capitolo 13º

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Cami era al settimo cielo, Gabriel le aveva preso tutto il necessario per fare i dolci che più le sembravano adatti alle cene che lui preparava ,i clienti erano più che soddisfatti,alcuni addirittura dissero a Gabriel che era ora che inserisse i dolci nei suoi fantastici menù almeno adesso non dovevano spostarsi altrove per terminare la serata.
Il primo dolce in assoluto che fu servito al Gold era una semplice torta di mele servita calda con una salsa alla vaniglia e gelato alla crema il tutto spolverizzato di profumata cannella. Gabriel la fissava estasiato quando lei era concentrata nella preparazione dei dolci, la sua torta magica al cioccolato l'aveva stupito sia per la complessa preparazione che per il fatto che si scioglieva praticamente in bocca.
Aveva fatto bene a proporle di fare i dolci per lui almeno la teneva sempre sotto i suoi occhi e lontana da altri sguardi.
Mancavano solo tre giorni al suo compleanno e non sapeva se chiedere a Gabriel il permesso di fare una specie di festicciola oppure no. Erano in sintonia e non litigavano quasi mai.
Era pensierosa mentre ripuliva il ripiano che aveva a disposizione per dare spazio alla sua creatività e quando squillò il telefono rispose meccanicamente senza farci caso.
"Gold Symphony in cosa possiamo essere utili?"
Dall'altro capo del filo però ci fu solo silenzio .
"Pronto?" Chiese Cami guardando il ricevitore.
"Sei Camille?" Chiese una voce adulta e molto dolce .
"Si signora sono Camille, mi dica vuole prenotare un tavolo? Con chi ho il piacere?" Rispose sorridendo mentre allungava una mano per prendere il taccuino di Gabriel.
"No. Non voglio prenotare un tavolo, io vorrei tanto chiederle scusa signorina."
Cami non capiva assolutamente di cosa la donna al telefono stesse parlando ,intanto Gabriel che aveva chiuso su ridiscese e le chiese chi era,ma Cami si strinse nelle spalle perché non ne aveva idea.
"Signora mi dispiace ma non so di cosa dovrebbe scusarsi con me?"
Chiese guardando Gabriel che alzò gli occhi al cielo e le chiese di darle il telefono.
"Aspetti le passo il proprietario" le comunicò prima che la donna potesse spiegarle.
Gabriel prese il telefono imprecando in tutte le lingue del mondo.
"Mamma ciao!"
Cami spalancò gli occhi ,non aveva capito che era la madre di Gabriel anche perché per quale motivo avrebbe dovuto chiederle scusa?
"No mamma. Mamma per favore. Ma non credete che sia arrivata l'ora di lasciarmi risolvere le mie questioni da solo? No mamma non ti passo di nuovo Cami. Si io la chiamo Cami!" sbuffò e si passò una mano nei capelli
"Mamma non possiamo. No! Ma ti pare che io possa fare quello che mi pare? Lo so che sono io il proprietario. Ti ho già detto mille volte che non ti passo Cami" .
Sbuffò ancora, Cami vide che era in difficoltà e decise che era arrivato il momento di capire perché mai la madre volesse scusarsi con lei, così con uno scatto tolse il ricevitore a Gabriel e parlò nuovamente con la donna intrappolata tra Gabriel e il bancone.
Lo zittì con un cenno della mano e si girò guardandolo mentre sorrideva.
"Signora sono Cami cosa vuole dirmi?"
disse alla madre di Gabriel che si profuse in mille scuse ,Cami ascoltava paziente mentre cercava di allontanare la mano di Gabriel che voleva riprendersi la cornetta del telefono.
"Signora mi dispiace ma sinceramente non capisco perché lei si stia scusando con me,tuttalpiù dovrei scusarmi io per essere stata così brusca a telefono la settimana scorsa." disse interrompendola .
Ma ovviamente essendo la madre di Gabriel non aveva ascoltato una parola di quello che lei aveva detto anzi addirittura la stava invitando a passare un week-end a casa sua insieme a Gabriel.
"Signora guardi queste sono decisioni che io non posso assolutamente prendere. No in questo momento non ricordo quante prenotazioni ci sono ma..."
Capiva lo sguardo di Gabriel e si pentì di avergli tolto il telefono dalle mani,in fondo non erano propriamente affari suoi.
Gabriel la guardava divertito e la prendeva in giro mimando con la bocca ti stai mettendo nei guai.
"Si io la capisco perfettamente e le do ragione ma vede è molto impegnato è per questo che non riesce a venire a trovarla."
Il tono di Cami si era abbassato e la sua faccia aveva cambiato espressione, sentiva la mancanza di sua madre e poteva capire la madre di Gabriel che si lamentava di non vedere abbastanza il figlio,perché Gabriel non andava a trovarla?
Mimò a Gabriel che sua madre era triste perché lui non voleva andare a Jeffersonville a trovarla e gli chiese perché.
Gabriel sbuffò contrariato.
Poi si fece ridare il ricevitore e parlò con sua madre mentre giocherellava con il filo attorcigliato intorno a Cami.
"Mamma sei insopportabile , dobbiamo fare sempre quello che vuoi tu e questo non è giusto. Non è la questione dei clienti lo sai bene che non li perdo. Però vorrei prima trovare il modo adatto, non è come dici tu. " alzò gli occhi al cielo e si mise una mano sulla faccia.
Cami tentò di sorridere ma questo non impedì a una lacrima di scendere sulla guancia.
Invidiava Gabriel.
Quando lui se ne accorse le asciugò la lacrima e con gli occhi le chiese cosa avesse, ma Cami si strinse nelle spalle e distolse lo sguardo.
"Mamma hai vinto !va bene domani pomeriggio ci vediamo. Certo che glielo dico . Si mamma anche io ti voglio bene. Si ciao mamma ciao."
Lasciò il ricevitore e liberò Cami dal filo .
"Ehi" disse dolcemente alzandole il mento .
"Che succede?" le chiese portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Niente. Ti... ti invidio sai?" rispose Cami ingoiando il groppo alla gola.
"Mi invidi? perché?" la guardava dritta negli occhi e le torturava il collo con il pollice.
"Hai una madre ,ma soprattutto hai una famiglia. C'è sempre qualcuno che si preoccupa per te ,se stai bene ,se stai lavorando, se ti curi. Io non ho nessuno. Nessuno che mi chiami anche solo per chiedermi come sto." gli spiegò con un filo di voce mentre un altra lacrima scese a rigarle il viso.
Gabriel la abbracciò e la strinse forte a se consolandola.
"Sai a volte non è molto facile gestirli, nonostante ho passato i trenta credono ancora che ne abbia dieci,vogliono sapere sempre tutto e pretendono di decidere a posto mio. Nonostante questo gli voglio un gran bene,se vuoi qualche volta quando hai bisogno te li presto." Le disse scherzando allontanandola ,le asciugò le lacrime e le incorniciò il viso con le mani.
Aveva una voglia matta di baciarla.
Cami sorrise.
"Ti prendo in parola. Mi piacerebbe conoscerli." disse sincera.
"Oh a questo rimediamo subito, domani dopo pranzo vieni con me a Jeffersonville." le comunicò spiazzandola.
Cami lo guardò stupita ,era serio non scherzava .
"Cosa? Perché?" chiese strofinando gli occhi con le mani per asciugare le lacrime.
"Te l'avevo detto che ti stavi mettendo nei guai,mia madre non accetta mai un no come risposta . Mi ha letteralmente ordinato di portarti a casa perché vuole conoscerti. Ecco perché io non volevo passartela,sa sempre come fregare qualcuno. Mi dispiace ,ma tu non devi assolutamente preoccuparti, se alla fine ci vado dirò che non ti sentivi bene e sei rimasta quì. Oppure troverò una scusa e non ci andrò. Quindi è tutto ok, va bene?" le strofinò le braccia con le mani e poi si allontanò con la scusa di rimettere a posto in cucina.
Cami era perplessa, in un primo momento lui si era mostrato più che contento di portarla a casa dai suoi, dopo però aveva cambiato espressione come se si fosse anche un po' pentito di averglielo detto.
Non voleva che la madre pensasse per qualche strano motivo che lei non volesse andare e allo stesso tempo voleva che Gabriel andasse a trovare la madre,fosse stata ancora in vita la sua avrebbe smosso mari e monti per andare a trovarla.
Ci stava rimuginando su e continuava a passare lo straccio sul ripiano sempre nello stesso punto tanto che Gabriel la riprese scherzando che sicuramente ci si poteva specchiare poi le disse che poteva andare a dormire tanto lui aveva finito.
Così a Cami non restò altro da fare che ubbidire, mise lo straccio nei panni sporchi e gli augurò la buona notte.

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