Revisione: Capitolo 3

383 39 25
                                    

Il rumore di foglie secche smosse e un forte odore di muschio misto a terra bagnata interruppero i sogni di Emily. Tra un salto e l'altro nel mondo onirico aveva scovato l'intruso: aveva assunto le fattezze di un enorme orso che urlava con voce umana da cui doveva difendersi strenuamente usando un misero ramoscello.

Con le braccia doloranti per i colpi menati a vuoto nel sonno, la ragazza si tirò su a sedere: conosceva quel punto e non era di certo dove aveva perso i sensi. Ad occhio e croce si trovava a cinque minuti di cammino da casa vicino al tronco in cui di solito lasciava nascosta la pala. Sicura che nessuno l'avrebbe notata così combinata, Emily si rialzò e lasciò che la coperta di foglie che l'aveva protetta durante quelle ore cadesse al suolo.

Sebbene al tramonto mancasse ancora qualche ora, aveva trascorso buona parte del pomeriggio svenuta, oltre ad esser stata in balia dello sconosciuto che ormai, ne era certa, non poteva che non trattarsi di un uomo. Senza accorgersene il cuore iniziò a martellarle il petto man mano che pensieri sempre più realistici si affacciavano alla sua mente: quanto era andata vicina al rischiare la propria vita per un'effimera curiosità? Si era allontanata più del dovuto, in un'area che non aveva ancora perlustrato ed era uscita allo scoperto, del tutto indifesa.

"Maledizione!" esclamò la ragazza. Che fine aveva fatto il suo zaino con tutto il suo contenuto? Disperata si chinò a terra e frugò nel cumulo che si era formato attorno a lei. Dov'era? Come avrebbe spiegato l'averlo perso?

Aveva abbandonato le speranze di ritrovarlo, quando alzò gli occhi sopra di sé ed eccolo lì che l'attendeva appeso ad un ramo. Le prime formiche sembravano voler tentare l'assalto al contenuto della sacca, ma la ragazza se ne liberò con un paio di manate a cui seguirono istanti di dolore. Un lieve gonfiore attorno al polso l'avvertì che presto un livido violaceo ne avrebbe preso il posto e a lei non sarebbe restato che celarlo ai suoi genitori.

Chiunque l'avesse condotta lì, si rese conto all'improvviso placando il turbinio delle emozioni, non aveva dimostrato cattive intenzioni, nonostante il colpo alla testa che le aveva inferto. Ogni sua proprietà era dove doveva trovarsi, i suoi abiti erano intonsi nonostante il rozzo metodo con cui l'aveva mimetizzata e anche la pala era ancora incastrata nel tronco cavo. L'unica cosa che mancava era il suo spuntino.

Colma di dubbi riguardo quanto l'era accaduto quel giorno, si sottopose ad un rapido controllo, rilevando un paio di tagli e un bozzo dietro la nuca e prima che il sole si nascondesse dietro la cima delle montagne raggiunse il perimetro della radura di casa dove si accucciò in attesa che le ombre si fondessero tra loro, lasciando che i propri pensieri vagassero liberi. Cosa poteva dedurre da quanto le era accaduto? Al solo ripensarci per la prima volta sentì il bisogno impellente di piangere, ma s'impose di non cedere. Aveva combinato un casino, ed era inutile frignarci sopra.

"Pensa, pensa" si ordinò, sfregandosi gli occhi.

Un uomo si aggirava come lei nel bosco. Probabilmente proveniva dal villaggio, ma non era a conoscenza di soggetti cacciati. Ognuno di loro aveva il proprio ruolo e non potevano permettersi di avere forza-lavoro in meno, quindi doveva arrivare da qualche altra parte, ma gli Altri avevano specificato come il loro villaggio fosse l'unico sopravvissuto sulla Terra e come la loro esistenza fosse la sola speranza per il genere umano e anche quest'affermazione le era sempre parsa strana. Che lo sconosciuto fosse un figlio Fantasma come lei?

"Impossibile" sussurrò tra sé. O i suoi genitori gliel'avrebbero detto.

Senza attendere oltre, Emily attraversò i pochi metri che la separavano da casa, s'intrufolò nella stalla e bussò alla parete della cucina, interrompendo un'accesa discussione tra sua madre e Cecilya nel mezzo della quale riuscì a cogliere il suo nome. Tutti i presenti si zittirono e a parlare furono i consueti rumori: le posate che venivano abbandonate nei piatti, le sedie che sfregavano contro il pavimento di legno, gli anelli delle tende sull'asta e per ultima la credenza.

Você leu todos os capítulos publicados.

⏰ Última atualização: Feb 01, 2017 ⏰

Adicione esta história à sua Biblioteca e seja notificado quando novos capítulos chegarem!

CODE: EM1LYOnde histórias criam vida. Descubra agora