CAPITOLO III

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Mi svegliai nel mio letto.

La mia sveglia stava suonando per la seconda volta.

Probabilmente ero in ritardo ma avevo troppo sonno.

Nascosi la testa sotto il cuscino e, con una mano, buttai la mia sveglia giù dal comodino

"E STAI UN PÒ ZITTA!"

Gli urlai contro alzandomi svogliatamente dal letto e spegnendola.

La guardai con uno sguardo assassino e dissi "prima o poi tu farai una brutta fine."

Andai in cucina strisciando i piedi per terra e strofinandomi gli occhi con le mani.

Oggi dovevo pure prepararmi la colazione da sola perché, ovviamente, papà non era ancora tornato.

Presi un pentolino e lo riempii d' acqua, poi lo misi sul fornello e mi sedetti su una sedia aspettando che l' acqua si scaldasse.

Guardai l'orario sul mio cellulare... erano le sette.

"OH PORCA MERDA! Sono le sette! Devo prepararmi!"

Urlai correndo verso camera mia.

Afferrai una felpa bordeaux con un unicorno vicino al collo, nella parte destra(foto), e indossai ancora gli stessi paia di jeans del giorno prima.

Corsi di nuovo in cucina e spensi il gas.

Afferrai il pentolino e versai l' acqua in una tazza, dopo misi una bustina di infuso di the al limone nell' acqua e aspettai.

Bevvi velocemente il the, scottandomi anche la lingua.

Afferrai lo zaino, misi dentro tutto i libri che mi occorrevano quel giorno, misi il mio giubbotto di jeans abbastanza largo, la mia inseparabile sciarpa di serpeverde e uscì di casa sbattendo la porta.

Inizia a correre per il vialetto che attraversava il nostro immenso giardino, aprii il cancello e corsi fino alla fermata dell'autobus, che, fortunatamente, distava solamente cinquanta metri da casa mia.

Il pullman arrivò circa trenta secondi dopo. Mi era andata davvero di culo.

Salii sul pullman e cercai con lo sguardo un posto libero.

Lo vidi e mi avvicinai.

"Posso?"

Chiesi al ragazzo che era seduto nel sedile vicino al finestrino che mi sembrava alquanto familiare.

Lui mi squadrò per due secondi e poi disse

"Questo posto non è fatto per un'asociale come te. Mi spiace"

guardai quel ragazzo con uno sguardo di puro disprezzo e gli chiesi

"amico di Smith per caso?"

Lui annuì con un ghigno sulle labbra e io mi allontanai disgustata da lui e andai verso un altro posto libero.

Fortunatamente l'anziana signora che era seduta al finestrino fu molto più cortese del ragazzo e mi fece accomodare rispondendomi "certo cara".

Stavo per mettere le cuffiette nelle orecchie quando la vecchietta accanto a me disse

"Sei davvero carina ragazza... davvero tanto carina!"

La guardai arrossendo e mormorai un "grazie".

"Ma io ti conosco! CERTO! Tu eri la nipote di Elizabeth... la mia cara e vecchia Elizabeth..."

mi volai di nuovo verso l'anziana signora quando sentii pronunciare il nome di mia nonna

" Lei conosceva mia nonna?"

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⏰ Last updated: Mar 30, 2018 ⏰

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My Perfect MistakeWhere stories live. Discover now