Capitolo quattro

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Stiles si svegliò più stanca del solito, ed il solo pensiero che avrebbe dovuto correre per la stupida maratona del coach le faceva venire solamente voglia di rimanere sotto il lenzuolo e continuare a dormire. Il giorno precedente, alla lezione della signorina Blake, non aveva potuto fare a meno di guardarla male, mentre quest'ultima ancora visibilmente scossa da quello che aveva vissuto la notte precedente guardava i ragazzi spaventata.

Suo padre venne a svegliarla in modo più dolce del solito, complice il fatto che dopo averla vista con la faccia ridotta male dall'Alpha credette che qualcuno a scuola l'avesse nuovamente picchiata, anche se lei continuava a negare. Stiles pensò che fosse meglio così o non avrebbe trovato nessuna scusa per quei graffi.

Le toccò gentilmente la spalla « Stiles, so che è l'alba, ma sono certo che se non ti sveglio io adesso poi tu non lo fai. » le disse mentre lentamente apriva gli occhi e mugugnava sul fatto che avesse zero voglia di andarci, ma non poteva permettersi assenze, rimanere a casa da sola forse era ancora più pericoloso che rimanere in un luogo pieno di gente, se l'Alpha l'altra sera l'aveva ferita era solo perché non c'era nessuno con lei. Si mise a sedere passandosi una mano sulla faccia evitando ti toccarsi il livido sulla tempia sinistra, le faceva particolarmente male.

« Papà, ti prego, trattami come tuo solito, buttami l'acqua addosso, tirami giù, non essere così dolce solo perché credi che qualcuno mi abbia picchiata. » sbuffò strusciando fuori dal letto, il padre alle calcagna che le ripeteva che non c'era nulla di male se gli avrebbe dato i nomi di chi l'aveva ridotta in quello stato. Stiles sorrise contenta di avere un padre così premuroso e senza pensarci si girò per scoccargli un bacio sulla guancia.

« Veramente, non preoccuparti per me, vai a lavoro e stai lontano dalle ciambelle! » gli disse prima di chiudersi in bagno con l'unico desiderio di farsi una lunga e riflessiva doccia. Si spogliò del pigiama e dell'intimo lentamente, la spalla le doleva abbastanza.

Quando uscì dalla vasca da bagno si avvolse in un grande telo verde e uscì per prendere vestiti puliti, ma quando tornò nella sua camera ebbe quasi un infarto: Derek era seduto sul bordo del suo letto con tra le mani il libro che aveva lasciato sul comodino. Entrò nella stanza pretendendo che non esistesse stringendosi bene il telo all'altezza del petto, non era la prima volta che si trovava in una situazione del genere e provare imbarazzo in un momento quando si spogliava tranquillamente nello spogliatoio maschile della scuola sarebbe stato un po' contraddittorio.

Chiuse gli occhi ed espirò fortemente cercando di trovare la calma. Era ancora decisamente arrabbiata con l'uomo, ancora di più dopo che non si era fatto sentire per un giorno intero, perfino Peter aveva avuto il tempo di mandarle un messaggio per avvertirla che gli Alpha non si erano fatti sentire né vedere.

« Sono venuto a trovarti. » disse lui rompendo il silenzio continuando a sfogliare il libro cercando di sembrare impassibile. Era appena tornato dall'incontro con Jennifer Blake e non le piaceva, gli sorrideva in modo strano, come quello di Kate. Un brivido gli passò per la schiena, ricordare di Kate lo faceva sempre tornare al giorno dell'incendio di casa Hale.

« Vattene, sono arrabbiata con te. » la voce di Stiles lo riportò al presente « Vai a trovare la Blake che è meglio. » borbottò spostandosi i lunghi capelli da davanti la faccia. Se uscita dal bagno aveva sentito freddo, ora le sembrava di bruciare tra le fiamme dell'Inferno. Scosse la testa pensando doveva solamente ignorarlo, non meritava nemmeno di sentire la sua voce.

« Già ci sono stato. » le rispose Derek come se la cosa non fosse abbastanza grave, Stiles spalancò la bocca oltraggiata. La Stilinskisi girò a guardarlo arrabbiata lasciando perdere la ricerca dei vestiti nell'armadio e andò a stappare di mano all'uomo il libro, portò le mani sui fianchi e lo guardò dall'alto anche se alcune ciocche di capelli color cioccolato le erano finite davanti al viso.

Ils ne savent rien de nousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora