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- Ehi? Cos'hai?- mi chiede Thomas vedendo che sono incantata a fissare Quel tavolo.

Si gira dalla parte che sto guardando e sbianca immediatamente.

- Scusami, non avevo idea che fosse qui, vieni andiamo via.- mi prende per mano e mi trascina fuori dal bar.
Si toglie la giacca e ci ripariamo sotto.

Camminiamo veloci senza parlare, anche perché io non so cosa dire.
Jake si droga? E da quando? Perché? Chi era quello? Basta! Troppe domande.

Arriviamo a casa di Thomas, entriamo e chiudiamo la porta dietro di noi. Abbiamo entrambi il fiatone. Lui mi guarda e poi mi abbraccia. Mi stringo forte a lui e alzo lo sguardo per cercare il suo viso, le sue labbra morbide.

Mi bacia dolcemente perché sa che voglio andarci piano, ma sono io involontariamente che lo stringo a me.

- Non riusciremo mai a stare lontani sentimentalmente quanto due semplici amici.- sussurra per dopo darmi un bacio sulla fronte.

Non gli rispondo, ma sorrido come per dargli ragione. Mi ricordo che avevo promesso a mia mamma che sarei andata da lei a pranzo.

- Che ore sono?- chiedo ancora con le braccia strette sui suoi fianchi.

- L'una e tre quarti, perché?- chiede.

- Devo andare da mia madre a pranzo... gliel'ho promesso. Ma tu mi devi accompagnare.- dico guardandolo dritto negli occhi.

- Certo! Comunque, come mi presenterai ai tuoi?- chiede sorridendo.

- Come mio amico, è ovvio! Altrimenti dovrei raccontare loro tutta la storia. Non sono pronta. Devo riflettere bene su che cosa dire. Non è una cosa facile da spiegare in modo che non vadano a denunciarlo.- dico sicura...o forse no?

- Perché non dovrebbero farlo? Ha fatto una cosa orribile, merita di essere punito!- esclama severo.

- Senti non voglio rogne con nessuno e sono certa che questa cosa durerebbe per anni e io... non ho la forza- spiego togliendo le braccia da lui.

- Su questo non posso darti torto, ma ai tuoi glielo devi dire oggi, altrimenti lo farò io!- dice e mi stringe ancora a lui - tu lo sai che sarò sempre dalla tua parte, ma in questo caso no, deve pagare per quello che ha fatto!- dice a voce più alta e poi mi lascia andare.

Ha ragione. Andrò dai miei genitori e dirò tutto, non ho bisogno di organizzare un discorso, tanto so benissimo che cosa è successo e so che Thomas sarà al mio fianco, questo è importante.

- Va bene, allora andiamo prima che mia mamma entri in fibrillazione!- esclamo e ridendo usciamo di nuovo di casa, questa volta con l'ombrello.

Andiamo con la sua macchina nera e costosa. Chissà se suo padre è ricco? Se ha un lavoro onorevole... ancora non so molte cose di lui...

- Dove abiti?- mi chiede.

- Nel quartiere di Bronx tra la 45a strada e la Broadway Ave.- rispondo.

Mi sto torturando le pellicine sul mio pollice dal nervoso, credo che tra un po' mi farò sangue.
Sto provando a pensare a come cominciare il discorso.
Ecco ora una gocciolina rossa esce dalla ferita che mi sono fatta. Prendo un fazzoletto dalla tasca e mi tampono il dito.

- Che fai?- mi chiede notando cosa sto facendo.

- Sono nervosa.- dico seria.

- Devi stare tranquilla, vedrai che i tuoi genitori sapranno cosa fare e sicuramente non prenderanno decisioni per te: infondo sei tu la vittima, quindi spetta a te dire se lo vuoi denunciare o no. Sappi comunque che se non lo farai, te ne potresti pentire.- mi rassicura.

- Lo so.... non è una cosa facile da risolvere. Ho soltanto paura. Paura per il mio futuro. È sempre stato un mio difetto essere spaventata da quello che verrà.-

- Non devi invece! Vivi giorno per giorno e non preoccuparti delle cose che succederanno, devi goderti ogni momento, si vive una volta sola!- dice appoggiando la sua mano sulla mia- era quello che diceva mia madre quando ero piccolo, quando ero talmente innocente e indifeso da non capire che mia mamma stava male. Non è mai stata bene è hanno voluto dirmelo solo un anno fa.- confessa e solo ora mi rendo conto di quanto possa soffrire una persona per un'altra che le sta cara. Spero di non provare mai questo dolore. Deve essere devastante.

- Eccoci siamo arrivati, sei pronta?- mi chiede stringendo la sua mano nella mia.

- Sì.- rispondo soltanto cercando di sembrare il più convinta possibile.

Varchiamo il portone che stranamente è aperto. Suoniamo il campanello ma non risponde nessuno. Provo a bussare, ma la porta, schricchiolando, si apre.
Ci guardiamo straniti e poi entriamo.

La casa è deserta. Facciamo il giro delle stanze, ma non troviamo nessuno. Vado in cucina e trovo un biglietto attaccato al frigo:

"Amore, appena leggi questo biglietto contattami, ti voglio bene.
Mamma."

Prendo il telefono fisso e compongo il numero:

"Sapevo che ci saresti cascata!" Dice la voce.

"Chi è?" Chiedo tremante guardando Thomas spaventata.

"Oh, tu lo sai benissimo chi sono! Vieni qui da me e lo capirai da te. Chissà, magari incontrerai anche i tuoi genitori..." dice e io sbianco. Capisco immediatamente chi è la voce dall'altra parte della cornetta.

"Non prendertela con loro! Non centrano niente, se mi vuoi vieni a prendermi sono qui, a casa mia!" Lo imploro, ma voglio tendergli una sorpresa che lo sbatterà direttamente in galera.

"Meraviglioso, è stato più facile di quanto pensassi. Quando sarai mia, lascerò liberi i tuoi genitori, ma tu dovrai venire con me, per sempre." Aggiunge mentre immagino il suo ghigno comparirgli sulla faccia.

Spengo la chiamata e chiamo immediatamente la polizia:

"Pronto qui è la centrale di polizia, chi parla?" Chiede la voce.

"Sono Jordan Blake abito nel quartiere di Bronx, dovete venire subito, un malato drogato mi sta venendo a prendere, ha rapito i miei genitori!" Esclamo.

"Va bene arrivano subito i rinforzi" dice lui a sua volta.

Guardo Thomas che nel frattempo è rimasto allibito da questa scena.

- Verranno a prendere Jake. Lui tiene in ostaggio mia mamma e mio papà, li ha rapiti. È sotto l'effetto di alcune droghe.- dico tutto d'un fiato.

- Ne sei sicura?- mi chiede.

- Si ho visto che uno gliele vendeva in quel bar in cui siamo andati sta mattina. Sta arrivando la poliz...- non faccio in tempo a finire la frase che sento le sirene rassicuranti. Corro in giardino e trovo due macchine lampeggianti parcheggiate sul vialetto.

Lui non è ancora arrivato.
Ho paura. Tanta tanta paura.
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Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo tanto atteso e sono stata moto contenta di vedere che vi piace la nuova copertina!
Tanti colpi di scena anche in questo capitolo! Spero vi piaccia.
Buonanotte,

Alice❤

Jordan on the road (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora