Capitolo 5

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Mi ritrovo nuovamente in casa con lui, come qualche mese fa, ma stavolta è diverso. Stavolta non siamo noi due che ci amiamo come sempre, non siamo quei due ragazzi che hanno superato mille difficoltà prima di raggiungere un lieto fine che non è durato per sempre.

"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiedo dopo aver sistemato Mia nel carrozzino dato che si è addormentata.

"No grazie. Vorrei che venissi vicino a me. Guardiamo la partita in Tv insieme, come ai vecchi tempi, poi possiamo parlare" dice prendendo il telecomando per cercare il canale della partita.

Rimango in silenzio a guardare la mia squadra del cuore e mi ammutolisco quando il Napoli segna e lui esulta come se stesse allo stadio controllando sempre che Mia non si svegli.

È sempre stato premuroso nei confronti di nostra figlia, l'ha sempre amata come se fosse la cosa più bella del mondo e per noi lo è, lo è stata dal primo giorno di vita e lo è adesso che ha 17 mesi.

Mi prendo la mia rivincita quando è l'Inter a segnare, a pochi minuti dalla fine della partita ed esulto come non ho mai fatto in vita mia, forse perché sto gettando fuori tutta la tensione che ho accumulato in queste ore o perché un gol nel finale è sempre una gioia, nonostante il pareggio.

"1-1 palla a centro" afferma al fischio finale facendomi capire che è arrivato il momento di parlare.

"So di aver sbagliato ad andare via all'improvviso senza farti capire come mi sentissi, ma ti ritenevo colpevole di tutto quello che era successo al nostro bambino..."

"Ed io ho sbagliato a non darti spiegazioni riguardo i messaggi di Elvira sin da subito. Non le ho mai risposto e le ho fatto riferire da altre persone che doveva lasciarmi in pace, ma non l'ha fatto ed è successo tutto questo" ammette sincero con le lacrime agli occhi.

Mi avvicino a lui e mi sto per gettare tra le sue braccia, quando sento la porta che si apre e Marco che mi prende in braccio dopo qualche secondo. Mi abbraccia forte e cerca di darmi conforto perché sa in questa situazione come mi sento.

Quando mi lascia, incrocio lo sguardo di Diego e qualche lacrima scendere dai suoi occhi e mi avvicino a lui prendendogli la mano.

"Credo che qui non ci sia più posto per me" confessa lasciandomi la mano e correndo verso l'esterno dell'abitazione.

Gli corro dietro, ma Marco mi si parà davanti e mi blocca sull'uscio della porta.

"Lasciami stare. Devo andare da Diego. Io lo amo e non posso rinunciare alla mia felicità solo perché tu hai una stupida cotta per me e non vuoi vedermi felice con lui. Ma se tieni a me come dici, fammi correre da lui, perché solo così sarò felice". Riesco a liberarmi e a correre per fermarlo, ma quando arrivo all'esterno del palazzo lui non c'è più e mi ritrovo seduta per terra a piangere perché forse era arrivato il momento di chiarire, ma il destino non ha voluto che accadesse.

Amo per vivere (Wattys2017)Where stories live. Discover now