Capitolo 3

44 11 9
                                    

Ci incamminiamo, un passo dopo l'altro, verso Amsterdam, che spero sarà la mia felicità.
"Davvero i tuoi amici mi troveranno un lavoro?"
"Un lavoro... s-sì..."
"Wow, fantastico! Non vedo l'ora di cominciare una nuova vita, una vita normale, finalmente..."
Improvvisamente, si ferma e mi prende delicatamente per un braccio, come per paura di rompermi.
"Morgana, voglio che tu ora ascolti le mie parole: quella che condurremo ad Amsterdam non sarà una vita facile. Anche se è la città della felicità, ci saranno molti momenti in cui ti sembrerà di sprofondare e in cui ti verrà voglia di tornare a casa. Vuoi  continuare il tuo viaggio?"
Lo guardo negli occhi, e per la prima volta noto il loro profondo color ghiaccio. Vedo il mio riflesso nella sua pupilla, sono circondata da raggi azzurri e bianchi, e per la prima volta dopo anni, mi vedo come al solito fredda e vuota... ma dentro, piena di colori che stanno solo aspettando di essere liberati, per poi scatenare la loro infinita bellezza.
"Sì"

QUALCHE MESE DOPO

"Eccoci, siamo arrivati."
"Allora benvenuta Morgana, benvenuta ad Amsterdam!"
Lui apre le mani, come per presentarmi la mia nuova città. Attorno a me noto che la vita non manca, ci sono tante persone con voglia di fare, tante vetrine con luci colorate. È il periodo natalizio e tutti sono più buoni e Amsterdam non è l'eccezione che conferma la regola. Edward mi trascina per un braccio in strade sempre più strette, fino a fermarci davanti all'entrata in un vicolo che conduce al retro di una discoteca. Edward compone un semicerchio attorno alla porta col dito, indicando una frase in una strana lingua scritta con le bombolette spray e dice:
"Guarda Morgana, l'ho scritto io!"
"Cosa vuol dire?"
"Hai il fuoco dentro, devi solo accenderlo"
"Sembra scritta apposta per me..."
Gli sorrido, lui ricambia.
"Hey Ed, ti sei portato una ragazza stavolta, fratello..."
Dice una voce proveniente dall'ombra.
"Sta zitto Simon!"
Si avvicinano ridendo, si stringono la mano e si danno una spallata amichevole.
"Bentornato Ed, bentornato!"
Lo sconosciuto mi guarda, poi guarda Edward con una faccia fiera e soddisfatta. Si avvicina e mi dice:
"Allora sei tu la ragazza di Edward..."
"Veramente ci conosciamo da poche settimane..."
"Allora devi conoscerlo... chi se non i suoi amici possono raccontartelo meglio?"
Vieni con me.
Entriamo nel piccolo vicolo buio e, dall'ombra compaiono due sigarette fumanti.
"Chi è?"
Dice una voce femminile.
"Sono io Gwen!"
"Sì, sei sempre il solito Simon, quante volte ti ho detto che non devi dire «sono io»!!!"
Compaiono due visi pallidi, un ragazzo e una ragazza truccati pesantemente con la matita nera. Lui ha una lunga cresta che dal nero si schiarisce sempre di più fino a diventare bianca, indossa una T-shirt nera con una scritta "FUCK THE POLICE" e dei pantaloni di tuta tenuti bassi. Il classico tamarro di periferia... Lei è una rasta, ha molte collane di catene con grossi ciondoli pesanti. Porta un chiodo e un paio di pantaloni di pelle attillati rigorosamente... neri.
"Loro sono Tyler e Gwen, i due emo del gruppo..." dice Edward.
"Ed ora conosci il più squinternato, pazzo, stupido e folle gruppo di tutta l'Olanda." Annuncia Edward fiero, ma non troppo...
Mi addentro sempre di più nel vicolo fino a vedere scatoloni su scatoloni messi a mo' di tavoli, piccoli sgabelli, comodini. Ci sono anche piccoli mobili a cassetti in legno, che probabilmente sono lì, anche solo per far sembrare una "casa" ciò che la gente normale chiamerebbe "discarica".
"Vieni Mo, sarai affamata, ormai sono le nove e sono solo rimasti i 5€ che ci hanno dato due spazzini per raccogliere e pulire l'immondizia di rachenstraße al posto loro..." dice Edward.
"Cosa abbiamo oggi?" Chiede Simon sfregandosi le mani.
"Ehm, che ne dite del McDonald?"
"Incredibile, mangiamo junk food da tre giorni ma nessuno di noi è ingrassato!"
Ci dirigiamo verso il Mc. Tyler e Simon iniziano a fare battute blasfeme, Edward invece si gratta la nuca, mi guarda e curva la bocca in un sorriso carico di vergogna nei confronti dei sui amici. Scopro, invece, che Gwen è molto sciolta e simpatica, ma è molto ribelle nei confronti della polizia e delle regole. Non è una forma di ribellione come quella che si nutre alle scuole medie, ma un vero e proprio odio verso le autorità. Nonostante la pazzia della combriccola, tutti mi stanno simpatici e non vedo l'ora di cominciare una nuova vita con loro.
Siamo al Mc, io sto mangiando un delizioso double cheesburger, Edward addenta un chicken mcNuggets con una goccia di salsa barbecue, mentre Tyler e Simon fregano le patatine fritte di Gwen quando è girata.
"Faccio finta di non accorgermene, sennò si sentono stupidi..." ride Gwen.
"Allora Morgana, quindi tu da dove vieni?" chiede Simon.
"Viene da Milano, l'ho incontrata tutta sola durante la mia ricerca della black... della black..." annuncia insicuro Edward.
"Ah, sì, perché lo sai che Ed fuma? È il più grande collezionista di sigarette e il suo obiettivo adesso sono le black devil, nella nostra zona si trovano solo a milano, in Italia."
"CAZZO SIMON, PER UNA VOLTA CE LA FAI A STARE ZITTO?!" Urla Edward, si alza dal tavolo e se ne va, sbatte la porta e scompare.
"Wow, è proprio incazzato..." dice Tyler.
"Ma che cazzo succede?!" chiede Gwen.
"Simon, va a parlare con lui, prima che gli venga in mente di andarsene..." afferma con disperazione Gwen.
"Sì mamma, ci vado subito!" Esclama Simon con ironia.
Esce dal Mc e cerca con lo sguardo Edward. Lo trova, iniziano a parlare. Anche se non sentiamo le loro voci, capiamo che stanno urlando. Vediamo i loro volti attraverso il vetro contorcersi sempre di più in una smorfia di rabbia.
"Cosa ti ho fatto, Edward?"
"Mi fai fare brutte figure davanti alla nostra ospite!"
"Ah, quindi ti piace Morgana, eh?"
"Sta zitto o non posso assicurarti che ti ritroverai la faccia integra."
"Tranquillo, tanto piace anche a me."
"Cosa?!?! Beh, sappi che oggi la porteremo nel nostro posto e ci voglio provare..."
"D'accordo, ma niente baci o si innamora del primo che le tocca le labbra..."
"Ok, ma ormai da ora sappi che cercherò di metterti i bastoni fra le ruote, tutto per Morgana."
"Tutto."
Si stringono la mano e rientrano.
"Avete risolto?" chiede Gwen.
Edward fa un cenno con la testa, poi dice:
"Allora, Morgana, dato che è la tua prima sera con noi, vorrei portarti in un posto che ha segnato tutti noi, la discoteca."
"È per noi l'antidoto al dolore e ai ricordi." dice Tyler.
"S-sì, ma non ho i vestiti adatti..."
annuncio io tristemente.
"Non ti preoccupare, ci penso io."
mi dice Gwen sorridendomi.

2 ORE DOPO

"Ragazze, siete pronte?" gridano Tyler e Edward.
"Cacchio cacchio, non sono ancora pronta!" esclamo io.
"Non ti preoccupare, ho dei vestiti che ti starebbero benissimo, e poi, anche io non sono ancora pronta..." mi rassicura Gwen. "Spero non ti dia fastidio se mi spoglio..."
Si toglie i vestiti, e davanti ai miei occhi compare una venere. La pelle scura, i capelli neri e liscissimi che risplendono come le pure acque di una cascata, la pelle scura, omogenea e morbida. La pancia perfettamente piatta, due esili gambe e (lo devo dire) un culo da urlo.
"Guarda, ho questo chiodo e questi pantaloni di pelle che ti starebbero benissimo!"
"Ok, ma sono tutti strappati..."
"Tesoro, si vede che non sei mai stata in discoteca. Mettili, forza."
Me li infilo a fatica, sembro una balena, ok decisamente non sono come Gwen. Ho due scelte: i miei logori vestiti da "barbona" o quei vestiti da dark che mi fanno grassa nonostante siano completamente neri.
"Woooooow stai benissimo! Lei signorina farà una strage di cuori!" dice Gwen leggermente eccitata.
Ok, mi sa che la scelta è già stata fatta e non da me.
"Ragazzeeeee! Siete pronte?! Dai che vi vogliamo vedere versione emo!" urlano Tyler e Edward.
"Ah no piccoli pervertiti! Devo ancora truccare Morgana!"
Mi mise la matita nera dentro gli occhi, ahi brucia, mascara e ombretto neri. Ok, mi sento un po' a disagio a stare in un corpo che non rispecchia il mio io interiore.
"Adesso sei per-fet-ta, PERFETTA! Ora possiamo andare dai ragazzi." annunciò Gwen.
Mi sistemo i pantaloni e avanzo.
"Wooooooooooow ragazze, oggi ci dovrete stare appiccicate perché ci proveranno un sacco di ragazzi..." dicono Simon e Tyler.
Edward invece era lì, davanti a me, a mangiarmi con gli occhi. Era fermo, muoveva solo gli occhi, poi mi guarda, inarca un sorriso con metà bocca e mi prende sotto braccio. Percorriamo il vicolo, siamo davanti alla porta del retro.
"Morgana, voglio rendere questo momento uno di quei ricordi che non dimentichi mai. Al mio tre apri gli occhi e fai un passo avanti..." dice Edward, mi sringe la mano.
"Uno, due..."

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 12, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Due sospiri nell'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora