La metamorfosi

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La notte in cui Pietro si raggomitolò nel letto, svegliando Marta che gli stava a fianco, fu quella decisiva. La Grande Sera, avrebbero detto i francesi; ma era in realtà l'ora del lupo, intorno alle tre. Poco prima, oltre il breve sipario della persiana lasciata quasi completamente aperta, nessuna stella si poteva scorgere e la presenza della luna era una pura ipotesi. Residui di smog danzavano con ogni probabilità fra le silenziose nuvole buie, mentre Marta in sogno si vedeva a sua volta danzatrice alla corte di Aladino, forse perché in serata avevano assistito a una di quelle funamboliche trasmissioni in cui dieci o venti persone cercano di sfondare nello spettacolo per diventare ricche e felici; e perché aveva provato invano a comprare sul web degli economici ricambi per il sacchetto dell'aspirapolvere aiutandosi con uno dei più grandi magazzini online del globo. Anche quel giorno siera infine concluso, fra minutaglia di speranze e momenti di svago, ed era tornata la notte, cioè la Grande madre che li avrebbe ancora una volta accolti nella sua oscura misericordia. Si erano dati la schiena, come due fratelli, stanchi per la quotidiana girandola di emozioni piovute nel vuoto, e avevano preso sonno. Pietro, che dal mattino a metà pomeriggio aveva sbarcato il lunario al semaforo destreggiandosi con i bastoni infuocati, per un guadagno totale di dodici euro e settanta centesimi, aveva quasi smaltito una delle sue solite scottature grazie al dentifricio. Bicchiere di birra (bisognava pur volersi bene); due telefonate; quattro parole con Marta; cena a base di kebab; inutile digestivo; televisione. La trasmissione gli aveva ridato quel buonumore che Marta amava e di cui aveva un così acuto bisogno, dopo ore intere trascorse a spulciare i giornali degli annunci e i siti più indicati per trovare una qualsiasi occupazione, magari addirittura retribuita. Lui si era assopito molto presto, senza più muoversi, come la statua equestre coricata del Fachiro moderno. Ma tutto a un tratto si era stretto, sempre più, a se stesso, fatto minuscolo, come in una metamorfosi, fino a rassomigliare a un feto.

Insonne come sempre, Marta lo fissava nella dolce frescura del tardo settembre, un po' divertita, un po' sconcertata. Dove stava scivolando il suo fidanzato?

Orizzonti in fugaWhere stories live. Discover now