Scrivo piccoli sprazzi di cose,
Brandelli di poesie o opere prose
Per ora non mute e ne note,
Non suonate e ne narrate, neppure, sussurrate.
Cieche, mute e sorde.
Non lasciano le mie labbra ne si trovano a viaggiare tra altrui voci.
Cieche e sorde.
Scrivo cose morte.
Finché un giorno non tendano le corde..
Finché non si apra il sipario..
E dinanzi un qualsivoglia pubblico la mia anima muova il mio corpo eterno
Dando vista e vita al mio celato mondo.
E che applausi o fischi decidano, s'io son sordo o sento.
S'io sia poeta..
O sterile corpo morto..
Che scrive 'Cose', non degne di nome e forme, cose morte, andate..
Non alle genti note, che suonano da voce in voce,
Ma silenziose, in me dimenticate, nel mio corpo, per arte morto,
Ignote.
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