30 Giugno 1942

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Finalmente siamo arrivati. E' passato un bel po' di tempo da quando mi sono arruolato vero? Scusa se ti scrivo solo ora ma la traversata in mare è stata un po'......difficoltosa. Da quando siamo arrivati gli inglesi non ci hanno dato pace. Dopo aver preso Marsa Matruh, un piccolo villaggio nel bel mezzo del nulla, quei bastardi inglesi si sono ritirati ad El Alamein, un'altro piccolo buco nel bel mezzo del nulla. Si sono stabiliti la, e si sono trincerati in maniera piuttosto pesante. Così ora siamo costretti a dover aspettare per poter attaccare, e sinceramente questo "clima mite" non aiuta moltissimo. Qua nel nostro battaglione sono tutti nervosi, e fa un caldo infernale. Ho visto dei soldati cuocere delle uova mettendole su un nostro panzer. Rommel pensa di poter avanzare e sfondare le linee difensive britanniche, e poi attraversare il Medio Oriente, prendere i pozzi petroliferi sovietici e unirci con le divisioni impegnate in Russia. Le cose cominciano a peggiorare li: i russi continuano a combattere piuttosto tenacemente e abbiamo difficoltà sfondare le loro linee. La nostra avanzata sta procedendo troppo lentamente. Ho visto anche dei soldati italiani fra noi. Poveracci. Hanno un equipaggiamento praticamente inutile, eppure continuano a combattere tenacemente. Mentre una nostra squadra si ritirava dopo un colpo di artiglieria esploso un po' troppo vicino, loro sono rimasti li, come se non fosse successo nulla. Siamo fortunati ad averli come alleati, non oso pensare cosa possano fare con un armamento più efficace. Un mio compagno di squadra, Lars.....Lars......non ricordo il cognome, mi raccontò questo fatto. Aveva i capelli piuttosto corti, castani, gli occhi marroni. Era piuttosto basso, ma aveva una corporatura piuttosto massiccia, non esageratamente massiccia, ma si vedeva che era piuttosto forzuto, e questo controbilanciava la sua altezza. Io stavo mangiando in disparte dagli altri ragazzi. Lars si avvicinò a me, e dopo qualche secondo mi chiese: <<Ehi, posso mettermi qui? Ti disturbo?>> Li per li rimasi spiazzato da quella domanda. Non sono mai stato una persona molto socievole, e c'era un motivo se ero in disparte mentre tutti gli altri facevano i deficienti l'un con l'altro. Ma c'era qualcosa in quell'uomo che mi incuriosiva, così acconsentii, e lui si sedette accanto a me. Abbiamo parlato del più e del meno per mezzo pomeriggio, mi ha raccontato che ha una famiglia che lo aspetta a casa, e mi ha fatto vedere le foto dei suoi due figli e di sua moglie. Mi ha detto anche che gli mancano, e non c'è niente di male in questo. Il problema è che io....non ho nessuno. Non ho nessuno che mi aspetta. Non ho nessuno a cui manco. Non c'è nessuno a casa, a Berlino, che mi aspetta, che teme per la mia vita, che ha paura di non rivedermi più. E' incredibile come due persone completamente sconosciute possano diventare amici così in fretta. E' uno dei tanti effetti della guerra. Peccato che non sia l'unico.

L'amore ritrovato (CONCLUSO) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora