; "sei qui da nemmeno un'ora ed hai già capito ogni cosa"; replica facendomi spazio fra le sue braccia; "tu ami lei"; lui annuisce e basta; "però questa volta tu e Stefan sembrate uniti". Sono un po' confusa, quando lottavano per contendersi l'amore di Katherine, non facevano altro che discutere, e quelle discussioni non erano mai pacifiche, uno dei due finiva sempre a terra con il collo spezzato. "Perchè lei ha scelto lui, e non voglio litigare di nuovo con mio fratello, e poi Faith mi piace"; alzo i miei occhi verso di lui per poterlo guardare con aria fiera; "sono felice che tu e Stefan siete così uniti, anche se mi dispiace per te"; lui mi abbraccia e bacia la mia nuca. Chiudo i miei occhi, e respiro il suo profumo familiare. Ed il tempo, in quest'instante così perfetto, sembra essersi fermato. "Ci dispiace averti chiamato solo per il piano"; scuoto la testa e gli sorrido; "va tutto bene"; lo tranquillizzo; "sapevamo che eri arrabbiata con noi, e che volevi una vita serena senza la nostra seccante presenza"; replica sospirando; "e l'ho vissuta, per un secolo, adesso è con voi che devo stare, al vostro fianco"; lui mi sorride e mi guarda con un ghigno che non mi piace affatto; "Damon"; lo ammonisco prima che inizi a fare quello che penso; "sai che non puoi ribattere sorellina"; "no"; grido disperata. Ma lui mi tiene stretta a se ed inizia a farmi il solletico, esattamente come faceva quando ero una bambina; "la torturi senza di me?"; Domanda varcando la soglia della stanza, con aria offesa, Stefan. Ecco ci mancava solo lui. "Smettetela"; li supplico infastidita. Mi alzo di scatto e come un fulmine raggiungo la porta, poggio il mio gomito sullo stipite, e li guardo con un ghigno soddisfatto sul volto; "non sono più una bambina, sono un vampiro"; gli ricordo; "ma noi siamo più vecchi di te"; precisa Stefan, guardando Damon con complicità, fin troppa complicità; "Ti ricordi della sua bambola preferita?"; Domanda Damon a Stefan; "Si certo è nella sua camera"; strabuzzo gli occhi, è incredibile ancora dopo tutto questo tempo, la dolce Katy, la mia prima bambola di pezza, è ancora al suo posto. Amavo quella bambola, la portavo dappertutto, non la prenderanno, ricordo ancora quante volte quand'ero bambina, minacciavano la mia bambola quando facevo i capricci. Scatto come un fulmine verso la mia camera, ma mio fratello Damon riesce ad arrivare per primo; "lasciala, sai che l'adoro"; dico intimidatoria, fulminandolo con gli occhi; "e tu che sei ancora succube di noi due"; dice divertito; "sono succube di voi"; replico con aria seccata ed annoiata, abbiamo superato tutti e tre il centinaio d'anni, questi giochetti sono troppo infantili per noi. Lui mi fa segno con l'indice di no; "non sei stata convincente"; roteo gli occhi; "sono succube di voi"; ripeto con convinzione, lui ghigna soddisfatto, sotto la risata divertita di Stefan, e mi lancia la bambola, che io poggio nuovamente sul letto. Dopo aver fatto una doccia, scendo al piano di sotto, e noto i miei fratelli insieme ad Elena che discutono di Klaus. "Sorellina dato che vivrai nella loro città per un po', è meglio che tu conosca tutto di loro"; mi suggerisce Stefan, non appena varco la soglia del soggiorno. "Tu conosci solo Rebekah Mikealson, il che è un punto a tuo favore, visto che siete amiche"; annuisco e continuo ad ascoltare Stefan; "ma ci sono altri Mikealson"; precisa sedendosi di fianco la sua ragazza; "C'è suo fratello maggiore Elijah, un vampiro nobile e distinto, non dovresti avere molti problemi con lui"; continuo ad ascoltare, cercando di memorizzare quello che mi sta dicendo. Elijah non l'ho mai conosciuto di persona, ma so che è stato lui a trovare Rebekah nel periodo in cui eravamo inseparabili; "ovviamente c'è Klaus, la tua preda, so che avuto da poco una bambina. Poi c'è anche una sorella ritrovata da poco, Freya ed è una strega. Avevano anche un fratello maggiore Finn, ma è morto. Ed infine il loro fratello minore, Kol, che è appena resuscitato dal regno dei morti"; continuo a guardare i miei fratelli un po' confusa, non pensavo che i Mikaelson avessero una famiglia così complicata. "Appena tornato da regno morti"; ripeto perplessa ed incredula; "sì, ma poco importa, il piccolo Mikaelson è il più dissennato, e tu non devi avere molti contatti con lui"; interviene Damon; "va bene, ma voi verrete con me?"; Chiedo speranzosa, non posso di certo lasciarmi in mano ai Mikaelson; "verremo a trovarti, per vedere come procede il piano"; alzo gli occhi al cielo; "lo sapevo che mi avreste lasciata sola"; sbotto nervosa, uscendo dalla stanza, dirigendomi verso la mia camera. Voglio riposarmi, visto che già domani devo andare via, per aiutare quei visionari dei miei fratelli.

Pov's Kol
Sono comodamente seduto sulla sedia, sul piccolo giardino di casa. "Freya non ti ha resuscitato dal regno dei morti per non fare nulla tutto il giorno"; mi rimprovera Niklaus duramente. Sbuffo e mi alzo in piedi; "rilassati fratello"; cerco di calmarlo, ma ricevo il risultato opposto; "calmarmi?, Una minaccia incombe su di me, e tu vuoi che io stia tranquillo?. Per colpa tua il paletto di quercia bianca, è in mano a chissà chi"; ringhia ad un centimetro dal mio viso. Sono resuscitato solo da qualche mese, e già la colpa di tutti i suoi problemi è la mia. Ma in fondo è sempre stato così. Qualsiasi cosa accadesse alla nostra famiglia, la colpa era la mia. Probabilmente questa volta, ha le sue ragioni, visto che ho lasciato incustodito il paletto di quercia bianca, quando cercavamo un modo per distruggerlo per sempre. "Va bene, risolveremo il problema"; cerco di rassicuralo. Per quanto detesti il modo in cui tutti loro mi trattano, rimangono pur sempre i miei fratelli, e non gli negherò mai il mio appoggio e il mio aiuto. Klaus sospira tranquillizzandosi; "fra un po' Elijah arriverà con quella strega, e ci mostrerà una sua visione su di noi"; annuisco cercando di prestargli attenzioni, ma le mie orecchie percepiscono il pianto di Hope. Indico a Klaus la stanza della sua bambina; "sta piangendo"; gli faccio notare; "Halely è insieme ad Elijah, ha sicuramente fame"; sbuffa un po' disperato Niklaus; "io so come farla calmare"; replico sicuro di me; "allora accompagnami da lei". Saliamo nella cameretta di mia nipote, che continua a piangere con disperazione, per un vampiro che ha l'udito amplificato è davvero una tortura. Klaus la prende in braccio, e cerca di cullarla, ma lei non smette di piangere; "posso?"; Chiedo a mio fratello, allungando le braccia verso la piccola; "sta attento"; quasi mi minaccia. Prendo la piccola Hope fra le mie braccia, ed inizio a canticchiarle all'orecchio una dolce melodia, la stessa che mi cantava mia madre quando avevo gli incubi. Questa canzoncina ha più di mille anni, e Klaus, non appena la riconosce, mi guarda sorpreso; "È la canzone che ci cantava nostra madre"; annuisco senza smettere di cullare Hope, che dopo poco si addormenta fra le mie braccia. Mentre continuo a cullarla, ed ammirarla, Freya si ferma davanti la porta, ed inizia a guardarmi sorpresa; "sei riuscito a farla addormentare, solo Hayley ci riesce"; mi volto verso di lei sorridendo compiaciuto di me stesso; "sono il suo zio preferito evidentemente"; "avrà capito che hai la sua stessa maturità"; replica facendomi sorridere divertito, il suo è stato un colpo basso; "comunque vi ho chiamati perchè al piano di sotto è arrivato Elijah con quella strega, indovina, quello che sia"; ci informa Freya. Prima di scendere al piano inferiore, poggio Hope, delicatamente sulla sua culla; "quando crescerai io e te ci divertiremo molto"; le sussurro baciandole la nuca. "Allora dov'è la vecchia indovina?"; Elijah mi fulmina con lo sguardo e mi fa segno di stare zitto, sbuffo e raggiungo mio fratello, ponendomi di fianco a lui; "allora Beth, che cosa hai visto?"; Domanda impaziente Elijah; "Una ragazza, un vampiro precisamente". Tutti ci guardiamo confusi e impazienti di sapere altro; "sai chi è?"; Domanda Hayley; "no. Ma posso mostrarvela"; tende la sua mano verso di noi, e ci invita a toccarla. Non appena tutti noi veniamo a contatto con la strega, riusciamo a vedere chiaramente il volto della ragazza. E' davvero bella; "questa ragazza travolgerà le vostre vite, in particolare quella di due di voi, uno ne uscirà vittorioso, l'altro solo la morte troverà"; la predizione della strega lascia tutti un po' sbigottiti; "che significa?"; Chiede Elijah con agitazione; "solo questo posso dirvi"; replica la vecchia strega. Quando finalmente la vecchia megera se ne va, tutti noi iniziamo a pensare lucidamente, evitando di  farci prendere dal panico. "E' solo una stupida visione"; esordisco con aria sicura e per nulla preoccupata; "Kol potresti prendere con serietà almeno questa situazione?"; Mi rimprovera Elijah; "Va bene, penso solo che quella ragazza non sia una minaccia, magari le parole della strega erano solo una metafora"; cerco di farli ragionare; "in fondo Kol ha ragione, dobbiamo mantenere la calma"; suggerisce Freya dandomi manforte, è in famiglia da poco ma già è la mia preferita. "Se questa ragazza dovesse presentarsi a New Orleans, le starò addosso io"; li rassicuro sorridente. C'era qualcosa in quella ragazza di particolare, la sua bellezza è disarmante, sarà un piacere pedinarla, se mai dovesse farci visita.

Un piano quasi perfetto {The Originals}Where stories live. Discover now