Soulmate Au #2

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"Guardo il mio orologio con la coda dell'occhio mentre le mie mani stanno accarezzando gentilmente le sue spalle. Sta tremando e l'orologio segna un minuto e trentasette secondi rimanenti.
Non sono mai riuscito a togliermi di dosso quell'oggetto, nessuno ci è mai riuscito, è come incollato alla pelle del proprietario fino alla fine dei suoi giorni.
Intanto sento il suo respiro pesante far abbassare e alzare le sue spalle velocemente, cerco di rassicurarla come meglio posso, ma non sono mai stato bravo. Non sono e non sarò mai la persona adatta per queste situazioni, ma almeno cerco di fare del mio meglio.
Cerco di sembrare sicuro, un punto d'appoggio, di non avere paura o ansia, sento che ha bisogno di vedere, sentire, che va tutto bene, che non deve sentirsi intimorita.
-Ricordati che andrà tutto bene. Siamo insieme, no?
Mormoro vicino al suo orecchio, chinandomi un pochino mentre procediamo. Lei davanti, io subito dietro.
Spero non abbia sentito il tremolio nella mia voce, proprio all'inizio della frase, mentre cercavo di convincermi io stesso delle parole che stavo per pronunciare.
È tutto il contrario di quello che lei può vedere. In questo momento uno degli unici pensieri che ho è: cerca di non vomitare. La nausea creata dall'ansia si fa spazio nel mio stomaco, salendo al petto.
Inghiotto la saliva, che sembra essersi quasi prosciugata.
È tutto il contrario.
Grazie a Dio lei non è attaccata al mio petto, non è come quando ha sonno e la lascio riposare contro di me, lei appoggia sempre il suo volto dai tratti delicati proprio sopra al mio cuore. Dice che la calma abbastanza da farla addormentare subito, ed è vero, dopo qualche minuto riesco sempre a sentire il suo respiro leggero e regolare mentre è rannicchiata contro di me. Sembra sempre così innocente, quasi come una bambina, delicata e bella quanto un fiore appena sbocciato, con petali sottili ed eleganti, proprio come il suo corpo.
Se sentisse ora il battito del mio cuore sono sicuro che appassirebbe come un fiore senz'acqua.
Il mio battito è furioso come non mai, pesante di paura. Fortunatamente il nostro unico contatto sono le mie mani pallide e ossute sulle sue gracili spalle. Il che fa intuire a me il ritmo del suo battito. È molto simile al mio.
Volta piano il suo viso nella mia direzione, con le piccole mani giunte al petto come in preghiera, i suoi occhi sono colmi di terrore e insicurezza. Mi chiedo cosa mostrino i miei.
Le sorrido. Non penso sia uno dei miei migliori sorrisi, probabilmente ci assomiglia vagamente, ma il pensiero di essere in una delle vie più malfamate dell'intera città di notte con lei e con l'orologio che ora segna cinquantasei secondi esatti, non mi aiuta a migliorarlo.
So che anche lei ha il mio stesso pensiero. Dopottutto anche il suo orologio sta andando allo stesso tempo con il mio.
Cinquantacinque.
Cinquantaquattro.
Cinquantatre.
Spero solo che la mia, o la sua, anima gemella tra cinquantadue secondi non decida di saltare fuori per ucciderci. O magari salteranno fuori insieme. Due assassini come anime gemelle. Non è esattamente il mio sogno, né il suo, ne sono abbastanza certo.
Se succederà tenterò di difenderla da... chiunque sia, anche se sarà la mia anima gemella, sperando che la sua la salvi al posto mio. Dopotutto constatando i nostri orologi dovrebbero arrivare insieme.
Per tutto questo tempo abbiamo sempre pensato che fosse solo una coincidenza avere lo stesso countdown, è proprio questo che ha fatto nascere la nostra amicizia.
Mi ricordo perfettamente di come una bambina dai lunghi capelli mi avesse preso di scatto il polso, con i suoi già grandi occhi spalancati.
Il mio primo pensiero fu: Come fa a non avere nemmeno un nodo nei capelli?
Per tutti gli anni a venire ho continuato a pormi quella domanda, anche quando si tagliò i capelli in un grazioso caschetto che le incornicia ancora oggi il viso perfettamente.
Sono sempre così lisci e ordinati che sembra quasi che si pettini in ogni istante della giornata.
Anche quando glieli accarezzo mentre dorme su di me non riesco mai a trovare un nodo, sembra quasi magia.
Adesso li vedo proprio di fronte, perfetti come sempre, e entrambi sappiamo che non è mai stata una coincidenza. Eravamo fatti per essere qui, in questo momento, insieme.
Forse tutto questo rende l'atmosfera quasi platonica.
Sento una goccia di sudore scendere lungo la mia tempia destra, l'orologio conta trenta secondi.
Spero passino il più velocemente possibile, al contrario di quei trenta secondi che sembrano infiniti delle pubblicità che non puoi saltare su YouTube.
La sento irrigidirsi ogni secondo che passa e mi si stringe il cuore. Ora non posso davvero fare nulla per fermare tutto questo.
Quando scoccano i venti secondi lei si ferma, immobile per esattamente tre secondi, poi si gira verso di me.
Non ci guardiamo negli occhi, lei fissa la stampa della mia maglia, dove non c'è nient'altro che un ramo di fiori di pesco sul tessuto nero. L'avevo presa perché mi ricordava lei.
Stringo i pugni mentre guardo poco sopra la sua testa, arrabbiato di non poter far nulla. Nulla era certo, alla fine poteva essere semplicemente un normale incontro, ma non era che una remota possibilità.
Fa un passo avanti e io l'avvolgo tra le mie braccia, lasciando che senta il mio battito spaventato, passo una mano tra i suoi capelli per, forse, l'ultima volta.
Non sono alto e solo con lei ho sempre potuto appoggiare il mento sulla sua testa, grazie al suo metro e cinquanta d'altezza che ha mantenuto dalla seconda media fino ad ora, che ha diciassette anni, come me.
Dieci secondi.
La stringo più forte e sento che lei prende un bel respiro e lo trattiene.
Sette secondi.
Chiudo gli occhi come fa lei, ha sempre avuto paura del buio, ma ora forse ha pensato che non è così male.
Canticchio in gola la sua canzone preferita, Terrible Things, ho sempre pensato che fosse troppo triste per una ragazza come lei e ogni volta che glielo dicevo si arrabbiava.
Tre secondi.
Le deposito un bacio sui capelli mentre lei inizia a mormorare le parole della canzone.
Potrebbero essere i nostri ultimi secondi di vita e lei si aggrappa alla mia maglia.
Non voglio morire.
Non voglio che lei muoia.
Zero secondi.
-Pensavo che la mia anima gemella fosse in pericolo, ma per fortuna stai bene! Spero di non averti spaventato.
Click.
Al suono spalanchiamo gli occhi tutti, la sento sobbalzare tra le mie braccia.
Guardiamo tutti l'orologio, da dove è provenuto il suono, contemporaneamente da tutti e tre.
Prima di lasciare la presa apro gli occhi, osservo la persona davanti a noi e lentamente la mia presa si indebolisce.
Un ragazzo con dei ciuffi mossi ricadenti sulla sua fronte, evidentemente tinti grazie alla ricrescita, sembra sorpreso quanto noi.
Anche lei finalmente lo guarda. C'è uno scambio di sguardi.
Prima si guardano loro, poi il suo sguardo si sposta su di me e io lo ricambio.
A quanto pare l'abbiamo incontrata.
È lui la nostra anima gemella.
E noi siamo le sue anime gemelle."

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P

ubblicare questa dopo aver visto Your Name mi dà l'hype

Giuro che non è uguale a quella prima ;;
E sì, ho scritto un bordello per dire che tizio e tizia hanno lo stesso countdown (avete presente le soulmate au con il countdown di questo orologio, no?) ma si ritrovano in un posto orribile per trovare un'anima gemella al momento i cui il countdown sta per finire. Alla fine si scopre che è un normale ragazzo, ma è l'anima gemella di entrambi. Quindi la storia si evolverà su questo problema, visto che il protagonista vuole troppo bene alla sua amica per mettersi tra lei e la sua anima gemella ma attualmente non può fare a meno di innamorarsi di quella che è anche la sua anima gemella.
Scegliete liberamente cosa succede dopo.~

Un'idea per petalo [Sospesa]Where stories live. Discover now