Introduzione

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Sottofondo musicale: The edge Nigel standford

Avevo circa 15 anni, pioveva ed erano le 5:15 del mattino. I lampi dardeggiavano nel cielo e gli conferivano un colorito verdastro, le nubi, nonostante l'avvicinarsi dell'alba erano nere. Il rombo dei tuoni sovrastava il ticchettio scrosciante della pioggia, quel riecheggiare deciso e ritmico contro le grondaie e le tegole del tetto che, a discapito degli elementi in subbuglio era estremamente rilassante.

Non compresi se fu un guasto elettrico, la tempesta o un evento sconosciuto all'umanità, ma d'improvviso suonò un campanello, in pigiama, coi capelli arruffati, mi trovai ad incamminarmi verso la porta. Estrassi meccanicamente il mazzo di chiavi e cercai quella che combaciasse con la serratura, non ci misi molto. Ero spaventato e al tempo stesso incuriosito da questo evento inatteso. Aprii la porta e non vidi nessuno. Nell'esatto istante in cui la attraversai, la corrente elettrica saltò. Mi ritrovai al buio e all'improvviso, tutto divenne incredibilmente bianco. Divenni caldo, come se un fuoco divampasse dentro alle mie vene, non respirai, o se lo feci fu con estrema lentezza, impercettibile.

Accanto a me si stagliava una piccola figura, bianca, luminosissima, intangibile, non aveva tratti somatici distintivi ed era una testa senza occhi, labbra naso o capelli. Mi sentii ugualmente fissato, nonostante non avesse occhi, non parlò, ma sembrò ammiccare e sorridere, una sensazione indescrivibile e se non la si è mai vissuta, fu quasi terrorizzante, come se dietro quel cenno vago si nascondesse una delle più sconvolgenti verità della realtà, al tempo stesso mi sentii fuso con l'universo di cui faccio tutt'ora parte.

Godetti di questa sensazione, mi sentii appagato, completo. Sopraggiunse con lentezza, come una goccia, la Consapevolezza. Quella che più tardi avrei definito la Consapevolezza dell'Atto. Una goccia che lentamente si sdoppia, un negativo ed un positivo, una cade verso l'alto e l'altra verso il basso e così via, continuando a sdoppiarsi in ogni direzione, senza gravità o polarità, un caos insondabile e intricato e totalmente dipendente da quella prima goccia che si divise.

Già, la Consapevolezza. L'odiata e amata Consapevolezza. La verità o forse l'immortalità o semplicemente un fato buffone. Un fato infame. Un destino che alla fine si sta comportando come quella goccia.

Nell'onnipotenza del gesto e della scelta eccomi qui. Su un balcone, alle 5.14 del mattino. Con una tempesta simile a quella di 250 anni fa. Il mio aspetto è cambiato di poco, appaio poco meno che trentenne. Su questo balcone sto restituendo un dono, forse mi sto facendo un regalo.

Io sto per morire.

Ok, ho attirato la vostra attenzione. Questa è la mia storia. Ho vissuto più di quanto ognuno di voi possa mai sperare, ho gabbato la falce e contemporaneamente il giudizio divino o forse quest'ultimo mi ha fatto un dono, una maledizione, non esiste risposta certa, se non in quella cosa che una volta ritenevo odiosa e scomoda: la Fede.

Va bene ok, rischiava di diventare noioso. Vi ho raccontato di quella mattina e del mio avvicinarmi al balcone. Non vi preoccupate, non la tirerò per le lunghe, ho solo 250 anni di storia da raccontarvi. Una bazzecola. Poi, scusatemi, ho veramente fretta di morire.

250 anni di sviluppo sociale, guerre, evoluzione, tecnologia, ricerche, scienza, filosofie, mode, automobili, magari anche le astronavi... Perché no? In fin dei conti io ho visto il futuro, potrei raccontarvi di tutto, potrei inventare e rendere tutto più speziato e inverosimile. Sono nato nel 1993 e ora mi trovo a 234 anni dal 2016, potrei rendervi ricchi e donarvi i segreti che si celano oltre le pieghe del vostro attuale concetto di tempo.

Ok levatevelo dalla testa. Subito. Non ho intenzione di rendervela facile. Sono stati 250 anni di vita, non ho solamente goduto della mia immortalità, ho sofferto, non ho potuto trattenere con me chi ho amato, la famiglia, gli amici. Non ho intenzione di rendere ricche le vostre inutili tasche, magari aspetto ancora cent'anni e vedrò che anche il denaro cadrà in disuso.. Bella cosa l'utopia. No. seriamente. Ciò che voglio è vedere che non facciate i miei errori. Ciò che voglio è sentire che nel vostro spirito, anima, mente, chiamatelo come vi pare capiate cosa sto per raccontarvi. Vorrei che capiste come va gustata l'esistenza. Cosa conta oltre la scelta. Non serve una vita perfetta, bensì un elemento imperfetto che dia un senso perfetto alla vita.

Concludiamo di mettere in chiaro le cose.

Non vi dirò il mio nome. Il nome per quelli come me ha un valore inestimabile e dirlo è un gesto intimo, sarebbe come darvi un coltello e aspettare di essere pugnalato. Non si fa e poi capirete perché.

Vi aiuterò a trovare la Verità o l'Universo dentro di voi. Un'entità di cui tutti facciamo parte e che in realtà ognuno di noi dimostra di essere. Non è un libro di Fede, bensì un libro che mette in chiaro ciò che accade nella vita di ogni essere umano, ma che a causa della brevità della nostra vita, passa inosservato o difficilmente intuito. Questo libro parla dell'evoluzione del sentire umano e non parlerà direttamente a voi, ma servirà a voi per capire attraverso di me ciò che in realtà è uguale per ognuno di noi, solo raccontato con parole ed interpretazioni che ci impediscono una chiara comunicazione. Quindi, in ultima analisi, questo è un libro sull'amore, su quella forma più alta e unitaria di amore che ci avvolge ma stiamo uccidendo ogni giorno con il nostro egoismo, dimenticando le nostre radici di esseri nati dalla Vita.

La Perfezione non è ImmortaleWhere stories live. Discover now