Nido

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Una nube candida, travestita
da tuono afflitto - venisti a casa mia
la mattina di eterne illusioni;
mi hai portato la colazione
con la tua umile anima, afflitta
una disgrazia uscita dal grembo

La spada, il suo biberon cresciuto
ti ha trafitto l'anima, e piange
- il cordone ombelicale si è rotto.

Come un palazzo che è lacerato
Crollata, rasa al suolo... Vagabonda
piangi alla volta delle spalle, angoscia
in solitudine senza speranza
tuo figlio ti ha lasciata da sola
senza tetto, nella stretta camicia
bianca come la tua cameretta
dove i fiori sono appassiti
nel dolore del legame mentale

La paranoia del tuo mondo agita
la coscienza di un conflitto perso
tuo figlio se n'è andato, via da qui
stritolato dalla tua morsa, nera
come il suo nettare vitale, spento
prosciugato dalla tua dipendenza
- sangue materno colava dal naso
del vostro legame, oramai sepolto

Non do ragione a nessuno dei due
un nido che non brulica più
porterò io la colazione a lui
non appena tornerà, a Natale.

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