Capitolo 1

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Vi dono ogni mia spina,
cosicché possiate pungervi
e sentire che siete ancora vivi.

ALAN

Un tiepido bagliore lambisce il mio viso, mi stuzzica le palpebre, costringendomi a sollevarle. Gli occhi vengono investiti dal sole che attraversa falciato le persiane della mia stanza, i timpani dal continuo squillo di un cellulare. D'istinto affondo il viso sul cuscino, cercando di sfuggire a questa dannata invasione.

Sospiro nervosamente, allungando una mano verso il comodino. Le dita sfiorano il pacchetto di sigarette, l'accendino, l'involucro di un preservativo prima di trovare finalmente il cellulare. Lo prendo in mano e svogliatamente alzo lo sguardo sul display dove la sveglia lampeggia a ritmo di musica .

«Fanculo» spengo malamente questa tortura e lancio il telefono dietro le mie spalle.

Un mugolio improvviso mi fa voltare di scatto il capo e solo adesso mi rendo conto di non essere solo su questo letto. Il mio IPhone è finito sulle chiappe scoperte di una ragazza che dorme soavemente a pancia in giù: il viso rilassato, le mani sotto la testa, i capelli chiari sparsi sulle spalle.

E questa da dove è saltata fuori?

Chiedilo ai tuoi neuroni quando tornano da Marte.

Ignoro la mia coscienza e mi tuffo nuovamente sul cuscino. Ho troppo sonno per pensare.

Perché, solitamente lo fai?

«Ma porca pu...» impreco a denti stretti, sollevandomi sugli avambracci quando la suoneria torna ad invadere la stanza.

Ma chi è il minchione che ha messo tutte queste sveglie?

È semplice: lo stesso che le sta togliendo.

Impunto i gomiti sul materasso sbuffando pesantemente. Malamente, allungo un braccio e afferro il cellulare, sfiorandole con le nocche il culo. La sento sussultare, mentre rivolgo lo sguardo allo schermo bloccando nuovamente questa dannata sveglia. Frettolosamente, scaravento il telefono sul comodino, sperando che prenda fuoco se solo dovesse ricominciare a suonare.

«Buongiorno cucciolo» mormora con voce assonnata, stiracchiandosi.

Mi volto, incrociando i suoi occhi impastati dal sonno che mi osservano sognanti «Sei pronto?» scivola sul letto, avvicinandosi suadente al mio viso. La sua bocca si protrae verso la mia che d'istinto indietreggio.

Maledizione datemi il tempo! Mi sono appena svegliato.

Peccato non si possa dire lo stesso del tuo cervello.

«Che c'e?» biascica incredula, sbattendo flemmaticamente le folte ciglia "Sei nervoso per l'esame?"

L'esame?

Ma buongiorno pseudo intelletto.

Cazzo è vero! Sono già le otto passate e tra meno di un'ora devo essere in aula per svolgere l'esame di gastroenterologia. Ecco dove l'avevo già vista: è l'assistente del professore che è stata così gentile da ripassare tutto il programma con me. Ieri sera, si è davvero prodigata per farmi memorizzare tutti quei nomi così complessi. E' stata molto paziente, così tanto che alla fine di sua spontanea volontà ha voluto ripassare la pratica di educazione sessuale. Quando si dice che la gentilezza non conosce limiti.

Per capire: non riconosci il viso di una donna con cui hai interloquito e avuto un rapporto sessuale poche ore prima?

Non l'ho mica guardata in faccia.

«Ho un'idea per farti rilassare» sorride maliziosa, trattenendo il labbro inferiore tra gli incisivi. La sua mano impavida si posa sulla mia gamba, risalendo lentamente verso il mio sesso celato dal lenzuolo.

Ho paura anch'ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora