11. Mind me

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Eleazar è insopportabile

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Eleazar è insopportabile.
È passata una settimana da quando ho iniziato a parlare con lui. Con il passare del tempo, ho imparato a gestire le mie emozioni e allungare il tempo dei nostri incontri. Ma è così difficile non scappare via.
Ho scoperto che quando era solo un bambino, ha visto i suoi genitori morire prima di essere rinchiuso nel centro di ricerca. Ricorda perfino il giorno, e coincidenza vuole che sia lo stesso del mio compleanno.
Oltre a questo, i nostri discorsi sfociano sempre su quanto una parte di lui vorrebbe portarmi a letto e quanto l'atra desidererebbe uccidermi nel sonno.
È così malato, ha dei pensieri così malsani, che il mio più grande desiderio ora è evaporare, sparire, e cancellarmi dalla sua memoria. Come se non fossi mai esistita.
Ma, allo stesso tempo, vorrei che gli Hellreis lo guarissero.
So che non è colpa sua se è diventato così pazzo. Non oso immaginare cosa gli abbiano fatto, perché i buchi sui suoi avambracci e sul suo collo parlano da soli.
Mi ha accennato qualcosa su una sottospecie di siero per aumentare esponenzialmente le capacità di un essere umano. Per questo è così veloce e forte, suppongo.
Non riesco a smettere di pensare al fatto che una minuscola, pervertita e depravata particella di me vorrebbe lasciargli fare qualsiasi cosa voglia fare sul mio corpo.
Ho già visto di cosa è capace quando è in modalità "assassino", eppure mi incuriosisce vederlo come amante.
Ecco, questi sono i pensieri di una ragazza che è stata sola fin troppo tempo: se ne va con il primo maniaco psicopatico che passa.

Ora sono seduta sul letto della mia stanza che sto pettinando i miei capelli. Dovrei essere da sola in casa con un paio di domestici a farmi da babysitter.

«Ceni con me?»
La voce di Evan mi fa girare verso di lui, sorpresa.
Indossa una giacca aperta, lunga e nera fino alle caviglie, una maglia e delle scarpe da ginnastica dello stesso colore, un paio di jeans strappati in punti diversi senza essere vistoso. Sembra appena tornato da "lavoro", qualsiasi esso sia.
La sua maschera è ancora lì ma ormai non ci faccio più molto caso.
Gli sorrido e lo saluto con un «Ciao Evan, entra».
Si avvicina e si siede di fianco a me. Poi, allunga la mano verso la spazzola.

«Dammi.»
Gli porgo l'oggetto e lo guardo mentre lo passa lentamente e con cura sui miei capelli.
Non è per niente strano. Ogni giorno mi accarezza i capelli. Ho persino pensato che fosse invidioso una volta.

«Hai dei capelli stupendi, sai?» Commenta lui.

«Christopher ti manda a farmi sentire più amata in questa casa?» Gli chiedo, sarcastica.
Lo sento ghignare.

«Chris non sa che sono qui.» Mi rivela. «È possibile che quando una persona vuole essere gentile c'è sempre qualche scusa dietro?»

«È l'unica cosa che ho imparato da questa vita. Niente ti è mai regalato, quindi suppongo sia per il fatto che mi sto impegnando con Elea...» Gli spiego mentre con la coda dell'occhio vedo la sua mano posarsi per una istante sulla mia spalla e interrompermi.

Beast Awakened || I Racconti Rapsodici Delle Anime Eccelse(IIII)Where stories live. Discover now