Tanto tempo fa.

48 2 0
                                    

Era il lontano settecentordici quando un individuo chiamato come me e sempre soprannominato come me (quindi ero io), decise che ormai era troppo tardi per restare ancora single, quindi andò alla ricerca dell'anima perduta partendo per un lungo viaggio.

Però si era presentato un piccolo problema, non sapeva per dove partire quindi decise di andare in un'agenzia di viaggi al confine del suo paese, questa agenzia non era la solita agenzia di viaggi, l'entrata era a forma di uccello ( e per uccello intendo un uccello) che era di un colore colorato e una volta entrato potevi andare dai tonni volanti con ali di gabbiano che avevano il compito di consigliare il viaggio a tutti gli arguti avventurieri che entravano in quell'agenzia.

Il protagonista (cioè io, infatti ora incomincerò a parlare in prima persona) quindi io, mi avvicinai al tavolo dove conobbi il mitico simpaticissimo Tonno Mario che in realtà non mi stava per niente simpatico ma ehi se non mi fossi comportato da amico non mi avrebbe consigliato dove andare.
Comunque, ero al tavolo e chiesi al tonno esterreFATTO, molto fatto, quale meta per il mio viaggio fosse stata più corretta, lui corse subito come un pesce morto ai suoi archivi dove trovò subito il libro con scritta la locazione per dove mandarmi.

Con molta enfasi e convinzione mi sputò in un occhio, infatti mi chiese subito scusa, poi continuò e mi racconto che per trovare la mia anima gemella perduta sarei dovuto andare in un posto in cui nessuno si era mai azzardato a metter piede (perchè ne mettevano sempre due) il posto si chiamava "La città Di." .

Tonno Mario mi diede tutte le indicazioni che consistevano nell'andare prima a destra e subito dopo ancora a destra e poi a destra e dopo dritto svoltando leggermente alla sinistra della destra.

Io molto convinto seguì tutte le indicazioni ricoperte di grasso di balena, che mi portarono alla Città Di.

Misi i due piedi per entrare dentro quel meraviglioso paese/città (si ero molto indeciso su cosa fosse quel posto), e mi ritrovai subito una foca monaca ad accogliermi, diciamo in modo non proprio adeguato infatti mi saltò addosso e mi ruppe tre costole e quattro gambe, che poi mi aggiustò con i pezzi di ricambio.

Passato l'inconveniente, raccontai alla foca che ero partito per il viaggio alla ricerca dell'anima gemella perduta. Lei mi racconto che per avere maggiori indicazioni su cosa fare dovevo fare l'abbonamento di 9,99€ al mese, io feci un sospiro e firmai il contratto.

Fu così che la foca monaca detta anche Ermenegilda mi teletrasportò dal Re della città/paese.

*CONTINUA NEL PROSSIMO CAPITOLO*

La vera storia di Cath e SusannaWhere stories live. Discover now