Capitolo 2

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La schiena robusta appoggiata ancora al gelido muro di pietra gli creava ancora dolore.
Le sue cictrici bruciavano come il fuoco più incandescente. Niente, però,  lo feriva come i ricordi che gli affioravano nella mente come onde contro gli scogli, che colpivano, scappavano e furiose tornavano. Lucifero fissava la parete di fronte a lui.
Aveva avvisato Michele che il debito non era del tutto saldato, il vuoto non ancora colmato.
Lo scaltro demone pensava a come poteva distruggere la felicità del fratello che gli aveva tolto l'amore della vita.
C'era qualcosa di più importante? Michele teneva a qualcos'altro?
C'era qualcosa,qualcuno? L'inngannatore non trovava la risposta al quesito, pensava a fondo, in ogni piccola parte della sua mente ma niente sarebbe stato abbastanza doloroso. Fu in quell'istante che una piccola figura apparve, la figlia del Diavolo, Hel.
Ella non sorrideva ma si limitava a guardare il padre e a tendere le braccia verso di lui.
Lucifero si alzò e prese in braccio quella preziosa creatura. La bambina lo stringeva e appogiava la testa contro la sua, aveva un odore delicato, come quello della madre.
《Stai bene?》la voce cristallina era spavalda con un tono di compassione, il padre non rispose ma si limitò ad annuire. La bimba sorrise. 《Mi vuoi bene?》
Parlava con foga come se quasi sapesse già la risposta. Lucifero sorrise e le disse 《Sì, tu sei tutto quello che ho.》
La figlia gli diede un bacio e poi scese dalle braccia e corse via ridendo. Fu in quel momento, guardando quelle gambe sottili correre via che il Diavolo capì che dopo l'amore per una donna c'era quello per i propri figli.
Se voleva distruggere il fratello ora doveva colpire tutto ciò che gli era rimasto, suo figlio Jonathan. Il principe dei dannati voleva trovare una curiosa ed esemplare punizione. Non voleva solo uccidere il prezioso erede ma voleva che fosse Michele stesso a distruggere il suo amore per lui.
Ma come? si interrogava. Come poteva far si che Michele odiasse suo figlio?  

Ovvio! Trasformarlo in ciò che Michele odiava e disprezzava più di tutto. Il Male rese il piccolo Jonathan una creatura demoniaca grazie a un'antica magia nera, la magia del sangue.
Il rito era breve ma servivano il cuore di un demone, il sangue del Diavolo,una lacrima pura  e infine una piuma delle ali di un angelo.
Serafina, la dannata dai capelli d'argento, si offrì di morire per il proprio padrone, dopo la perdita del marito a causa dello schieramento avversario.
Lucifero si tagliò con il suo pugnale nero e quando la pelle diafana fu sporca di sangue lo fece cadere sul cuore poggiato nel contenitore di mogano.
La lacrima pura era del fratello Michele che aveva pianto sul corpo dell'amata nel pavimento di pietra. Non fu difficile, con i suoi poteri, rubare una delicata piuma dal bambino dorminete.
Inserì nel contenuto l'ultimo ingrediente, che prese fuoco diventando un liquido nero e denso. 
Grazie ad un incantesimo riuscì a far mutare la pozione, donandole il solito colore ambrato dell'Ambrosia, il nettare degli dei.
La mise nel calice da cui beveva il nipote, dopodichè il ragazzo la bevette piano, mentre il suo corpo cambiava. I capelli biondi diventavano neri, gli occhi, specchio di bontà, erano il vuoto più oscuro; le ali bianche e lucenti diventarono più cupe di una notte buia senza luna.
L' espressione docile del ragazzo divenne piena di rabbia e odio.
Era diventato un demone e sicuramente Michele lo avrebbe odiato.
Gli angeli erano famosi per la loro compassione e bontà, ma la realtà era che non sopportavano di trovarsi di fronte a qualcosa che ritenevano sbagliato.
Il piano del Padre dei demoni era riuscito con molto successo perchè alla vista della prole, il fratello era disgustato e spaventato dal Male che si era incarnato nel corpo del ragazzino.
Il cuore del santo divvenne di pietra, non possedeva crepe o risentimenti,  privò il figlio delle ali e lo mandò in esilio sulla terra, come un tempo suo padre fece con il figlio preferito.
La sorte del peccatore fu ancora più alta.
Anche Michele poteva pensare come il diavolo, anch'egli capace di vendetta. Lucifero dovette fare i conti con la sua stessa maledizione poichè nel suo palazzo lo aspettava un nuovo angelo. La bella Hel, figlia del diavolo, creatura crudele e perfida, era diventata pura.
Colei il quale nome significava Inferno, ora era come una bianca rosa delicata. Gli occhi erano diventati così azzuri da potercisi specchiare, i capelli di fili d'oro sulle spalle chiare,  labbra rosate con un sorriso delicato, le ali candide e morbide.
Hel era mutata in un bellissimo angelo.
Il caduto voleva mostrarsi più scaltro, provava a sopportare la nuova forma della figlia, ma perisino la voce gli ricordava la superbia e l'ipocrisia dei perfetti angeli,pure lo sguardo altezzoso e buono gli dava la nausea. Lucifero non ressitè e diede alla figlia la stessa sorte del cugino, ripudiandola come suo padre aveva fatto con lui, per poi abbandonarla sul suolo mortale, ma non prima di affidarle un compito.

Il destino degli ErediWhere stories live. Discover now