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(Stefano)
Pensavi sarebbe stata una mattina come tutte le altre, ti eri alzato presto ed eri arrivato prima agli studi di amici così avresti avuto un po' di tempo in più per allenarti. In palestra avevi trovato Elena che era appena rientrata da uno stage ma il suo atteggiamento nei tuoi confronti ti era sembrato molto strano, sembra quasi volesse evitarti. "Elena sei tornata! Tutto bene lo stage?" E lei "Ah sì lo stage, giusto...tutto bene, scusa ma mi hanno chiamato in redazione devo andare". La giornata era proseguita in sala prove poi mentre eri nel tuo camerino avevano bussato alla porta. "Avanti" era lei che dopo essere entrata si era scusata per essere andata via interrompendo il discorso e così aveva ripreso a raccontare dei nuovi passi e coreografie che aveva imparato e di come avrebbero potuto inserirne uno nella coreografia per il serale che stavano preparando "E niente tutto qui...ah sai chi ho visto? Emma!". Ed ecco che all'improvviso il muro che stavo tentando di alzare da ormai tre anni era crollato. Ti era bastato sentire il suo nome per tornare punto e a capo. "Ah..e...senti..come...come sta?" Lei torturandosi i capelli aveva detto che stava bene e che aveva conosciuto anche sua figlia. Era una femminuccia. il tuo cuore aveva perso un battito, avevi sempre desiderato una figlia femmina con Emma, bella e testarda come lei. Lei aveva continuato a parlare di Emma nonostante tu non rispondessi. Continuava a girare il coltello nella piaga, stavi per prenderla a parolacce quando lei ha esordito con "che poi lei fa tutto da sola, non ha nessuno..." e allora avevi risposto "No ti sbagli, ha una famiglia.." Lei con sicurezza aveva ribattuto "Macché sono solo lei e la bambina". Aveva captato lo stupore nei tuoi occhi e dopo essersi soffermata a pensare aveva detto "Sai...io so che sbaglio a mettermi in mezzo, che dovrei farmi gli affari miei..però io ti voglio bene Stefano e non posso tenermi questo peso.." "Elena ma di che stai parlando?" "Stefano la bambina è identica a te..." A quelle parole eri rimasto paralizzato. Le gambe avevano ceduto e sentivi il cuore martellarti nel petto sempre più veloce. No, no...Non era possibile. Emma non ti avrebbe mai potuto fare una cosa simile. Ti aveva guardato negli occhi dicendo di non amarti più. Come aveva potuto ? Respiravi a fatica. Fissavi il vuoto. Centinaia di immagini si stavano affollando davanti ai tuoi occhi. Emma. I suoi occhi. Le parole. E poi quel passeggino. "Stefano? Di qualcosa ti prego" Elena era lì davanti a te e Ti guardava preoccupata. "Sapevo che non avrei dovuto dirtelo!" A quel punto  cercando di ritrovare un po' di lucidità Ti eri alzato, avevi preso l'essenziale dal camerino e messo tutto nello zainetto che avevi. "Calmati Stefano ragiona...Ma che stai facendo?" "Vado a New York". Eri andato in macchina e avevi corso fino all'aeroporto, poco ti importava del limite di velocità. Fortunatamente eri arrivato in tempo ed eri riuscito a prendere l'ultimo volo.
Eri lì seduto in attesa che l'aereo decollasse quando eri esploso in un pianto incontrollabile. Non potevi credere che stesse succedendo davvero. Non potevi credere a quello che Elena ti aveva detto. E se non fosse stato vero? Se non fosse stata tua? E se invece avesse Proprio ragione lei? Centinaia di domande ti giravano per la testa e a nessuna di queste sapevi trovare una risposta. Volevi solo arrivare il prima possibile e vomitarle addosso tutto quello che stavi provando. Solo lei poteva darti le risposte che cercavi. E questa volta non sarebbe potuta scappare. Non glielo avresti permesso. Non più.

Nel posto più lontano ~ Emma & StefanoWhere stories live. Discover now