Prologo.

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"Capisci che qualcosa non va quando ti arrivano bollette indirizzate a qualcuno che non sei tu.
E capisci che le cose vanno ancora peggio quando devi andare in un centro postale per restituire le suddette bollette.
Ma capisci che sei davvero fottuto quando una signora ti chiede il nome e, dopo che hai risposto, ti guarda con un sopracciglio alzato."

<<Hajime Iwaizumi ha detto?>>
Annuisci, annuisci.
<<Prego mi segua>> la donna né troppo giovane né troppo vecchia sorrise e gli indicò il corridoio.
Lui la seguì in totale silenzio finché non si fermò dinnanzi ad una stanza con su scritto "Dead Letter".

Tutta sorridente aprì ed entrò, aspettando che lui faccesse lo stesso.
Cataste di lettere e pacchi accumulati in modo poco stabile sugli scaffali.
Pile di scartoffie che minacciano di rovinare a terra da un momento all'altro.
Lei si tuffò, letteralmente, in mezzo ad un cumulo di carta, riemergendo dopo diversi minuti con un abnorme plico di lettere ancora imbustate.
<<Hajime Iwaizumi, queste sono per lei>>

<<Cosa sono?>> domandò il ragazzo confuso.

<<Sono le sue dead letter, ovvero lettere che non è stato possibile recapitarle appena spedite>> con un sorriso gentile gli avvicinò le missive e lui le presi in mano.

Lesse sulla carta da chi arrivavano: "quel dannato Shittykawa..." pensò.
Erano rovinate ai bordi e i francobolli avevano perso colore così come le scritte.
<<Scusi>> la chiamò mentre lei riaggiustava i capelli e il vestito:<<Quanto tempo è che sono qui queste lettere?>>

<<Circa due anni>>

"Oh"

***

Il ragazzo dai corti capelli neri tornò a casa e si buttò a letto.
"Quanto tempo è che non sento Bakakawa?"
Erano passati tre anni e mezzo dall'ultima volta che si erano visti.
Da allora, senza volerlo, era stato sfrattato dal suo appartamento, poiché quel complesso di edifici di lì a poco sarebbe stato distrutto, per dare spazio ad un enorme grattacielo.
Aveva quindi cercato casa ovunque, senza però trovarla, e si era fatto ospitare a turno da tutte le persone che conosceva.
La sua università lo aveva tenuto occupato così tanto che non era riuscito neanche a chiamare Bakakawa e, quando ne aveva finalmente trovato il tempo, il suo telefono aveva deciso di suicidarsi.
Stropicciò gli occhi e fissò le lettere che sembravano guardarlo male.
Le aveva buttate in malo modo sul tavolino in vetro, nello stesso modo in cui anni prima aveva buttato Tooru.
E pensare che stavano anche insieme.
Tecnicamente erano ancora fidanzati, dal momento che Hajime non aveva trovato neanche il tempo di lasciarlo, complice anche il fatto che lui non voleva lasciarlo.

Il numero lo sapeva a memoria, quindi, comprato il nuovo telefono, aveva provato a chiamare Tooru...numero inesistente.
Una volta, per parlare con lui, colto dalla disperazione e dal bisogno di vederlo, era addirittura andato a casa dei suoi genitori.
Ma la casa era vuota.

E ora, dopo tutto quel tempo, ecco che Shittykawa tornava ad infestare i suoi pensieri...anche se in realtà non aveva mai smesso.

"Ormai è acqua passata", "In fondo non era mai stato tanto importante", "Conoscendolo già si sarà trovato una nuova fidanzata": questi i pensieri di Iwaizumi negli ultimi anni.
Ma raccontarsi bugie, o pensare ad Oikawa come ad un traditore -cosa che Hajime sapeva perfettamente lui non era-, non lo aveva aiutato minimamente a dimenticarlo.

Molto spesso, anzi, si era ritrovato sveglio, nel cuore della notte, tastando l'altra parte del letto in cerca di Oikawa.
Molte altre, invece, aveva ricomposto il suo numero invano e aveva inviato messaggi ad un numero inesistente.

Se lo avessi fatto prima... lo sbeffeggiava una voce dentro la sua testa ogni volta.
E lui non poteva fare altro che darle ragione.

Ed ora eccolo lì, buttato su un divano, a fissare le lettere che il suo fidanzato gli aveva spedito due anni prima.

Eccolo lì, l'ultimo filo che ancora poteva riportarlo da Tooru.

Ma Hajime non voleva leggerle, non voleva vedere i sentimenti di Tooru mentre lui lasciava che si allontanasse.

Le mise quindi in un cassetto e le lasciò lì, deciso a non leggerle.

***
Il giorno dopo andò in università per le lezioni mattutine e, tornato a casa, decise di rimanerci per tutto il resto della giornata.

"Non voglio leggerle" Si ripeteva come un mantra, ma bastò una sola foto, quella in cui lui e Tooru si tenevano per mano, per fargli aprire quel cassetto e fargli scartare la prima lettera.

**Spazio pazzoidi in libertà (vigilata)**
Io ci provo, non vi assicuro niente XD.
Questa storia è per i 200 followers...ma tanto lo so che qualcuno mi unfollowerà sicuro!

Dead Letter ↬Iwaoi↫Where stories live. Discover now