Let it all go now

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La prima volta che provi a richiamarlo non te la prendi, quando lui ti ignora.
La musica è alta, puoi capirlo.
Siete un ammasso di persone, e poi lui è sfuggito, dispenderdendosi chissà dove.
E il tuo braccio è rimasto sospeso, la tua bocca semi-aperta, e qualcuno ti aveva anche spintonato, ma tu non te ne sei accorto.
Tutto il discorso che ti sei preparato è svanito, diventato inutile, carta straccia.

La seconda volta che l'hai richiamato ti è veramente passato per la testa la possibilità che ti stesse evitando.
Te ne rendi conto quando anche alla terza volta, dopo che ha evitato tre volte il tuo sguardo si è anche divincolato dalla tua presa, lasciandoti ancora una volta spiazzato.

Serri la mascella, guardandolo sparire nuovamente tra teste e corpi che si muovono a ritmo di musica.
Codardo.
Vigliacco.
Vieni qua.
Stupido.

Ma lui non torna. Non senti neanche tu le tue parole, senti solo che l'ennessimo ragazzo ha esagerato con l'alcool e a vomitato, ma stavolta non sei salvo: te la sei cavata, ma le tue scarpe sono macchiate.

Imprechi sotto voce, cosa che non sentirà nessuno, e lasci perdere tutto, compresa la testa bionda, e ti dirigi ai bagni che hai individuato prima.
Sono vuoti, fortunatamente. E, almeno da qui, la musica non si sente quasi per nulla.
Ti porti davanti allo specchio, e hai una faccia sconvolta, diamine.
I capelli sono scompigliati, e quand'è che hai sbottonato i primi bottoni della camicia? Era per il caldo?
I tuoi occhi sono stanchi, eppure attenti.
Stanco di rincorrerlo, attento a non lasciartelo sfuggire.
Per quanto andrà così?

Non devi aspettare molto, in effetti. Hai a malapena cominciato a cercare di pulire la scarpa destra da qualunque cosa quel tizio abbia vomitato, ma poi lasci perdere quando lui entra nel bagno.
Non ti ha notato.
Te ne accorgi perché con lo sguardo basso si trascina al lavandino accanto al suo, e si copre il viso con le mani, come se fosse stanco.

Ah. Lui stanco. Ovviamente.

L'ennesima conferma alle tue ipotesi è il suo sguardo impanicato, quando ti guarda con gli occhi grigi e sbarrati attraverso lo specchio.
Tu non lasci trasparire emozione, il tuo sguardo è freddo contro il suo, ma dentro di te sei soddisfatto.
Sai che non scapperà ancora. Va contro l'onore.
Il suo onore che, oddio, non violerebbe mai.

Lui deglutisce, vedi il suo pomo d'Adamo muoversi, e ti trattieni dal saltargli addosso immediatamente.
Hai paura che il tuo autocontrollo non reggerà, forse, considerato che questo dettaglio non ti è mai venuto in mente, mentre lo cercavi.
Ma devi rifestire la maschera di quello arrabbiato- perché Merlino se non lo sei.

"A-Al..." parla lui. Guarda ancora il tuo riflesso, gli occhi sbarrati. Le mani gli tremano appena, non hai bisogno di guardarle per dirlo.

"Scorpius." Pronunci il suo nome lentamente, in un sibilo, allungando il giusto le S.
Lui annuisce piano, e lo vedi mentre cerca qualunque cosa da dire, qualunque cosa che non porti a discorsi che lui non vuole portare avanti ma, per quanto ti riguarda, li affronterà tutti.
Ora stesso.

"Io-"

"Tu un corno!" Gli urli contro, e finalmente lo fissi, davvero, senza specchi davanti.
Il fiato ti si spezza in gola, hai un'espressione da pazzo -ma poco importa.
A lui il fiato è corto, noti come respira velocemente, proprio come quando vi scambiate uno di quei lunghi baci famelici.
Ma lui è ornato di panico: panico negli occhi, sulle labbra, nei gesti.
E tu lo stai vedendo ora, ma dov'era lui quando Teddy ti ha dovuto dire tutto? Dov'era quando James ti ha detto dove andavano tutti stasera? Dov'era mentre sei dovuto arrivare in ritardo, mentre calmavi il panico che ti stava divorando?

È lì. Ora. Che guarda il tuo panico trasformato in ira, gli occhi verdi (che sei sicuro, sono spalancati all'inverosimile) e la voce sicura di te.

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⏰ Last updated: Jan 18, 2017 ⏰

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Let it all go now //ScorbusWhere stories live. Discover now